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Monte Bianco!

Monte Bianco!
Monte Bianco!
Monte Bianco!
Giovedì mattina alle ore 6.00, sei giovani del GAP, entrano in A4, direzione Alpi occidentali, con l’obiettivo di salire il M. Bianco dalla via Francese….morale alto, motivazione a mille e qualche incognita, le solite per le vie d’alta quota classicissime…saremo acclimatati?troveremo da dormire?La salita sarà impegnativa? etc. etc.
Il viaggio è andato liscio e arrivati al paesino di Les Huches (si scrive così?) il clima era veramente da vacanza…giornata bellissima, tante risate e relax!!Dopo un pranzo con orario anticipato, saliamo sul trenino che ci porta in un ora al capolinea Nide d’Aigle, p.to di partenza per il rifugio Gouter. Qualcuno durante il tragitto dorme, qualcuno si guarda in giro..il viaggio sul trenino a cremagliera è cmq molto suggestivo. Una volta sbarcati ci incamminiamo belli carichi (il mio zaino pesava 16 kg!!!), muovendoci tra turisti e famigliole, stambecchi che sembrano messi lì dall’azienda di promozione turistica..e curiosi personaggi che ci avvertono che probabilmente al rifugio non c’è posto per dormire..più che consapevoli di questa possibilità, saliamo in una giornata bellissima osservando l’Aguille del Bionnasay, con il ghiacciao omonimo…in fondo sopra Chamonix… l’Aguille du Midi..un ambiente bellissimo..
Proseguendo lungo l’itinerario arriviamo nei pressi del rifugio Tete Rousse, dove osserviamo l’ultimo tratto di giornata…600 m belli ripidi tra sfasciumi di rocce che ci portano dritti dritti al nostro rifugio..il Gouter.
Attraversiamo senza problemi il temuto canale sotto il rifugio e tra le 4 e le 6 di sera arriviamo tutti …l’ultimo tratto è abbastanza impegnativo e si sente la quota!!!
Stiamo abbastanza bene e dopo una cena sprint (minestrone, 1 fetta di carne a testa, un po’ di riso e una fettina di torta), iniziano i movimenti per cercare i posti per dormire…ovviamente di letti neanche a parlarne..nella sala da pranzo si incrociano sguardi degni di uno spaghetti western…nella logica dell’accaparramento dei posti migliori, finisce che Luca invece di dormire vicino ad Ada, si accomoda di fianco al sottoscritto…gli altri si posizionano su tavoli e panche. La sveglia per la partenza alle due di notte è accolta con liberazione!! Ci guardiamo in faccia….qualcuno è più sbattuto degli altri, ma dopo una rapida colazione ci prepariamo e partiamo. Alle 3 i ramponi “mordono” la neve dura, con il loro caratteristico e piacevole rumore….davanti a noi un suggestivo serpentone di lampade frontali ci indica la via…il cielo è sereno, anche se qualche nube fa capolino..cmq, saliamo.
Da subito entriamo in quella atmosfera tipica da salita d’alta quota, siamo concentrati sulle nostre sensazioni fisiche, immersi in un ambiente incredibile, inquietante e affascinante allo stesso tempo, in silenzio seguiamo la traccia e un passo dopo l’altro saliamo…da primo di cordata penso a varie cose….la traccia, il passo, le cordate d’avanti, ma la cosa che mi preoccupa di più è il meteo…un po’ di nubi si avvicinano e coprono la vetta ed inizia a tirare un vento teso e fastidioso….poco sopra il biv. Vallot albeggia…io sto bene, Mattia un po’ meno, ma tiene duro…Ada e Luca sono già molto in alto e vanno come due locomotive…Marco e Paola seguono più lenti, ma è il loro classico passo che ho imparato a conoscere con le gite di scialpinismo e non mi preoccupa..poco alla volta risaliamo la spalla sopra il Vallot, che si assottiglia fino a diventare cresta, qui il fiatone inizia ad essere consistente, ma ormai ci siamo e poco alla volta la cresta si abatte fino a diventare pianeggiante….siamo in VETTAAA!!!! Stringo la mano a Mattia. Mi guardo intorno, sono contento. Quella felicità semplice, appagante, che si prova solo in vetta. Fa molto freddo non c’è troppo tempo e troppa voglia per fermarsi a pensare e assaporare quei momenti…facciamo le fotografie di rito.
Lasciatemi fare il retorico una volta tanto… orgogliosamente tiriamo fuori dallo zaino il Gagliardetto del Gruppo Alpinistico Presolana…che torna in vetta la bianco dopo molti anni, questa volta portato in vetta dai giovani..
Poco alla volta scendiamo incrociando altre cordate, le nebbie rendono difficile l’orientamento e Mattia non ne può più….con calma e la dovuta freddezza però piano piano scendiamo e arriviamo al rifugio.
Da lì, ci attendono altre 4 ore di discesa, ma non importa.
In vetta siamo arrivati in 4, ma tutti hanno fatto la loro parte per la riuscita di questa salita…grazie a tutti ragazzi!!

