Nel numero di giugno del Nodo si è già parlato a lungo
dell’attività di alpinismo giovanile con i ragazzi, sia di quella passata e di
quella attuale in collaborazione con gli educatori dell’Aeper.
dell’attività di alpinismo giovanile con i ragazzi, sia di quella passata e di
quella attuale in collaborazione con gli educatori dell’Aeper.
Volevo aggiungere anche io le mie riflessioni.
Quest’anno la primavera infame ha limitato molto la nostra azione ed è
mancato l’effetto “entusiasmo” che queste iniziative creano se sono fatte in
domeniche consecutive. Reputo positiva, però, la grande aspettativa che aveva
creato l’idea della ferrata, il segnale che alzando un po’ il tiro e proponendo
attività inusuali l’interesse verso le attività in montagna cresce. Un elemento su cui riflettere all’interno del
GAP e con gli educatori.
mancato l’effetto “entusiasmo” che queste iniziative creano se sono fatte in
domeniche consecutive. Reputo positiva, però, la grande aspettativa che aveva
creato l’idea della ferrata, il segnale che alzando un po’ il tiro e proponendo
attività inusuali l’interesse verso le attività in montagna cresce. Un elemento su cui riflettere all’interno del
GAP e con gli educatori.
Tutto sommato, nonostante il meteo, siamo comunque riusciti ad avere delle discrete
presenze nei due appuntamenti. In fondo
quando a fine giornata si vedono i ragazzini sorridenti e soddisfatti, che
siano 20 o che siano 5, non è importante. Si possono fare le cose anche senza la legge
dei grandi numeri. E quando gli stessi cinque ragazzi si presentano l’anno
successivo, evidentemente l’esperienza è piaciuta.
presenze nei due appuntamenti. In fondo
quando a fine giornata si vedono i ragazzini sorridenti e soddisfatti, che
siano 20 o che siano 5, non è importante. Si possono fare le cose anche senza la legge
dei grandi numeri. E quando gli stessi cinque ragazzi si presentano l’anno
successivo, evidentemente l’esperienza è piaciuta.
Personalmente ho trovato molto interessante che si avvicinino alle nostre
attività ragazzi i cui genitori sono originari di altri paesi. Andare in
montagna è un abitudine tipicamente delle nostre zone, in qualche modo è parte
integrante della nostra cultura locale. Se bambini provenienti da altre culture
la vivono come altri sport più popolari e conosciuti, beh, da profano mi sembra
un bel segnale di integrazione. Ma forse sto solo ragionando con schemi vecchi
e in realtà per i bambini tutto è molto più naturale di quel che a noi sembra,
sono già un passo avanti.
attività ragazzi i cui genitori sono originari di altri paesi. Andare in
montagna è un abitudine tipicamente delle nostre zone, in qualche modo è parte
integrante della nostra cultura locale. Se bambini provenienti da altre culture
la vivono come altri sport più popolari e conosciuti, beh, da profano mi sembra
un bel segnale di integrazione. Ma forse sto solo ragionando con schemi vecchi
e in realtà per i bambini tutto è molto più naturale di quel che a noi sembra,
sono già un passo avanti.
Nel 1996 il ragazzi del GAP incontravano altre culture sulle cime del
mondo, ora le altre culture incontrano il GAP sulle montagne dietro casa…
mondo, ora le altre culture incontrano il GAP sulle montagne dietro casa…
..una
bella sfida per tutti.
Nando
Arrampicata al Palamonti: operazioni di imbrago
Due nozioni base…
..e poi via!
Concentrazione…
E relax!
Foto di gruppo finale!
Poieto e Cornagera: i partecipanti
La Regina innevata a Maggio. Foto storica!
Pausa merenda prima di arrampicare
In “Ambiente” c’è qualche timore in più
Che grinta!
Il Nicola e i “suoi” ragazzi
Infine anche “i grandi” si cimentano
Ciao