Week end di tempo incerto, ma non ci scoraggiamo. Optiamo per un giro in falesia a spaccarci gli avambracci al grido del motto orobico per eccellenza.
“Allenarsi”
Scegliamo la bucolica valle dei mulini, sopra Rusio.
Posto bello, ma che non perdona.
L’arrampicata è un mix di tecnica e forza, le pareti da verticali a strapiombanti..roccia ottima a buchi. Il settore che scegliamo presenta solo due tiri sotto al sesto, poi dal 6a a salire.
Alessandro sperimenta tiri ostici e lotta alla grande. Marco con la consueta tranquillità e leggerezza ed Elia con un discreto livello di “pompa” e molta determinazione, forzano i passaggi duri, con qualche resting.
Elia supera quasi in scioltezza un bel passaggio severo dove tutti si fermano a lungo o vengono respinti. Grande risultato.
Io provo due volte (da secondo) e faccio anche i movimenti giusti, ma di tirare quella rigola e mettere i piedi sopra al tettino proprio non c’è verso.
E alla fine, tra risate e battutine, tiro fuori la mia staffa.
“staffa che si passa”…con questa frase in testa, il titolo del post è quasi fatto.
Che alla fine imparare ad usarla bene, viene sempre utile.
Silvia Vidal insegna.
Nando
Uno scorcio della valle, sembra il borneo
Marco ed Elia ingaggiano la lotta con l’alpe
Il “Poniek”, al secolo Alessandro
Taac, A1 dignitoso.
No se guardate bene c’è anche l’Elia
Il passaggio ostico