Ci sono progetti che nascono quasi per caso, per un bizzarro gioco del destino, ma che con il passare del tempo continuano a scavarti dentro il crescente desiderio di poterli realizzare. Uno di questi era rappresentato dall’Alta Via Pirenaica, che percorre la catena montuosa dall’Atlantico al Mediterraneo in un ambiente nel quale la natura si esalta ai massimi livelli.
E così quest’estate si sono realizzati i presupposti per trasformare concretamente questo progetto; un trekking vissuto come un’avventura, condiviso con Mario, Benny e Antonio lungo sentieri e valli visitati solamente attraverso mappe e cartine ma che lentamente si sono trasformati in ripide salite, ampie vallate, discese vertiginose, ghiacciai in quota e incontri con persone che hanno condiviso con noi la passione per la montagna.
Tante sono le emozioni che un viaggio durato 18 giorni ha provocato in ognuno di noi . Personalmente ritengo che l’aspetto più coinvolgente sia stato percorrere i sentieri di questa catena montuosa, attraversandone continuamente i confini con la percezione che i valichi rappresentassero sempre un elemento di comunicazione e di scambio, fra i popoli e le persone e noi stessi, in quel momento ne eravamo partecipi.
Ricca di fascino perché sospesa fra storia e mitologia, nonché per essere stata già percorsa da soci GAP, la salita alla Brechè de Roland, dove la montagna sembra effettivamente essere stata tagliata da una lama, e la successiva salita al monte Taillon m 3144 dove abbiamo appeso la bandiera “Summit for Peace” come nostro contributo affinchè le montagne siano sempre e ovunque portatrici di messaggi di Pace.
Abbiamo continuamente attraversato valichi tra Francia e Spagna percorrendo sentieri che nei secoli hanno rappresentato le vie di comunicazioni fra le popolazioni Pirenaiche le quali, a dispetto di confini e Stati, si scambiavano merci indispensabili alla loro sopravvivenza.
Il nostro lungo peregrinare si è concluso con la salita al Pic de Aneto mt. 3404 la vetta più alta dei Pirenei, quasi un abbraccio ideale a tutte quelle montagne e vallate che abbiamo attraversato. Un piccolo segno del nostro passaggio è rimasto al Rifugio Arremoulit dove abbiamo lasciato il gagliardetto GAP.
Questo viaggio non è fatto solo di dislivelli, salite, stanchezza, sole, temporali e tutto quanto accompagna e da sapore ad un’esperienza di questa natura; è fatta sopratutto dei legami con le persone e quindi sono a ringraziare Antonio, Benny e Mario per la condivisione di questo bellissimo trekking. Il camminare insieme, affrontando le situazioni più diverse, è l’immagine che più mi resterà impressa nella mente e nel cuore.
P.S. Naturalmente assieme alle immancabili bevute di birra che hanno caratterizzato ogni nostra tappa.
Grazie e…..buon cammino.
Gigi
Articolo ben costruito. Trasmette le sensazioni da voi provate lungo il cammino e manda a noi immagini del vostro percorso. Erica
Ciao Gigi,
bellissimo post!
Di stimolo per completare la stagione estiva e ripartire con le iniziative d’autunno! E che posti!
Bravi a tutti e al mitico tendine dell’Antonio che ha retto anche a questo giro!
Nando