CAMBIA LINGUA

Presentazione Libro Etna

Ciao a tutti, Venerdi 7 ottobre alle ore 20.45 presso la sede GAP, il Dott. Stefano Branca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania presenterà il suo libro “Fotografia Storica alla Luce del Vulcano”. Raccolta di foto storiche dell’Etna.
Interessante illustrazione di come la morfologia del vulcano è variata anche in anni recenti.
Una copia del Libro verrà regalata al Gap e alla Biblioteca Comunale di Scanzorosciate. Un regalo, in segno di amicizia per tutta la comunità! E’ una prima nazionale partecipate numerosi!!!
Ciao, Nando

Cronaca di un’odissea verso il Pizzo Coca

Ciao a tutti amici montanari del GAP di seguito verranno narrate le gesta di un pugno di validi scalatori che addì domenica 25.09 hanno intrapreso la più estenuante via di tutte le Alpi Orobie.
L’idea nasce… Il giorno precedente quando nel tardo pomeriggio il capo spedizione azzarda una proposta di ascensione verso il famigerato Pizzo Coca; è così che il giorno dopo la sveglia squilla alle ore 4.00 e dopo una frugale colazione e una rapida preparazione dell’equipaggiamento ci ritroviamo all’inizio di una giornata che sarà inaspettatamente micidiale. Dando retta ai preziosi consigli del nostro esperto in alimentazione sportiva, nonchè capospedizione Antonio effettuiamo una breve ma golosa sosta ad una pasticceria a Ponte Nossa per un “brioches e cappuccio”. Alle ore 6.20 circa arriviamo a Valbondione (900 m.s.l.m.), zaini in spalla e torce alla mano imbocchiamo il sentiero n.301 muovendoci ancora nella totale oscurità. Il sentiero inizia subito con decisione ma quando vedi a malapena dove metti i piedi e sei ritontito dal risveglio inusuale non è facile accorgersene, comunque dopo aver superato il bivio verso Maslana ci ritroviamo addosso le prime luci del giorno che ci facilitano il cammino. Usciti ormai dal bosco saliamo per un tratto attrezzato di catene superando vari ponticelli di cemento. Verso le ore 8.10 circa, al Rif.Coca (1892 m.s.l.m.), ci soffermiamo per un ulteriore sosta, questa volta solo per un tè (ma sempre per astuto suggerimento del nostro capospedizione) e riprendiamo quindi il cammino lungo il sentiero che costeggia il torrente con il sole che sorge alle nostre spalle. Giunti al lago Coca prendiamo il sentiero a destra che ci fa passare sopra uno scomodo pietraio per arrivare poi a sormontare una cresta che percorriamo fino a quando non avvistiamo un folto gruppo di stambecchi tirando il fiato con un’altra sosta. Da qui ripartiamo verso la Bocchetta dei Camosci (2719 m.s.l.m.) e dopo i primi incontri con la neve e il ritorno di grosse pietre che rallentano il nostro passo, ci fermiamo per una sosta di preparazione al tratto finale verso la vetta. Riscontrati alcuni dubbi tecnici facciamo affidamento al nostro capocordata, grande alpinista Gianni dallo stile impeccabile, che risolve il disguido per poi guidarci alla volta della cima.
Salendo la difficile via ,con prevalenza di roccia molto inaffidabile e passaggi da II,la tenacia di tutti noi è stata messa alla prova e la paura si è presa gioco di noi ( sopprattutto del nostro capospedizione), ma incontrando i nostri compagni, giunti ormai a metà discesa, e stringendo i denti riusciamo a giungere alla meta: Pizzo Coca 3050(m.s.l.m.) dove conosciamo un fotografo che ci immortala davanti alla mitica croce. Sulla vetta ci concediamo un’ulteriore sosta dove Antonio ha cercato di rallegrarsi con una bottiglia di birra ma un’imprevisto ne fa fuoriuscire metà del contenuto incidendo negativamente sul morale del nostro capospedizione mentre ci raggiunge Gino ,partito due ore dopo di noi, ma arrivato in cima con pochi minuti di ritardo (e poi ci fanno i complimenti!). La discesa della vetta si rivela attrettanto ardua della salita, ma arriveremo comunque sani e salvi alla Bocchetta, dove riprendiamo gli zaini e iniziamo il ritorno al Rifugio Coca.
Lungo il percorso ci imbattiamo nuovamente negli stambecchi e come di consueto nelle soste-spuntino archittettate dall’esperto in alimentazione sportiva che vedremo lasciarsi andare in un fantastico duetto montanaro con Gianni.
Giunti al rifugio verso le 16.00 messi a dura prova dalle pendenze del sentiero ci rinforziamo con Coca Cola o semplice tè caldo scambiando qualche parola con il rifugista, quindi ricominciamo la micidiale discesa inseguiti da due capre che si ostinavano a pedinarci. Il tratto di percorso Rif.Coca-Valbondione si è rivelato più lungo e faticoso del previsto al punto tale da condurci allo stremo delle forze (ovviamente Gianni escluso) rallentando la marcia che termina alle ore 18.30 al parcheggio di Valbondione. Come se non bastasse, lungo il ritorno in auto incappiamo in una coda di un’ora, è proprio durante il viaggio che Gianni si destreggia al volante della Volvo mentre Antonio si faceva un pisolino.
In questa avventura erano presenti e ringraziamo Gigi,Vincenzo, Gianni, Antonio ed Edoardo, Andrea,Bruna, MariaTeresa e tutti gli altri.

