Un mare fossile meraviglioso, che l’orogenesi alpina ha portato a emergere. Queste sono le dolomiti. La magia di questi territorio nasce principalmente da argilliti e arenarie testimoni di un mare profondo e dalla dolomia, che caratterizzava scogliere coralline di milioni di anni fa.
Visitare le dolomiti rappresenta anche un piccolo viaggio tra i mondi degli uomini. In primis i valligiani, impegnati da secoli a lavorare con fatica e dedizione le proprie terre, preservando il paesaggio del fondovalle. Tra loro forte è il radicamento alla loro tradizione e cultura.
Poi i turisti, per loro conta essere in un luogo famoso, conosciuto, una cartolina da poter esibire e riportare in città, da mettere nella collezione delle vacanze insieme al viaggio alle Maldive, ai castelli della Loira e ad Ibiza. Amano il caos e l’assembramento invece che cercare quiete e contemplazione. Riproducono gli stessi schemi e ritmi, di città, code al bar del rifugio, passeggiata per negozi, aperitivo, struscio cittadino, risultando quasi sempre (a mio avviso) fuori luogo.
Infine gli appassionati di montagna, escursionisti e arrampicatori irresistibilmente attratti da queste montagne, dai loro paesaggi suggestivi e dalla storia degli uomini che ne hanno scalato le cime. Sempre intenti ad osservare qualche via o qualche cima, ma anche qualche piccola meraviglia naturale, un fossile, un fungo, un fiore. Saper osservare e avere la sensibilità per farlo è forse la più grande qualità che andrebbe richiesta a chi si avvicina a queste meraviglie della natura.
Ma per me, il fascino indiscusso di queste montagne risiede nel fatto che ancora oggi, con la loro bellezza, riescono a far sognare gli uomini, spingendoli a realizzare le loro personali piccole o grandi imprese, ad emozionarsi e a ricercare l’essenziale e il bello nelle cose.
Sei il re della demagogia
Ero ispirato, certo che se passi le domeniche a mangiare alle sagre di paese è dura trovare l'ispirazione tra strinù e bottiglie di rosso