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Galenstock, esplorazione svizzera

Sempre seguendo l’andamento dell’ultimo periodo, anche questo week end la meta prescelta è stata la Svizzera.

Partiamo così alle cinque del mattino alla volta del paesino di Realp, in val Orsera nel canton Uri, a quota 1538m s.l.m. . Arrivati, troviamo il parcheggio già pieno scialpinisti intenti a prepararsi.

L’itinerario da seguire è quello che ci porterà sulla vetta del Chli Bielenhorn; cominciamo dunque a risalire lungo la mulattiera che porta al Furkapass finchè non raggiungiamo il berghotel Galenstock per iniziare a seguire le tracce in una neve che promette bene.

 

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Verso il il Berghotel Galenstock

Da qui in poi è un susseguirsi di dossi che rendono la salita piacevole e senza sforzo fin quando raggiungiamo un grande pianoro da cui si vedono tracce diverse, decidiamo quindi che è il caso di fare un piccolo briefing, dato che, non conoscendo al meglio la zona, non sapevamo esattamente dove fosse la cima da raggiungere.

Sulla destra un rifugio da cui poco lontano si trovava una croce, è forse quella? No

Sulla sinistra un picco roccioso, forse si trova li dietro… controlliamo la cartina.

Leggermente decentrato vediamo un ghiacciaio, Diego controlla sul suo GPS e scopre che è quello del Galenstock, quota 3586m s.l.m.

C.D.A. per decidere il da farsi

C.d.A. per decidere il da farsi

Colpiti dalla sua maestosità decidiamo di variare drasticamente la meta della giornata anche se questo comporta un notevole aumento del dislivello da effettuare.

Dopo aver attraversato tutto il pianoro facciamo un pit stop rapido per mangiare qualcosa e bere un bicchiere di tè, dopodichè, come direbbe qualcuno… “rapportino agile… e via!”, iniziamo a risalire il ripido ghiacciaio.

L’ascesa è lunga e non concede mai la possibilità di fermarsi a prendere fiato. Quando però raggiungiamo la sommità iniziamo a chiederci come fare a raggiungere la vetta, perchè  non sembra esserci un collegamento innevato tra il ghiacciaio e la cresta finale.

Dopo essere avanzati qualche metro capiamo dov’è il passaggio, un canalino di roccia e neve che permette di colmare gli ultimi metri di dislivello ; l’unico problema è che per farlo, oltre a dover togliere gli sci, servono picca e ramponi che non avevo con me.

Diego e Marco alle prese con passaggi tecnici

Diego e Marco alle prese con passaggi tecnici

Per ovvi motivi decido quindi di fermarmi a quota 3400m s.l.m. e lasciar proseguire Diego e Marco per tentare di raggiungere la vetta ma, una volta terminato il canalino, vuoi per la stanchezza, vuoi per le condizioni non del tutto sicure, decidono di tornare indietro con un pizzico di amaro in bocca.

Vista dal ghiacciaio

Vista dal ghiacciaio

La delusione viene però presto dimenticata appena iniziamo la discesa lungo il ghiacciaio, che sembrava un pista livellata dal gatto delle nevi.

Ritornati sul pianoro, decidiamo di ripellare per riprendere subito il pendio che ci riporta sulla strada del Furkapass per poi ritornare all’auto… felicemente distrutti da questa piacevole gita.

Lorenzo

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