Grazie a tutti.

Lorenzo e Michele

Notare che non hanno scritto le ore verso P.zo Coca

Vista del Rif.Coca

Prime luci che illuminano il sentiero.

Problemi tecnici nell’equipaggiare Antonio

Duetto Gianni-ZioTone Joska-Joska

In un week end di fine agosto..

La copiosa nevicata di due settimane fa decreta la fine della (mia) stagione dolomitica. La migliore di sempre. Quindi mi concedo un piccolo flash back con un salto nell’ultimo week end di agosto. Tre giorni magnifici, fatto salvo per una mezza mattinata di acqua sufficiente a compromettere il progetto iniziale del fine settimana. Ma da occasione persa ne nascono altre ugualmente interessanti e belle. Solo diverse. E così una nuova tre giorni a girovagare tra Pale e Brenta, tra pareti e sentieri con amici consolidati e altri nuovi. Il bello di certe giornate è che a viverle sembrano quasi “normali”, poi a casa, tornati nella vera routine assumono tutto il loro valore di giornate speciali.

Pale di San Martino, Croda Paola.
In una meravigliosa giornata anche se un po’ freddina affrontiamo  la via “Minucci” alla Croda Paola e il Diedro Est. Siamo soli, nessuno in giro. Ci godiamo questo angolo tutto per noi divertendoci alla grande.

Mattina, nuvole sul Cimon della Pala

Al cento lo spigolo del  nuvolo

Via minucci, Alfio sul primo tiro, io sul secondo.

Diedro est, la via

Fasi di arrampicata, tra roccia e cielo

Quasi come quelli veri

In vetta al terzo tentativo di autoscatto, belli come il sole!

Sabato il tempo volge al brutto, Ilaria, Max e Daniele ci propongono un concerto in Val Brenta. Perchè no? Poi già che ci siamo facciamo due passi e arriviamo al Brentei a pomeriggio inoltrato. Scendiamo al tramonto in un atmosfera surreale e gli ultimi passi che ci conducono all’auto li percorriamo nel buio totale. Torno con la memoria ai tempi di S. Caterina con i rientri in campeggio di notte. Magnifico!

Comodamente raggiungiamo le malghe basse, c’è molta gente

Ecco il concerto, coinvolgente con uno scenario del genere!

Bravissimi i musicisti e il coro

A fine manifestazione saliamo verso il Brentei, Alfio posa alla malga alta

Da sx, Max, Ilaria, Daniele, Alfio, io alla malga alta

Poco sotto al Brentei, finalmente si vede

Un veloce spuntino e birretta poì giù..

