15,3 km (distanza), 1561 m (dislivello), 4h 55 min (tempo).
Venerdì Santo ad ANELLO…
15,3 km (distanza), 1561 m (dislivello), 4h 55 min (tempo).
Come ogni domenica soleggiata di marzo che si rispetti, la sveglia presto è d’obbligo per affrontare una delle gite scialpinistiche di più ampio respiro di fine stagione.
La meta viene scelta già al sabato sera: il classico Pizzo Tre Confini (2824 m s.l.m.). Per me e il mio solito compagno di avventura Claudio si tratta della prima assoluta qui: la curiosità e la voglia di macinare dislivello ci caricano alla partenza.
Lizzola, ore 7.40 (orario nuovo): io, Claudio e Cristian partiamo sci ai piedi dalla macchina per affrontare i 1600 m di dislivello circa. Subito si percepisce che oggi prenderemo parte ad una processione di appassionati scialpinisti verso la vetta del Pizzo.
Attraversiamo con agio la parte pianeggiante iniziale (le Piane di Lizzola) assieme a Nicola e ad altri due suoi amici incontrati al parcheggio. Al primo salto, dobbiamo mettere gli sci nello zaino per superare in circa 10-15 minuti l’unico tratto dell’itinerario con neve scarsa.
Rimettiamo gli sci ai piedi e, dopo esserci separati da Nicola e amici a causa di problemi tecnici, proseguiamo nella salita saltuariamente superati dai tutine che sicuramente ne hanno di più di noi nelle gambe e nel fiato: a metà strada veniamo superati da un terzetto di tutine che salgono legati con la corda, chiaro segnale di una loro preparazione ad un trofeo scialpinistico impegnativo (Mezzalama).
Ci godiamo lo spettacolo dalla vetta tra gente che scatta foto ricordo e gente che si gusta una sana bottiglia di rosso e del buon “pà e codeghì”. Circa verso le 11.40 ci prepariamo per la discesa lasciando il posto in vetta agli altri scialpinisti che continuano ad arrivare con una costanza incredibile.
Pian piano le gambe si fanno sentire legnose e pesanti e, dopo l’ultimo sforzo di “sracchettonare” nel tratto pianeggiante prima del parcheggio, circa alle 12.30 arriviamo alla macchina esausti ma appagati per il gitone appena concluso.
Ci sono vari modi per festeggiare un compleanno.
Quest’anno ho deciso di prendermi un giorno di ferie e andare in montagna. Non la classica giornata su pista, di nuovo in mezzo a folla e gente, ma una bella risalita con gli sci. Trattandosi di una uscita in solitaria, ho optato per il Grem, sicuro e facile. Del resto è sufficiente stare lontano da treni, ritardi e ufficio per essere contenti.
Risalgo i bei pendii con calma, sul tracciato trovo solo uno sci alpinista e due ragazzi con la tavola, tra cui il sosia di Reynold Messner versione anni 70, con tanto di fascia e barbona che ispira simpatia solo a guardarlo.
La pala finale offre una neve gelata faticosa, le pelli prendono poco. Con la dovuta pazienza la supero e poco dopo sono in vetta. Ci rimango una bella oretta in solitudine, la giornata è perfetta calda e senza vento. E del resto non ho fretta.
Festeggio con una bella crostata ai lamponi.
“Buon compleNando!” mi dico, ridendo da solo per il gioco di parole.
Tutto sommato sono ancora in discreta forma, nonostante l’età. Ed è già un risultato.
Poco alla volta salgono altri alpinisti. non ho voglia di troppe chiacchiere ed è il momento di scendere. Faccio una bella sciata nella prima parte, poi il Grem è il Grem e in basso trovo solo poca neve “marmellata”.
Rimonto in macchina, giro la chiave. Il motore della Y “canta”. E’ vecchiotta pure lei, ma ancora mi accompagna sulle montagne, nonostante l’età.
Ed anche questo è un risultato.
Nando
Dopo un lungo periodo a digiuno di sci oggi ho finalmente ripreso.
I compagni di gita sono Antonio e Gianni e dopo un lungo dibattito la meta prestabilita diventa il Barbarossa, “perchè c’è meno gente” dicono.
Già appena usciti dall’auto capiamo che sarà una giornata all’insegna del vento ma proseguiamo senza problemi anche perchè, tastando la neve, ci immaginiamo come sarà la discesa.
In poco tempo, non so di preciso quanto, raggiungiamo la vetta, una cresta molto sottile che mi fa decidere di tornare indietro con le pelli ancora agli sci.
Ormai è giunto il momento tanto atteso da tempo, stringiamo bene gli scarponi, indossiamo le maschere e via!
La neve era a tratti crostosa per via del vento e a tratti polverosa come piace a chiunque ma nel complesso è stata ottima.
Arrivati a Teveno prendiamo la panachè ben soddisfatti e poi ritorno a Bergamo con musiche irlandesi.
Lorenzo