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Si è alzata l’asticella, Pizzo Camino (2492 m) con gli Sci.

Correva l’anno 2014 e assieme a Gianlu, Mario e Ferra facciamo una gita di sci d’alpinismo al “Corna Busa”. Raggiunta la meta iniziamo a sistemarci, classiche strette di mano, una bevuta di te e uno sguardo al panorama. Ci colpisce subito la bellezza della valle alle nostre spalle, così solitaria, selvaggia e, che in veste invernale, ha l’aspetto degli ambienti d’alta quota.

Subito mi colpisce la montagna che domina tutta questa valle e noto che non sono l’unico. Gianlu rompe il silenzio del momento dicendo: “Quello la è il pizzo Camino…” indicandola, e poi, rivolgendosi a me e Matteo aggiunse “…è proprio una bella gita, dovreste farla”. Da allora son passati quattro anni, quattro stagioni secche che ci hanno costretto a lasciare le nostre valli, per andare in posti più lontani a soddisfare la nostra voglia di inverno. Quest’anno però le cose sono cambiate.

Dalle prime gite di Novembre e Dicembre per “farci la gamba”, Gennaio ha seguito un andamento esponenziale per quanto riguarda la qualità degli itinerari.

Cimon della Bagozza, Druet e Piz Griatschouls sono stati caratterizzati, non solo da sciate che difficilmente dimenticherò, con il manto nevoso sempre più bello di domenica in domenica ma anche da aspetti più alpinistici, con canali innevati da percorre a piedi, usando picca e ramponi tenendo gli sci legati agli zaini. Quindi,sulla scia di queste gite, Nando mi propone di fare proprio il Pizzo Camino, che quattro anni prima mi era stato consigliato di fare.

Documentandoci sull’itinerario, durante la settimana, capiamo subito entrambi che non sarà proprio una passeggiata, sia per il dislivello sia per la lunghezza del tratto alpinistico e soprattutto la condizione della neve giocherà un ruolo fondamentale.

Partiamo quindi da Schilpario risalendo le vecchie piste da sci fino a raggiungere il passo di Corna Busa passando per malga Epolo. Durante la salita tastiamo un attimo la neve e ci guardiamo attorno per capirne meglio stabilità e consistenza.

Nando alla Corna Busa

Nando alla Corna Busa

Arrivati al passo effettuiamo una sosta tattica per organizzare la seconda parte della gita e stabilire il percorso da seguire. Subito capiamo che nessuno passa di li da un po di tempo, dato che si intravedono a malapena delle tracce, coperte dalla neve caduta in settimana, che aggirano una parete rocciosa per poi risalire. Dopo aver controllato anche la relazione riprendiamo il cammino.

Aggirato lo sperone di roccia vediamo delle vecchie slavine che un po’ ci intimoriscono e un po’ ci rasserenano e che ci costringono a continue inversioni per tracciare nelle zone non interessate dal loro passaggio. La salita è lunga, più di quanto pensassi, ma finalmente raggiungiamo il canale che ci porterà alla cresta finale.

Ci avviciniamo con gli sci ai piedi per tastare la consistenza della neve e ci sembra buona. Ce n’è tanta, freschissima, ma uniformemente consolidata grazie al freddo dei giorni precedenti.

Iniziamo così a prepararci per affrontare gli ultimi metri di dislivello, circa 100, ma che si riveleranno i più lunghi della gita. Nando inizia a tracciare il percorso e conferma le nostre sensazioni, la neve è buona. Man mano che si sale le pendenze iniziano ad aumentare e la fatica comincia a farsi sentire ma finalmente raggiungiamo la sella e veniamo baciati dal sole.

Si sale!

Si sale!

Ed eravamo solo a metà!

Ed eravamo solo a metà!

Possiamo ora percorrere la cresta finale che porta direttamente alla croce. Qui, essendo esposti al sole le condizioni sono leggermente diverse e procediamo con ancora più cautela ma la neve è ancora stabile.

Dopo aver superato qualche passaggio quasi di misto intravedo la croce della vetta e una volta raggiunta mi congratulo con Nando per la riuscita della gita. Mi accorgo che praticamente siamo appollaiati sopra degli strapiombi da capogiro con un panorama mozzafiato che spazia dalla Presolana all’Adamello e vediamo anche la cima raggiunta qualche settimana prima, il Cimon della Bagozza. Non restiamo troppo a lungo in vetta per evitare di affrontare il pendio in discesa nelle ore in cui il sole “picchia” di più e iniziamo a scendere.

Ultimi metri

Ultimi metri

Foto di Vetta!

Foto di Vetta!

Percorriamo a piedi gran parte del canale affrontato in precedenza ma a tre quarti decidiamo che è il caso mettere gli sci. Facciamo non più di quattro curve dentro questa strettoia ma bastano per ripagarci di tutta la fatica. La neve è bella, polverosa, tantissima, uniformemente morbida….. uno spettacolo!

Usciti dal canale ragioniamo sul fatto che forse potevamo farlo interamente sciando ma va bene così, ci aspetta un’intera valle da pennellare. Il pendio, slavine a parte, pare una tela che aspetta di essere disegnata e così mi lancio subito per lasciare i segni del mio passaggio. La sciata è così piacevole che vorremmo non fermarci più. Mai trovata una neve simile.

Compitino di giornata

Compitino di giornata

Ma purtroppo, ahimè, tutto ha una fine… o quasi. Circa a tre quarti del pendio a regola bisognerebbe fare un traverso per raggiungere nuovamente, con qualche racchettata, il passo di Corna Busa. Ma c’erano ancora un bel po’ di metri da poter sciare. Io guardo Nando, Nando guarda me.

“Hai fretta di tornare a casa?” mi chiede.

“Assolutamente no” rispondo.

E allora ripuntiamo gli sci a valle e ci togliamo lo sfizio di tirare ancora altre curve, altre pennellate, fino a raggiungere la conca più in basso. Non potendo scendere ulteriormente ci guardiamo indietro e osserviamo soddisfatti le nostre tracce, le uniche della giornata.

Lasciatemi qui!

Lasciatemi qui!

Ripelliamo per raggiungere il passo con le ultime energie rimaste e proseguiamo con la discesa verso Schilpario ancora in una neve polverosa.

Arrivati in fondo alle piste raccolgo la mia attrezzatura e barcollo fino alla macchina. Raggiungiamo un bar in paese con vista pizzo camino e col sorriso in volto brindiamo all’ottima riuscita della gita.

Lorenzo

 

4 Commenti a "Si è alzata l’asticella, Pizzo Camino (2492 m) con gli Sci."

  1. Nando scrive:

    Grande report! Mi hai riportato alla meravigliosa sensazione della neve soffice e polverosa sotto le solette!

    Che gran gita!

    Alè duri! La stagione è ancora lunga!

  2. Gianlu scrive:

    Una bella gita alpinistica complimenti bravi

    1. Nando scrive:

      Grazie Gianlu!

  3. Gigi scrive:

    Scialpinismo….una passione senza confini. Ci vuole uno spirito libero per disegnare la neve senza lasciare traccia. Complimenti

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