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Basta poco per emozionarsi

Dopo un’inizio di stagione spumeggiante, con due gite all’attivo nel mese di novembre, questo inverno ha deluso le aspettative di molti, le mie sicuramente.

Nevicate imbarazzanti e un tempo soleggiato quasi tutti i giorni mi stavano facendo perdere ogni speranza, ma fortunatamente qualcosa è cambiato.

Sabato sera, dopo un’intenso negoziato via whatsapp, convinco Nando a schiodarci dal Tonale e osare un giro in Svizzera, su consiglio di Diego, la new entry del gruppo.

Ci svegliamo quindi giusto una mezz’ora prima per dirigerci verso lo Julerpass in zona Engadina dove ci aspetta un paesaggio tipicamente invernale, con la neve che dai monti circostanti scende fino in paese; solo per questo capiamo che ne è valsa la pena.

Verso le nove cominciamo a muovere i primi passi, in una valle freddissima, verso una meta ancora da decidere, visto che le opzioni sono molte.

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Dopo esserci scaldati scegliamo di optare per la gita più lunga, verso il pizzo Surgonda (3196m).

La risalita è tranquilla e incontriamo molta gente, quasi tutta di Bergamo; sembrava di essere in Val Seriana piuttosto che in Svizzera, ma d’altronde l’Orobico medio si stanca facilmente di risalire le piste, ha bisogno di stare “in ambiente” come dice Diego.

Raggiunta la cresta finale, percorriamo gli ultimi metri con gli sci in spalla per via della neve troppo ghiacciata che non dava troppa sicurezza e dalla vetta la vista è fenomenale, a 360°.

 

Vista dalla vetta del Pizzo Surgonda

Vista dalla vetta del Pizzo Surgonda

In tutta fretta ci attrezziamo per la discesa per poter mangiare con calma al riparo dal vento, quindi, siccome non avevamo fretta e la giornata era ancora lunga, scegliamo di non scendere direttamente alla macchina ma di fermarci a metà strada per ripellare e, con soli 300 metri di dislivello, risalire verso il pizzo Campagnun.

In cima al pizzo Campagnun

In cima al pizzo Campagnun

Motivo di tale scelta non è tanto per fare dislivello, non siamo tutine, ma per assaggiare la tanto agognata “polvere”, che intuiamo debba esserci su quel lato della valle, non particolarmente battuto dai venti nei giorni precedenti.

Arrivati in vetta sentiamo che i nostri sforzi sarebbero stati ripagati a breve, difatti, dopo un primo traverso, passando sotto un arco di roccia, troviamo un pendio quasi vergine di neve polverosa, non particolarmente lungo, ma quanto basta per emozionarci, alla fine basta poco no?

La sensazione di galleggiare e di carvare dolcemente sopra il manto nevoso per quei pochi secondi, mi ripaga di tutte le attese e ritorno al parcheggio più che soddisfatto, fremendo per la prossima gita.

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Nel viaggio di ritorno ragiono anche sul fatto che questa stagione di secca ha anche i suoi lati positivi, è uno stimolo per abbandonare le gite a due passi da casa ed esplorare nuovi luoghi.

 Lorenzo

 

2 Commenti a "Basta poco per emozionarsi"

  1. Carminati Luigi scrive:

    Complimenti per la vs. gita !!!!!!!!! E’ un cordiale invito…….alla ricerca della neve.
    Ciao

  2. Gianlu scrive:

    Bravi finalmente………….. qualcuno toglie la ruggine degli sci.

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