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Sconfitta del “che mia oia” e fuga da un sabato ordinario

Venerdì sera, mentre semiaddormentato mi guardo il TG giunge una telefonata. Ovviamente non mi alzo sino a quando capisco che l’interlocutore cerca proprio me. E’ l’avvocato che mi propone il Barbarossa per il giorno seguente. Di colpo mi si frantuma l’ipotesi di un sabato ozioso in attesa della domenica di festa, invitati come siamo al matrimonio di Carlo e Michi.
Dovrei preparare zaino, sci e recuperare i mille, ma fondamentali oggetti (laccetti, rampanti, ARTVA, occhiali da sole, stick per le labbra, buffer, guanti, etc.) sparsi ai 4 venti tra camera mia box e stanza “degli ospiti”. Sono dispersi da ben tre settimane, dalla Gita sull’Etna. Un unico pensiero frulla nella testa…“che mia oia”.
Però, l’avvocato arringa e il meteo è previsto buono, non tento l’arrocco e firmo la resa incondizionata.
La mattina si parte direzione Teveno, nel grigiore più totale…verso il ponte del costone le nuvole si diradano e il cielo azzurro fa capolino, pausa a Castione, dove raggiungo quotà due caffè e poi via in Val di Scalve. Saliamo con passo tranquillo, ma costante, mi sorprendo mi pensavo più scoppiato. Siamo in giro quasi da soli e ci gustiamo questo angolo della Val di Scalve, insolitamente deserto. In fondo è Sabato e “che mia oia” l’avranno pensato in tanti.
Sugli ultimi dossi si fa sentire il primo caldo e cede un po’ la gamba, ma tutto sommato si arriva sulla cimetta a dx del barbarossa bene. Prima gita dei 33 anni, la celebro con un autoscatto commemorativo. Poi un autoscatto per i due veci, che seppur sempre indaffarati, non mollano mai. Scendiamo su neve pessima. Alla macchina troviamo un personaggio che ci racconta di un improbabile incidente automobilistico al Gavia, perplessi lo salutiamo e ci gustiamo una birretta al bar “biblioteca” di Teveno. Così parlando gli raccontiamo dell’Etna…il barista sorpreso “ahhh, ma alüra si òter chèi dol Regazzoni, de setimana pasada”…sorridiamo compiaciuti, ci hanno visto fino a Teveno, il potere mediatico.
In sostanza a che servono gli amici? A romperti le scatole nel relax del venedì sera e renderti speciale un sabato ordinario…

Partenza al caldo, la giornata è primaverile

Scorci della Val di Scalve

Saliamo in perfetta solitudine

Uno sguardo alla parete, ripensando al racconto del bivacco su una staffa

Guardando verso Nord

Trentatre e ancora ce nè!!

Arriva il Fabio…

Eccoci….li hai visti teeeeee?

Gambetta rigida in discesa, ma la neve era davvero inguardabile

3 Commenti a "Sconfitta del “che mia oia” e fuga da un sabato ordinario"

  1. Marco scrive:

    Complimenti soprattutto per la foto di vetta stile "Simone Moro"!!!

  2. Fabio scrive:

    …. Se non scrivevi che erano 33 ma ti limitavi alla foto, a mio avviso te ne davano 23 di anni !!
    Mola mia, mola mai l'è tot alenament!!!

  3. Fernando scrive:

    Marco, un effetti l'ho pensato anche io quando l'ho rivista!

    ma lo so che me lo hai detto perchè mi piace il personaggio..

    ;)

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