Al prato del concerto arriviamo all’imbrunire. Atmosfera magnifica. Arriveremo all’auto a buio inoltrato

Giorno tre. Recuperiamo le forze e un nuovo compagno, Donato. Direzione Grostè, parete rossa via De Tassis-Vidi. Dalla base sembra tosta. Sulla via anche peggio. Espostissima. Quatto quatto mi metto da secondo, ma sarà comunque una bella battaglia venirne fuori. Sull’ultimo tiro azzero ben due passaggi. Non ne avevo più. Bravi Alfio e Donato, che escono in ottimo stile. Chapeau.
Avvicinamento, sullo sfondo il gruppo dell’Adamello

La via.

Partenza, ho già capito che è il caso di mettersi da secondo

Donato, Io e 1/2 Alfio

Sosta comoda

Arrampicata esposta

Sul filo dello spigolo

Alfio nel penultimo diedro

Passaggio chiave, Donato brillante.

Alfio sull’ultima placca

In cima, imitando Jim Bridwell e i californiani

Panorama come meritata ricompensa

A presto dolomiti!

Roda di Vael-Via ferrata, impressioni al femminile

Ciao a tutti, qui di seguito il racconto della ferrata da una “voce” nuova, Mariateresa che esordisce nel suo primo racconto sul blog. Speriamo ne facciano seguito molti altri.  Buona lettura.

Nando

“Sabato 10 e domenica 11 settembre in 23 persone  siamo stati in Val di Fassa per realizzare una ferrata sulla Roda di Vael.
Siamo partiti sabato  alle 8.30 da Scanzo, un po’ di traffico all’altezza del lago di Garda (i soliti appassionati di Gardaland) non ha smorzato il nostro entusiasmo, almeno l’entusiasmo dei neofiti come  me, Pasquale e Lucia .
Uno sguardo veloce al lago Carezza, pranzo al sacco al Passo di Costalunga  e poi su al rifugio Roda di Vael in uno scenario che aiuta a staccarsi dalle quotidiane fatiche.
A gruppi raggiungiamo una piccola vetta a 10 minuti dal rifugio poi i più pigri, come me, passano il pomeriggio al rifugio con radler e torta saracena , i più attivi con la corda e la guida di Marco e Nando si avventurano ad arrampicare una altura a poca distanza.
Al rifugio si cena presto e già alle 18.30 siamo a tavola allegri e una volta tanto sono gli austriaci che soggiornano al rifugio ad essere sopra le righe con urla canti e risa sguaiate.
Forse noi siamo trattenuti dal pudore di violare il dolore della rifugista che un paio di mesi fa ha perso il suo compagno Bruno sulla montagna.
Alle 22.00 tutti a nanna. Dormo nel letto a castello in alto e la domenica mattina ho il privilegio di vedere l’aurora che si leva dietro la cima delle Dolomiti che ci circondano… veloci scendiamo a vedere l’alba in un cielo limpido e sereno :  sarà una giornata stupenda.
Nando, Chiara e Marco (e Alfio ndr) non verranno con noi a fare la ferrata : raggiungeranno la  nostra stessa meta ma arrampicando per una via lunga e dai delicati passaggi.
Alle 8 intraprendiamo il cammino verso l’attacco della nostra ferrata e dopo un’oretta siamo tutti presi a indossare l’imbragatura e ad agganciare il set da ferrata: io come sempre in queste occasioni sono tesa ed emozionata ma so che non sono sola , come al solito Gino o Gianluigi mi assisteranno . Partiamo,  in testa Giovanna che è capogita e mi rendo conto che la salita non è difficile e non è esposta quindi mi rilasso, in più Giovanna sale senza correre e c’è tempo per guardarsi in giro e mettersi in posa per i fotografi del gruppo. In un’ora raggiungiamo la vetta e sono anzi, sicuramente tutti siamo felici:  una veduta spettacolare del mondo dolomitico  ci circonda.  Si affronta poi la discesa e una ferrata sulla parete a picco mi allarma : come faccio , non sono in grado ma alla fine la affrontiamo. Mario mi guida : una mano là un piede qua e alla fine superiamo la parte più difficile . Ci abbiamo impiegato un po’, siamo in 20 ! Uno spuntino e poi si riprende la discesa sempre su una ferrata facile ma un po’ stretta . Mi domando se ce la farà a passare Pasquale che è il più robusto del gruppo ma passa pure lui e quindi in poco tempo siamo di nuovo al rifugio Roda di Vael.
Pranziamo al rifugio , io mi concedo una ciotola di jogurt e mirtilli buonissima e poi… è tempo di scendere . Passiamo dal rifugio Paolina per un caffè e poi in macchina per tornare a casa.
Non abbiamo rivisto Marco, Nando e Chiara:  la loro ascensione è stata più lunga e impegnativa della nostra ma telefonicamente sappiano che sono arrivati al rifugio e quindi tutto si è concluso nel migliore dei modi.

