CAMBIA LINGUA

Alla ricerca della neve perduta

Lunedì pomeriggio decido che ne ho abbastanza.Vado a cercarla. Stufo di attendere e ingolosito dalla bellissima sciata a Pila del giorno prima, racimolo i miei arnesi di scialpinismo e mi dirigo verso il Pora. Al Ponte del Costone valuto l’innevamento sulle cime sopra l’abitato di Premolo. Nivometro inconfondibile per ogni frequentatore della val Seriana. Male, molto male. Neve scarsissima, praticamente assente. Si sapeva del resto. Proseguo ugualmente motivato, ma soprattutto ben documentato dal Mattia, frequentatore assiduo del Pora. La giornata ha una luminosità fantastica piena, limpida, ma radente, che taglia netta i profili delle montagne, degli alberi, dei campanili e degli abitati. Valeva la pena, anche solo per godere dei panorami non troppo sbandierati e pubblicizzati delle nostre valli. Giunto al parcheggio mi preparo per la risalita, mi attardo poichè mi mancano gli automatismi, come sempre ad inizio stagione. 
A volte si ha voglia di star da soli, di godersi la fatica che poco alla volta prende il sopravvento sui pensieri e le menate personali. Mi muovo riassaporando il passo cadenzato e il ritmo unico e inconfondibile dello scialpinismo. Riassaporo il sudore, la lentezza il panorama. Con lo sguardo si cerca sempre la Presolana, la sua vista è rassicurante. Il Pora non è isolato o incontaminato, chiaro, ma è sufficientemente poco affollato da essere piacevole. Oggi non devo chiacchierare, non devo aspettare, non devo rincorrere. Oggi salgo come voglio io. Per gli amici ci sarà tempo, sono sempre presenti come le montagne. Mi dirigo al Monte Alto, scatto qualche foto. Oggi ho portato la reflex.
Risalgo verso il Pora mentre il sole affonda nelle occidentali…ho tempo di fare una foto al cielo infuocato prima che una luce violacea si diffonda. Le ombre si allungano veloci, ma altrettanto velocemente spello e sono pronto per la discesa. La pista è un disastro. La neve è così poca che dove i gatti hanno ribattuto per pudore passo a lato. Un po’ di rispetto per chi con quella poca neve tenta di salvare la stagione. Mi godo le mie curvette senza pretese, le pennello senza l’irruenza pistaiola. Ciò che conta è essere lì. Il richiamo potente dell’inverno,  austero e selvaggio nonostante tutto.

 Monte Alto e Magnolini

La regina
Il Lago d’Iseo
Tramonto è ora di andare

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>