Eccoci alla partenza

L’Aguille de Bionnasay

L’Aguille du Midi

Saliamo tra pietraie e panorami stupendi

Il canale sotto il rifugio, lassù in alto il Gouter

Ecco la scarpinata fatta fino al rifugio

Tutti insieme aspettando la cena e godendosi il sole

Relax dopo la cena

Ecco i fantastici posti letto, proprio belli comodi!

Sono le 3.00, questa è la vista dal rifugio

Pronti e via

Sopra il biv. Vallot, ore 5.00

Ecco il M. Bianco

Splendido ambiente

C’è da prendere il biglietto per la cima?

Ultimi metri di cresta

E braccia alzate!!! Siamo in vetta!!!

4810 m il tetto delle Alpi!

Si apre un po’ e vediamo il panorama

In discesa poco prima del rifugio…ormai è fatta!

Giornata in Albigna

Ciao a tutti! Ecco un nuovo report dalla svizzera!! Sabato siamo andati io e Carlo in Albigna ad assaggiare il granito! Partenza alle ore 6.00. Dopo una sveglia decisamente pesante, ho maledetto l’ideona di partire presto, e mi sono infilato in macchina in direzione P.S. Pietro dove ho trovato il mio socio stranamente puntuale, probabilmente a causa del recente tesseramento GAP..Il viaggio è stato abbastanza piacevole, sonno a parte. Dopo essere entrati in svizzera e aver fatto il consueto pieno alla macchina, ecco la prima sorpresa….sulla destra ci è apparso il maestoso badile con la parte alta dello spigolo e della parete NE…stupendo ed emozionante! Dopo poco siamo finalmente in albigna, tempo stupendo e lì ci attende una meno piacevole sorpresa…la via mosaico che volevamo attaccare è stra-affollata..intruppati nei primi due tiri ci sono 3 cordate e alla base almeno altre 3 stanno aspettando…tra l’altro non appaiono propriamente dei fenomeni…un po’ scocciati decidiamo di attaccare la via alla sua sinistra, Dente Per Dente, ma anche lì due cordate sono incrodate sul primo tiro e ci tocca attendere… la cosa divertente è che dopo averci fatto aspettare praticamente un’ora lì fermi i 4 sul secondo tiro si calano e tornano indietro!!! Scandalosi…noi siamo belli motivati e i primi tre tiri li saliamo senza troppi problemi, azzerando dove serve, perché siamo su una vietta bella tosta con ben due tiri di 6a “granitico” e difficoltà sempre sostenute 5b/5c…l’arrampicata è divertente anche se strana, un po’ come Rogno, ma più entusiasmante, con lame da tirare di braccia e poi riequilibrarsi con i piedi, insomma decisamente atletica… al 4 tiro iniziano i miei dolori…un diedro fessura di 30 m dato 5b, che si dimostrerà essere il tiro chiave della via…tocca a me, ma poco sopra il 1 spit vedo il secondo ad una distanza siderale…ci penso un po’ metto un friend e mi alzo ancora un poco..ma non me la sento e desisto…e qui inizia il capolavoro del Carlo…passa il tiro con non poca fatica, ma gran testa e prosegue anche sul 1 tiro di 6a, una splendida lama obliqua che porta sotto un piccolo tetto, ben appigliato ma super-atletico…e segna una doppietta al mio morale! Infatti Io lo seguo abbastanza cotto e abbattuto…ma poi scatto d’orgoglio e complice un pastiglione del Carlo (sarà stato veramente enervit?), mi riscatto e chiudo un bel tiro di 40 m tondi tondi, dato 6a, su placche lame e fessure divertenti.Un po’ di discussione e ravanate per cercare la sosta.. recupero il Carlo con i piedi dentro ad un formicaio attaccato dalle formiche, ma alla fine belli “strinati” caliamo le corde e arriviamo sul sentiero di discesa.. dove uno zelante svizzero mi fa notare che non è il caso togliersi lì il casco…causa sassi.. con la faccia del solito italiano colto in flagrante annuisco e scendo zitto zitto….oh, sono troppo precisi!!!

