Si ricomincia. Dopo una primavera
climaticamente balorda arriva il week end perfetto. Venerdì Carlo e “il Pezza”
mi chiamano per aggiornarmi della loro impresa, la “normale” al Campanile di
Val Montanaia (complimenti!), ma io rinchiuso nell’ufficio non cedo
all’invidia. Anche io Sabato e Domenica sarò con Alfio in Dolomiti.
Il nostro obiettivo è la Via
Dimai alla punta Fiames, nel Gruppo di Pomagagnon a nord di Cortina. Via di IV, ma già un bel
paretone, un ora e mezza per l’attacco, 450 m e 15 tiri di sviluppo…che in
ombra alle prime luci del mattino incute un certo timore. Una via di tutto
rispetto per iniziare la stagione.
Ci muoviamo bene forse
leggermente rallentati da un’altra cordata …due Alpini del VI reggimento di
istanza a Brunico. Simpatici anche se un po’ marziali nelle manovre. Il feeling
con la roccia e il grado dolomitico va ripreso, sui primi due tiri annaspo un
po’ coi piedi, poi ritrovo ritmo e fluidità. La forma fisica tutto sommato
regge, benedico le brevi sfalesiate a Valgua e dintorni. Saliamo con buon
ritmo, persi in un mondo fatto di diedri, placche, camini, fessure. La parete è
imponente.
Al contrario dei nostri compagni
di avventura parliamo poco, non abbiamo bisogno di urlare, quando siamo “a
vista” basta un cenno della mano per mollare la sicura del compagno o partire
per raggiungerlo in sosta. Tiro dopo tiro guadagnamo metri e quando la
stanchezza inizia a farsi sentire siamo fuori. Da lì in pochi minuti in vetta,
attraverso la ferrata Strobl. Al solito la vista spazia sulle grandi montagne
della storia alpinistica dolomitica, e la mente già s’impegna a fantasticare
nuove vie e nuove salite. Dopo la foto di vetta scendiamo lungo il ghiaione
ripido, ma agevole e in un ora e mezza arriviamo cotti dal sole alla macchina.
Di lì un cambio veloce per
presentarci all’appuntamento mondano a Cortina. Pantaloni corti e maglietta
senza pretese, ci gustiamo la meritata pizza e radler, osservando divertiti e quasi
increduli, la variegata umanità mondana che popola la perla delle dolomiti.
Signorine in abiti succinti e tacco 12 accompagnate da uomini-bancomat, finti
escursionisti in abiti tecnici, profumati e puliti senza un capello fuoriposto.
Raduni di proprietari di auto d’epoca “al cazzeggio” sui passi dolomitici e l’immancabile
coppia di giapponesi con attrezzatura fotografica esagerata. Poiché l’imperativo
è “ostentare” anche io esibisco una splendida abbronzatura da muratore.
L’importante a Cortina è farsi notare.
Punta Fiames, un bel monolite
Primi tiri su roccia buona ma un po’ slavata
Bel paretone, Alfio “disperso” qualche metro sopra di me
Proseguiamo tiro dopo tiro
Quasi in uscita, in sosta
Penultimo tiro
E in vetta belli come il sole!
Discesa tra bei panorami
Giorno due. Dopo una notte in tenda, selvatici e allo stato brado, “colazioniamo” sotto le pareti della Tofana di Rozes, dove resto impressionato per la bellezza e l’eleganza dei suoi tre spigoli.
Le fatiche della giornata precedente si fanno sentire, siamo piuttosto provati e optiamo per una via breve, ma nel complesso non banale. Lo spigolo sud alla Punta alpini, Passo Falzarego. Sette tiri IV, V. Discesa delicata. Il giusto. Saliamo molto più legnosi e macchinosi del giorno prima, ma ci sta del resto…
Soddisfatti ci godiamo un panino e di nuovo una radler al passo e poi giù di ritorno verso casa. Ma la testa e il cuore rimangono lì, sulle crode dolomitiche.
Si ricomincia un’altra stagione. Finalmente.
Ore 6.30, al grand hotel Falzarego inizia la nostra giornata
Ci alterniamo tra bei tiri e altri meno
Punta Alpini, la nostra cimetta di giornata
Pausa e poi di nuovo in marcia! La radler ci aspetta!
Al passo, una vecchia conoscenza del GAP