Queste due giornate sono volate … sono grata al Gap che mi ha permesso in questi anni di provare emozioni nuove su montagne che da sola non avrei mai affrontato.”


Mariateresa


Alba presso il rifugio Roda di Vael (Foto: Pasquale)


Roda di Vael-Via Ferrata

Il Gruppo alle spalle la Roda di Vael
lungo il versante di salita


Primi passi sulla via ferrata,
per qualcuno la prima esperienza

Tutti ben aggrappati alla corda…..

Tutti in cima per la foto di rito


Canalino in discesa


Il passaggio chiave dell’intera ferrata

La finestra nella roccia e la fine della ferrata. Con lo sguardo si cercano gli amici arrampicatori in parete.


Due giorni in Dolomiti in bella compagnia. Forza GAP
Gianlu

Roda di Vael 2

Non aggiungo altro al bellissimo post di Marco, solo qualche foto in più.

La via Battisti-Planck

Momenti di Arrampicata: Alfio nei primi tiri, super Chiarina e Marco sul tiro chiave

In vetta belli come il sole!!!

La parete imponente e la nostra posizione

Siamo piccoli piccoli! Alfio non c’è, ha già girato intorno al pilastro.

Gran via!
Ciao a tutti,
                  Nando

Roda di Vael

La Val di Fassa ci accoglie in queste due magnifiche giornate di settembre: la Roda di Vael ci aspetta, illuminata dalla luce del mattino.

Il gruppo salirà per la cresta nord lungo la ferrata, noi consigliati da Alfio affrontiamo la parete est per la via Planck, con le varianti Colli-Battisti che ne raddrizzano e migliorano il percorso e si svolge a destra dello strapiombo centrale.
La via si infila nelle parete, con oltre 400 metri di sviluppo: è logica e raccorda con qualche lunghezza un poco delicata dei tiri di arrampicata di soddisfazione. Qui Nando, alternato ad Alfio, guida sul primo tiro impegnativo, un bel diedro-camino di quarto grado.

Salutati dagli amici già in discesa sul versante sud, tiro dopo tiro saliamo, con calma, godendoci il sole che ci scalda (forse anche troppo). Al termine della via usciamo sulla cresta dove corre la ferrata, a 5 minuti dalle croce.
Il panorama dalla vetta è unico, abbraccia tutte le Dolomiti e quasi ci dispiace iniziare la discesa che ci riporta velocemente al rifugio, dove gli amici ci stanno aspettando.
Anche questa volta i “Monti Pallidi” non ci hanno tradito, regalandoci emozioni con i compagni di sempre e nuovi amici.
ciao a tutti
Chiara e Marco

PS aspettiamo le immagini e il racconto della ferrata…

Dolomiti coast to coast-Odle

Quinta tappa, giungiamo mestamente al termine delle vacanze. Un’ultimo giorno all’insegna del relax, una “sgambata” di 3 ore nel fantastico parco delle Odle poi pastasciutta e pennichella al Rif. Firenze. Nota degna di colore…l’ultima volta al Firenze vent’anni fa! Per la mitica gita GAP al Sass Rigais, la mia prima esperienza in parete! Il mio capocordata era il Gino, che paura e che tensione all’attacco! Quanta acqua sotto i ponti…..