La via di salita

La diga dell’Albigna e il ghiacciaio omonimo
Il Carlo alla base della via

Ci sono anche io!
Primo “strappetto” di 5b
Placca tecnica di 5c
Inizia lo show del Carlo sul diedro che mi ha respinto
Ma mi riscatto e recupero il socio con i piedi in un formicaio..
Eccoci belli cotti alla fine della via
L’ultima fatica mettere a posto il materiale
Come al solito “belli come il sole!!!”

E birretta “accademica” finale

Karl Unterkircher

Dato per disperso e con poche speranze di essere ritrovato vivo, l’alpinista altoatesino Karl Unterkircher stava tentando di aprire una nuova via sul versante Rakhiot, sul molte Nanga Parbat, a 8.125 metri in Nepal quando è caduto in un crepaccio.
L’allarme lo hanno dato i suoi due compagni di cordata, l’altro altoatesino Simon Kehrer, della Val Badia, ed il trentino Walter Nones, della Val di Fiemme, attraverso il telefono satellitare. I tre erano impegnati nell’apertura di una nuova via sull’inviolata parete Rakhiot della cima himalyana sulla quale nel 1970 aveva perso la vita Guenther Messner durante una spedizione assieme al fratello Rheinold. Secondo le prime frammentarie informazioni pervenute, Karl Unterkircher sarebbe precipitato in un crepaccio e i soccorsi sono molto difficili, quasi impossibili.

Menù Mattina, rifugio mantova e M. te Rosa

Buongiorno, menù mattina per tutti?
Eccoci qua a commentare la “disfatta domenicale ” al M. te Rosa.
Il “gitone sociale”, la punta di diamante del programma GAP vede presenti 32 partecipanti 21 del GAP, tra cui si annoverano ben 10 “under 30″ (mi ci metto anche io va’), i soliti noti senatori del GAP e un arcigno e affiatato gruppetto di senatori a vita della blasonata e cittadina “Alpina excelsior” di Borgo S. Caterina.
Dunque dicevamo l’arrivo a Gressoney è salutato da un acquazzone con pioggia a secchiate così intense che il CAI di Alzano, beccato lì per caso, neanche fa la finta gira l’autobus e se ne torna a casa…noi ci pensiamo un po’, ma il sangue freddo del presidente ha la meglio…si mangia e poi si vede…e infatti a panino finito si apre ed esce il sole…partiamo…
la salita è presa con calma, essendo capogita mi metto in fondo al serpentone, il classicissimo “servizio scopa” per intenderci…tra una chiacchierata e l’altra si arriva tutti abbastanza bene al Rif. Mantova, a parte qualcuno che va “fuori giri” e arriva al rifugio con colori che variano dal giallo al bianco al verde….partono immediati tentativi di doping, dal classico “moment”, alle bombe farmaceutiche da “tour de france” e infatti in poco tempo tutti sono di nuovo in piedi e arzilli…la cena si svolge serenamente ed è anche piuttosto gustosa per essere a 3600 m…non siamo neanche al caffè che iniziano i cori di montagna capitanati dall’antonio morosini, che a fine serata da anche prova di un ottimo francese…per la cronaca nel frattempo fuori nevica alla grande…la serata si svolge tranquilla fino al momento di andare a dormire dove, complice la stanchezza e la quota, inizia un delirio di 5 minuti caratterizzato da battute, botta e risposta e una discreta quantità di cazzate, soffocate tra le risate generali…
E qui arriva il brutto…il risveglio è caratterizzato da tempo incerto, coperto, poi si apre poi torna la nebbia, poi nevica…nel frattempo il tempo passa e insomma desistiamo..il M. te Rosa ci ha respinto…ma come al solito la montagna è umiltà e rinuncia!!!!..gli ultimi minutri al Mantova sono caratterizzati da improbabili interviste e poi si scende…M. te Rosa 1-Gap 0…
però ci siamo divertiti!

ah quasi dimenticavo….FINALMENTE IL CARLO HA LA TESSERA GAP!!!

ehm…Luca e Michi come siamo messi???

Ciao!

gruppone alla partenza

robocop in testa al gruppo

fasi di salita

fasi di merenda

gruppo compatto

il rifugio mantova

cielo e nuvole minacciose in serata

giornata seguente così

mestamente scendiamo

Ecco il gruppo “circa” under trenta

e infine “il principe”

penultima gita

Domenica 29/06:

Avvicinamento Su neve


Miglietta alla pausa gioca a fare l’alpinista

passagio Chiave
Pochi metri dalla vettta

e Finalmente la Vetta

Foto in vetta

Laghetto di fine giugno