dato il largo anticipo dell’inizio della stagione invernale,e la voglia di neve che tanti hanno in questi giorni mi sembra doveroso informare i frequentatori della montagna durante l’inverno sugli apparecchi ARTVA in circolazione ad oggi.
Innanzitutto una piccola precisazione: ormai da due anni l’ARVA non è più chiamato cosi, bensi è detto ARTVA (Apprecchio Ricerca Travolti in Valanga), questo perchè il nome originario ARVA appartiene alla ditta francese che per prima mise in produzione l’apparecchio (praticamente per motivi di marchio registrato è “illegale” chiamara arva un apparecchio di un’altra marca… e qui stendiamo un velo pietoso… ). Per noi del GAP, tale apperecchio continurà ad essere il “Bi-Bip”.
Altra precisazione, l’ARTVA non serve solo agli scialpinisti, ma a TUTTI coloro che si avventurano su percorsi innevati, qualsiasi sia il mezzo di locomozione (non è una regola, è un consiglio).
La prima grossa distinzione è la tipologia di apperecchio:
-Analogico o Digitale:
Gli apparecchi analogici sono i primi ad esser stati realizzati, praticamente sono quelli che emettono un suono che aumenta con l’avvicinarsi dell’apparecchio che si stà cercando, un selettore con scala numerica ci permette di variare l’intensità del suono. Con questi apparecchi in fase di ricerca l’operatore deve essere ben concentrato e sfruttare l’intensità del suono per dirigersi sul dispositivo che si stà cercando. Indubbiamente questo tipo di tecnica richiede molta pratica ed una buona conoscenza dell’apparecchio, ma con tanta pratica e sangue freddo al momento giusto credo sia ancora una tecnica imbattibile.
La seconda tipologia sono quelli Digitali di ultima generazione, dotati di un processore che elabora in automatico l’intensità del segnale (togliendo così al ricercatore l’onere di pensare al suono) e di uno schermo su cui appare (generalmente) un numero ed una freccia: il numero diminuisce mentre ci si avvicina all’apparecchio che si stà cercando, mentre la freccia indica la direzione in cui bisogna muoversi. Alcuni di questi apparecchi sono in grado di indicare se ricevono più di un segnale, talvolta indicandone il numero, e una volta in prossimità di uno di questi segnali hanno la possibiltà di escludere il segnale più vicino così da poter proseguire con la ricerca degli altri apparecchi senza dover prima spegnere quello trovato.
Questi apparecchi sono come i cellulari: semplici ma bisogna averci la mano. Personalmente credo siano apparecchi eccezzionali anche se c’è sempre la paura che la macchina sbagli e mi porti fuori strada.
Ci sono apperecchi Analogico-Digitali che sono una via di mezzo tra questi, ovvero si basano sul principio dei digitali ma hanno comunque uno schermo che aiuta in fase di ricerca.
-Il numero di antenne:
Gli artva possono avere da 1 a 4 antenne.
I primissimi (fitre rosso, pieps azzurro) hanno una sola antenna, poi col passare del tempo sono comparse tutte le altre: attorno al 2002 erano 2, dal 2005/6 qualcuno ha introdotto le 3, l’anno scorso se ne sono viste 4… e per finire quest’anno ci hanno messo anche quella GPS.
Dal punto di vista operativo avere 1 o 2 antenne non cambia molto, la ricerca si complica un poco in fase finale se l’arva si trova sepolto a più di 1,5 metri. Le 3 antenne sicuramente sono la grande innovazione, ci sono solamente negli apparecchi digitali, con questa tecnologia l’arva ci porterà direttamente sulla verticale dell’apparecchio che stiamo cercando. Non fatevi ingolosire dagli apparecchi a 4 antenne, verrebbe da pensare che se le 3 antenne ci portano sopra la quarta scava… purtroppo non è cosi, la quarta antenna serve ad apparecchi dello stesso modello per parlare tra di loro (cosa si dicono non ci interessa). Infine l’antenna GPS consente di memorizzare il percorso realizzato durante la ricerca. Di preciso non so ancore a cosa serva e se sia o meno un vantaggio perchè è l’ultimissima innovazione proposta quest’anno, spero di sapervi dire qualcosa di più in futuro.
Di seguito due tipici artva analogici, entrambi hano una portata molto prossima ai 40 metri, difficilmente i nuovi apparecchi raggiungono tale portata. Altro punto a loro favore è che hanno un’ampia scala di selezione dell’intensità del segnale che permette di avere 10 scale differenti, contro le 3-4 degli apparecchi più moderni.
Qui 2 modelli ortovox (M2 e F1) di tipo analogico-digitale.
Dei 2 l’M2 è sicuramente il più evoluto e più preciso, ha un’ottima portata (30 metri) ma sopratutto ha la possibilità di aggiornamento del software (molto importante e che consiglio a tutti i possessori)