Tentativo artistico, nei fantastici boschi delle Odle

Completamente a zonzo…cartina e si decide dove andare…ma si per di qua!

Panorami, le Odle.Il più alto a dx è il Sass Rigais

Oggi c’è tempo per osservare la natura

Trekking version

Di ritorno, verso pastasciutta e Radler

Il rifugio Firenze e la torre omonima scalata da Marco e Chiara

Che dire le dolomiti hanno ripristinato il mio equilibrio interiore! homm

In serata un temporale a S. Cristina è più chiaro di qualsiasi cosa. LE vacanze sono finite, ma le avventure in dolomiti no! A presto.

p.s. grazie ai miei compagni di avventura che hanno reso possibile tutto questo… Sara e Alfio!

Dolomiti coast to coast-Arrampicate Sella e Ciavazes

Lascio spazio alle immagini, rapidamente. Due belle realizzazioni, due classiche impegnative ma non troppo, da affrontare con la giusta testa. che i chiodi in dolomiti sono sempre lontani.

Diedro Trenker alla prima Torre del sella (IV, V un passaggio), per testare la cordata.

La via, un evidente diedro..impossibile sbagliare anche per me!

Verso l’attacco di buon’ora

Primi tiri in ombra

L’arrampicata cambia la prospettiva

Salendo verso il sole

Il tiro chiave e una fotografia che vale l’intera vacanza!! :)

Ultimo traverso, poi l’uscita.

Locals

Quando c’è non si disdegna nemmeno la vetta

Calcetto e relax a fine giornata al rifugio Juac. Il vero divertimento per qualcuno.. :-P

Rossi Tomasi al Ciavazes 300 m (IV, V-). Piccolo aneddoto, arriviamo primi all’attacco e poco di noi una Guida con clienti. Al suo “Allora zignori cvome zsiete messi?”, non faccio una piega e gli dico “Bene, ma se vuole passi pure”. “Gvazie, io la conosco bene!” mi risponde. Naturlamente ci da una squadrata per vedere realmente “come ziamo messi”. E poco dopo aggiunge…”di dove zsiete?” alla mia orgogliosa risposta mi guarda sorpreso ed esclama annuendo ” Bergamo!??!?! Buono!”. Autostima decollata, son soddisfazioni!!!! :-)

Verso l’attacco

La via (foto SassBaloss)

All’attacco:
Nel secondo tiro mi incasino un po’…l’ambiente è da big-wall
Sicuro che dobbiamo passare di là?
Il tiro chiave dal basso, da primo, da sopra
Via suggestiva, piena parete sulla terz’ultima sosta
Verso Canazei
Ultimo traverso, la fatica si fa sentire
Concentrazione a fine traverso. Brava Sara, un gran bel exploit!

A fine via, giudizio complessivo…molto bella e divertente!

Dolomiti coast to coast- Sassopiatto

Terza tappa, la val gardena anche se molto inflazionata è sempre bellissima. Ogni giorni puoi inventarti qualche cosa: via d’arrampicata, ferrate, trekking e volendo perchè no bici (che non avevamo). Spendiamo equamente i giorni tra Sassopiatto Sella Odle e Ciavazes, gustandoci i panorami e le salite. Turismo e turisti tanti, ma basta allontanarsi pochi centinaia di metri dalla cosiddettà “civiltà” rifugi, strade e parcheggi e i “selvaggi” alias “merenderos” scompaiono. Anche nella peggiore settimana di agosto qualche angolo tranquillo lo si trova.

Giro del sasso piatto, saliamo al Demetz rigorosamente a piedi poi Rif. Vicenza, Rif. Sassolungo. Rif. Pertini e di nuovo Sella. Bellissimo giro e bei panorami. Complessivamente poco dislivello, ma molto sviluppo. Arriviamo alla macchina belli cotti.

Partenza, verso il Demetz

Marmolada alle nostre spalle

Oltre il rifugio verso il Rif. Vicenza

Qualcuno studia…

Il vicenza, da qui in poi relax e panorami con poca gente

Le mucche se no che montagna è?

L’uomo che sussurrava ai cavalli..

Panorami

Di nuovo al sella, giro finito!