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Condizioni invernali al Pilastro di Prada

Ciao a tutti!
Questa è stata proprio forte…in settimana il Carlo mi propone di andare a fare la via CAI Vedano, al pilastro di prada, iper spittata e sicura, per provare a muoverci in condizioni “severe” se non proprio invernali. Sfruttando la finestra di bel tempo decidiamo per il sabato. Dopo breve giro di consultazioni, gli raccomando di portare la relazione. Alle mie perplessità sulla fattibilità della cosa, mi risponde come al solito “Tranquillo. E’ tutto sotto controllo”. E di solito è il momento in cui inizio a preoccuparmi. E così sveglia all’alba e direzione Lecco. Prima di imboccare la strada che sale per Esino abbiamo anche tempo per prenderci un caffè e notare uno strano personaggio vestito con abiti sciamanici al Bar. Non posso neanche appellarmi ai fumi dell’alcool, causa castità alcolica pre salita, veberdì ho bevuto solo una birra…dunque è proprio il matto del paese. Dopo innumerevoli tornanti arriviamo al parcheggio, dove rimaniamo circa 20 min a girare e rigirare la macchina perchè non troviamo le indicazioni per il sentiero. Se la nostra relazione è approssimativa sul luogo del parcheggio, figuriamoci il resto.
Usciamo dalla macchina, freddo pungente, carichiamo in spalla lo zaino e set di pentole, partiamo. E’ una bella giornata e tutto sommato ne è valsa la pena. Superiamo la sella di prada e ci dirigiamo verso la famosa porta omonima, conosciutissima tra i lariani. Incontriamo anche un pastore che ci saluta, le campane del suo gregge di capre, ci terrà compagnia per tutta la via. Ricambiamo il saluto e ci portiamo verso l’attacco. L’ambiente è decisamente invernale e selvaggio. L’approccio alla via non è dei migliori, una placca di V- che fatta con gli scarponi di cuoio è ostica…parte il Carlo, sbuffa, azzera blocca, girandosi mi dice, “oh male che vada buttiamo giù una doppia”, “andiamo bene siamo solo sul facile” penso, ma sto zitto, ne và della sottile psicologia della cordata. Dietro di me si ferma a guardarci un escursionista e mi chiede se fa freddo. “Secondo te?” mi verrebbe da dire, ma lascio perdere. Alla fine il Carlo passa e mi recupera. Non facciamo gli schizzinosi ed è tutto un azzeramento, una staffa , un bloccaggio. Il secondo tiro traverso in placca, terzo tiro un pilastro compatto, sempre Carlo davanti. Nonostante il freschino ci sciogliamo, e quasi quasi ci divertiamo. Sembriamo, o forse lo siamo, due matti, come quello del paese. Gli ultimi due tiri li affronto io, che diamine, è “solo” quarto. L’uscita tra erba nevosa, corne che si muovo e un po’ di ghiaccio contribuisce a qualche capello bianco in più. Metto i guanti, metto un dado, spolvero le rocce. Sosta. Sollievo. Recupero il socio che sale tranquillo, ma la via vuole il suo tributo. E gli cade un mio dado. Mi guarda, si scusa e mi fa notare che è ancora a credito del suo friend che ho perso in Engadina. Rido, non troppo… ha ragione. Foto di rito, una veloce doppia dal lato opposto e siamo giù. Che dite ce la passate come invernale?

Dal parcheggio guardando a nord

Il pastore e le capre

La Porta di Prada

Il pilastro e la via CAi Vedano

Uno..

…e due (matti)

Primo tiro, placca ostica

Sul traverso

Staffona d’ignoranza sul pilastro (VI)

Comodo sulla staffa, mi faccio l’autoscatto …

Vado io…

Sosta di uscita e traverso “allegro”..

Un po’ di sole verso il lago..

Carlo mi raggiunge in sosta..

Belli come il sole a fine via!

Doppia…

e anche chesta l’è ‘ndacia!

3 Commenti a "Condizioni invernali al Pilastro di Prada"

  1. Marco Moro scrive:

    Bravi ragazzi….

    anche se gli occhiali da saldatore di Carlo lasciano un po a desiderare sulla serietà della coppia…

  2. Anonimo scrive:

    più che un saldatore sembrava la lina wertmuller..

  3. Annamery scrive:

    piu che "belli come il sole" direi che ormai bisogna passare al "belli come la neve" … ormai siamo in inverno…

    e comunque sempre dei giri fantastici.. e io che sono qui a roma, mi devo accontentare di Ciampino, e di 2 ore di coda sulla pontina (la strada piu pericolosa d'italia) per andare a sperlonga… aaaargh….
    tutto questo per dire: nando non dimenticarti quanto ti invidioooo!

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