C’è un inglese, un tedesco e un italiano.
Sembra l’inizio di una barzelletta. E invece è l’inizio della via della Rampa al Ciavazes.
Siamo in tre cordate io ed Elia, due tedeschi e 3 inglesi.
Aprofittando della ferrata di domenica partiamo venerdì mattina per fare questa via. Mi sembra il giusto compromesso tra la sveglia alle 5.30, i 300 e rotti km di strada e il giovane compagno di cordata, che deve macinare metri ed esperienza.
La salita è molto interessante 310 m di sviluppo su roccia solida, difficoltà mai elevate, ma pur sempre IV dolomitico e il giusto grado di attenzione. Pochi chiodi e tiri sempre da proteggere.
La partenza è un po’ stressante e affollata, la cordata inglese passa abbondantemente i 70 anni e si muove lentamente con metodi di assicurazione mai visti in arrampicata “moderna” e piuttosto rischiosi. Ci mettiamo in coda ai tedeschi, molto veloci. E saliamo senza intralciarci troppo. Come ogni buon alpinista tedesco non proprio “delicati”…mentre loro escono ci regalano una bella scarichetta di sassi che fischiano a poca distanza dalle nostre teste. Forse non hanno ancora digerito i due gol di Balotelli agli europei.
In pochi minuti usciamo anche noi e completiamo la salita in due ore e mezza. Siamo stai bravi, il Bernardi la segnala in 3 ore.
Bello arrampicare in dolomiti, tra tante lingue che si intrecciano, ci sentiamo fortemente “internascional”, come quelli veri!
La linea della via
Primo tiro, l’evidente rampa, in mezzo gli inglesi in alto il tedesco
Elia alla partenza e in azione
Il tiro chiave, un camino di IV, poi sopra la placca più bella
Elia in sosta si cimenta con l’esposizione e l’ambiente
In uscita, il meritato relax belli come il sole!
Doppia in perfetto stile…