CAMBIA LINGUA

Spigolo Del Vecchio-Campanile Pradidali (III-IV, IV+)

Tra i soliti mille impegni, necessità lavorative ed incastri, riusciamo finalmente ad organizzare un week-end dolomitico. L’idea è quella di fare una bella via su roccia buona, gradi abbordabili e impegno complessivo non troppo ingaggioso. Alfio con la sua proverbiale conoscenza dei monti pallidi tira fuori dal cilindro lo spigolo del Vecchio al Campanile Pradidali, sopra il rifugio omonimo, nel gruppo delle Pale di S. Martino (tra l’altro complimenti alle gentilissime e carinissime cameriere, due presenze angeliche in mezzo a tanti alpinisti barbuti). 
Sabato attacchiamo il sentiero alle 17.00, subito dopo un bell’acquazzone, che fortunatamente schiviamo. Ci rendiamo conto che dato l’avvicinamento (sono stimate due ore di buon passo) siamo partiti un po’ tardi…siamo anche belli carichi perchè ci siamo portati i materassini per dormire, dato che non abbiamo un posto letto. Il rifugio è pieno zeppo. Saliamo dunque sparati, e complice l’umidità altissima e gli zaini enormi ben presto siamo bagnati fradici. Letteralmente come usciti dalla doccia.
Impressionante la compattezza e la grandezza della parete est del Sass Maor, che non avevo mai visto.
Giungo al rifugio in un ora e 45 minuti e mi sorprendo..la gita in alta quota al Palon de la Mare ha avuto un benefico effetto.

Imbocchiamo la valle, ci attende una bella scarpinata

Il rifugio appollaiato su un costone sbuca dopo un po’

Dopocena facciamo conoscenza con due ragazzi bresciani, Davide e Diego, simpaticissimi. Anche loro hanno fatto il Gran Pilastro l’anno scorso e ci scambiamo impressioni e racconti. Il giorno seguente attaccheranno la blasonata e prestigiosa Fessura Buhl alla Cima Canali. I ragazzi sono due tipi tosti! Ridiamo e scherziamo, e la serata prenderebbe la giusta piega “bar sport”, ma purtroppo la sveglia presto ci riporta con i piedi per terra e dopo esserci scambiati i contatti ci salutiamo. Alla fine noi abbiamo avuto la fortuna di trovare due posti letto, mentre loro si accomoderanno sui tavoli (e probabilmente dormiranno meglio di noi).

La loro salita la trovate qui, il blog del gap è stato addirittura citato! (e io ricambio il favore)
http://www.cornodicavento.com/FORUM2/index.php?t=msg&th=2131&start=0&rid=0&S=2128fe9be8c3ae6daf04192861ef405a

L’indomani sveglia presto cielo meravigliosamente senza nuvole. Solo un vento freddo e teso che ci abbandonerà solo sugli ultimi tiri.

Il Sass Maor baciato dalle prime luci del mattino





La via sale l’evidente spigolo sulla destra

La linea seguita (più o meno)

Sui primi tiri mi sento un po’ impacciato, è tre settimane che non scalo. Poi piano piano ritrovo il giusto feeling. Troviamo sulla via altre due cordate, decisamente inesperte, che ci rallentano di un ora buona dovendo attendere il loro passaggio sul tiro chiave. Su gli ultimi tiri, dove il percorso è meno obbligato li superiamo e ci portiamo rapidamente in vetta.
La via complessivamente è divertente e interessante. noi abbiamo fatto la versione integrale partendo dalla nicchia dove c’è una lapide, altri saltano il primo tiro attaccando più in alto e a destra in corrispondenza di un catino. Il quinto tiro (chiave) è veramente bello, dritto, continuo, ben appigliato su roccia ottima. Di piena soddisfazione. La discesa non è da sottovalutare sopratutto se inesperti, ci sono tre doppie nel vuoto su parete strapiombante. Nel complesso si è rivelata meno banale e semplice del previsto, ma sicuramente consigliabile.

La pala di San Martino, con il bivacco in cima e in primo piano, la cima Imnik

Sesto tiro, Alfio in posa “retorica” sullo  spigolo, delsesto tiro, dopo il tiro chiave. 




































Le corde sullo spigolo. 

Ultima sosta

Vetta e autoscatto di rito!

Alfio in doppia, Cima di Ball, spettacolare doppia aerea. 

Merenda finale!

E ogni volta, mentre si imbocca il sentiero verso casa si pensa già alla prossima avventura, tra visioni mistiche e cieli biblici.

Nando

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