CAMBIA LINGUA

Etna, scialpinismo nel cuore del mediterraneo.

Come certi buoni vini, i racconti di alcune salite hanno bisogno di riposare, per poterne assaporare tutti i gusti i profumi e le sfumature, anziché coglierne solo l’aspetto immediato. Così ho preferito aspettare e lasciare affiorare quello che di meglio ha saputo offrirmi questa tre giorni siciliana.
Per me, che conoscevo già quei luoghi, è stato immergersi in un viaggio a ritroso, in un ambiente famigliare, ma del quale certamente mi mancava la veste invernale. Ho rivisto panorami che mi sono cari e incontrato gli amici siciliani, facendomi riassaporare con un po’ di nostalgia “i bei tempi” del dottorato sull’Etna.
Il vulcano nelle sue mille sfumature sa riempirsi dei colori della primavera, rinfrescare in estate e imbiancarsi di inverno. Sa essere brullo e desertico nelle parti sommitali, quanto rigoglioso e accogliente sulle pendici. Come il vulcano anche la sua gente è al tempo stessa sfuggente e ospitale. Mare e montagna, lava e ghiaccio, boschi e paesaggi lunari…..questo è l’Etna, un gigante di 3300 m incastonato nel vertice Nord orientale della Sicilia.
La rigida cronaca non ha senso, sarebbe un elenco. Preferisco lasciar scivolare in ordine sparso i pensieri. Come un buon vino. Non c’è un ordine…una fragranza la cogli prima di altre, non fai un elenco.
Accompagnati da Giuseppe, fantastica guida vulcanologica, saliamo ai crateri sommitali dal rifugio Sapienza il primo giorno,  e percorriamo il versante  NO il secondo, risalendo da Piano Provenzana. Nel mezzo un magnifico spettacolo… un cono “imperfetto” che domina incontrastato il tratto di mare da Taormina a Catania, sul quale la vista spazia a 360°. Coni imbiancati, interrompono i versanti levigati, ad est la valle del Bove, una immensa depressione come una sorta di scucchiaiata  che si è portato via mezzo versante. Neve trasformata in alcuni punti lavorata in altri, un paesaggio lunare. Il panorama apre il cuore e la mente. Calziamo gli sci, ma guardiamo il mare… una sensazione unica, per noi, nordici abituati ad associare il mare ai bermuda alle infradito e al telo da mare…all’estate insomma. Arrivando in cima so già cosa mi aspetta…i crateri centrali, lì a meno di  un metro…noi siamo abituati alle creste che delimitano il terreno orizzontale dalla parete e dal mondo verticale…qui ci sono le bocche…depressioni fumanti che destano impressione. La sorpresa degli altri è grande, così come la soddisfazione, compresa la mia. Come nelle occasioni importanti compare il gagliardetto del GAP, la foto di gruppo. Mi lancio in un “viva Garibaldi” tra le risate generali. La scanzonata spedizione dei 12 ha raggiunto il suo obiettivo..
La discesa dai crateri è incredibile, neve perfetta, scivoliamo veloci, lungo i crinali, tutti scelgono la loro linea…tra tutti il “Boss” da il meglio di sé…in preda a  raptus di libertà, ogni tanto prende a tagliare in diagonale, si allontana dal gruppo lanciato a uovo, poi come impazzito disegna serpentine in qualche tratto, che nella sua testa decide ideale, e infine rientra come un boomerang tra gli altri. Altri sono più composti…è lo stile dei “Senatori”. Io anziché i canali mi scelgo i coni, mi piace la loro perfetta pendenza di 45°. Vedere le ginocchia vicine al pendio, rannicchiato come sono, invertire in aria, assaporando quel perfetto istante di “sospensione”, dove tutto è precario e puoi chiudere perfettamente una curva o ritrovarti a mangiare neve per terra. In fondo lo sento un po’ “mio” questo versante del vulcano e mi scelgo dove passare. Sono felice. 
La sera saremo al mare…da 3350 a 0 m in un paio di ore.
Secondo giorno, paesini trafficati e fantastiche pinete, intervallate dai campi lavici. Il sole continua ad accompagnarci. Il paesaggio a Nord, è più selvaggio. Di nuovo lo sguardo volge al mare, la Calabria, le Eolie…che posto fantastico! Saliamo è sempre lo stesso vulcano ma cambia la prospettiva, i paesaggi, le distanze..sopra di noi il cratere di NO sfumacchia come una vecchia locomotiva sempre più vicina…vi arriviamo poco sotto,  di gran lunga oltre l’osservatorio dei Pizzi Deneri. Di nuovo strette di mano, affiatati e compatti. Qui la discesa diventa quasi perfetta. Non siamo in neve fresca, ma riusciamo a lasciare le nostre traiettorie nella neve, serpentine che disegnano il personalissimo stile di ciascuno, chi leggero, chi potente, chi preciso, chi irruento. E quindi giù per canali, dossi avvallamenti. Un piccolo infortunio a Valentino ci lascia in apprensione, ma poi tutto si risolve davanti a un piatto di pasta con un brindisi finale.
Di lì congedo tutti e do appuntamento all’aeroporto, vado a trovare Stefano a Catania e a bere un caffè dal sig La rosa, il miglior espresso del mondo. Mentre raggiungo gli altri, i a cavallo di uno scooter con la sacca degli Sci a tracolla (in tangenziale!), i pensieri si affollano. Ancora una volta mi domando come l’Etna possa  esercitare un fascino cosi grande. Ancora una volta il gigante fumante mi osserva. 
Prime luci sul vulcano..
Vista sulla costa dagli impianti di Etna Sud
Lezioni di vulcanologia da parte di Giuseppe, la nostra guida. 
 Verso la cima, il cratere di Sud Est
 Ultimo faticoso pendio tra mare e montagna…

Togliamo gli sci, di lì a poco saremo in vetta..
Ecco i 12 in cima belli come il sole! Gruppo Alpinistico Presolana…what else?
 E poi giù…Chiara scivola leggera ed eterea su neve trasformata
Giorno due..partenza da piano provenzana
Paesaggio nuovo, selvaggio, immenso…
La locomotiva sbuffa e ci indica la via…
Sali sali e non arrivi mai…m quanto è grande questo Etna!
La nostra salita finisce qui…ma il divertimento continua in discesa
Tavolata finale al rifugio. Il cestino di pane in primo piano l’ho finito io

Un commento a "Etna, scialpinismo nel cuore del mediterraneo."

  1. Ali scrive:

    E come il buon vino il tuo racconto è pieno di sapore ;-) bravo!

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>