In effetti, anche io nutrivo qualche dubbio. Centosettanta kilometri in bicicletta non li avevo mai fatti. Centosettanta con in mezzo il Colle di Zambla, un pezzo della salita di Dossena e il San Marco, a pensarci bene erano veramente troppi.
Climb to grow. Arrampicare per crescere (anche noi).
dell’attività di alpinismo giovanile con i ragazzi, sia di quella passata e di
quella attuale in collaborazione con gli educatori dell’Aeper.
mancato l’effetto “entusiasmo” che queste iniziative creano se sono fatte in
domeniche consecutive. Reputo positiva, però, la grande aspettativa che aveva
creato l’idea della ferrata, il segnale che alzando un po’ il tiro e proponendo
attività inusuali l’interesse verso le attività in montagna cresce. Un elemento su cui riflettere all’interno del
GAP e con gli educatori.
presenze nei due appuntamenti. In fondo
quando a fine giornata si vedono i ragazzini sorridenti e soddisfatti, che
siano 20 o che siano 5, non è importante. Si possono fare le cose anche senza la legge
dei grandi numeri. E quando gli stessi cinque ragazzi si presentano l’anno
successivo, evidentemente l’esperienza è piaciuta.
attività ragazzi i cui genitori sono originari di altri paesi. Andare in
montagna è un abitudine tipicamente delle nostre zone, in qualche modo è parte
integrante della nostra cultura locale. Se bambini provenienti da altre culture
la vivono come altri sport più popolari e conosciuti, beh, da profano mi sembra
un bel segnale di integrazione. Ma forse sto solo ragionando con schemi vecchi
e in realtà per i bambini tutto è molto più naturale di quel che a noi sembra,
sono già un passo avanti.
mondo, ora le altre culture incontrano il GAP sulle montagne dietro casa…
..una
bella sfida per tutti.
Nando
Arrampicata al Palamonti: operazioni di imbrago
Due nozioni base…
..e poi via!
Concentrazione…
E relax!
Foto di gruppo finale!
Poieto e Cornagera: i partecipanti
La Regina innevata a Maggio. Foto storica!
Pausa merenda prima di arrampicare
In “Ambiente” c’è qualche timore in più
Che grinta!
Il Nicola e i “suoi” ragazzi
Infine anche “i grandi” si cimentano
Ciao
Parete San Paolo, Via Helena V+,VI, Arco (TN)
arrampicare. Avevo voglia di mettere il naso dalle parti del trentino e sentito
Alfio, optiamo per Arco di Trento.
gli arrampicatori dovrebbe essere
motivante per il proseguo della stagione.
ambiente e qualche sfalesiata. Nulla di più. I trentini ci aspettano al
varco e dopo una serie di vie “di disimpegno” ci propongono il loro vero
obiettivo. Un po’ come quando la morosa prova tre abiti e si riserba si provare
per ultimo quello costosissimo che vuole realmente comprare.
V+, VI ci si asciuga un po’ la bocca. Inoltre la via è del fantomatico Grill,
un alpinista molto bravo, ma altrettanto discusso in Valle del Sarca. Avevo
letto una lunghissima polemica non so bene su quale forum di montagna in cui
guelfi e ghibellini criticavano o difendevano il soggetto. Per la via, la
roccia, la chiodatura, la filosofia,le prese scavate, gli adepti.
bisogna piazzare un friend. Vedo subito che Alfio e Daniele sono in gran forma,
chiacchierano tranquilli, mentre noi siamo decisamente silenziosi.
di tirare qualche chiodo, puntando soprattutto a non esaurirmi di braccia e di
testa visto che non ho troppa benzina negli avambracci. Pratici e pragmatici.
Da bravi orobici.
metà via, scenico e spettacolare, che è solo l’antipasto dell’ultimo tiro,
ancora più ostico. Quando pensi di essere fuori ecco che un bello strapiombo (VI)
decisamente chiodato lungo (e male) ci sbarra la strada verso la meritata
birretta. A questo si è aggiunto un inspiegabile attrito della corda che
proprio non voleva saperne di seguirmi. Beh tira e tira e ritira alla fine
riesco a mettere un piede dove volevo e a tirarmi fuori dai pasticci. Con
qualche bel capello bianco in più. Il chiodino era bello in basso e saltare giù
non sarebbe stato simpatico.
via mi è piaciuta, la chiodatura un po’ meno. In alcuni punti inutilmente
ascellare, in altri dove serve lunghissima. L’instabilità di alcuni massi nei
pressi delle soste o nei tiri di collegamento richiede attenzione. In ogni caso
assolutamente non mi è sembrata uno scandalo.
ciclisti, e con l’acquisto dell’ultimo friend della serie. La degna gratifica
di fine giornata.
Placca compatta del Terzo
Sequenza di Daniele che supera il tetto
La valle
Elia “sbuca” dal tetto..
Sosta aerea!
Alfio sull’ultimo osticissimo tiro, noi osserviamo concentrati.
E infine provati, ma belli come il sole a fine via!
…..mmm compro o non compro?
Nando
Riassunto Scialpinistico.
disciplina che più di tutte per me rappresenta la libertà in montagna.
Certamente alcune interessanti gite nuove nelle nostre Orobie ed in Valcamonica
hanno impreziosito la collezione di salite. Stagione bella? Brutta? Discontinua
oserei dire… le domeniche di gennaio e febbraio sono state caratterizzate da
uscite puntuali e dal consueto Raduno Scialpinistico, poi un marzo ballerino ha
consentito solo ai privilegiati che possono decidere il girono buono per
uscire, di mantenere gamba e allenamento per le gite di Aprile. Nella
conclusiva due giorni Altoatesina, si è chiusa degnamente la stagione , con due
sciate perfette con il solito gruppo affiatato e “compatto” per usare un
termine ciclistico. Neve fresca il primo giorno, trasformata e vellutata come
un tavolo da biliardo, il secondo. In generale i “ragazzini” delle stagioni
passate ormai sono adolescenti veri e propri, forti e leggeri, pronti a
“castigare” i più grandi, che dalla loro hanno però esperienza da vendere.
invernali “marchio” inconfondibile degli amanti delle pelli … ma guardando in
sù, verso la Presolana e l’Adamello quasi quasi viene voglia di tirar fuori gli
sci dalle cantine.