CAMBIA LINGUA

Sentirsi Gruppo, nonostante tutto.

Ancora una persona ci ha lasciato.

Ancora, per un virus bastardo, per un incidente banale, per una malattia invincibile, un altro vuoto si è aperto tra di noi.

Eppure dovremmo essere abituati al vuoto: come sulle creste che percorri con l’attenzione di raggiungere un terreno sicuro, con il fiato sospeso, con baratri che ti possono inghiottire.

Ma a questo vuoto non ti abitui, ti senti incredibilmente fragile e solo.

Ancora cerchi negli occhi degli amici il capo della corda da svolgere per riprendere la via, ma trovi il riflesso della rassegnazione di tutti: ancora ci troviamo smarriti, senza ragione, insieme, in gruppo, ma come nella nebbia su un pendio di neve dove tutto è confuso e disorienta.

Allora lasciamo andare ciò che i nostri sensi cercano e dal profondo veniamo raggiunti da immagini, emozioni, sentimenti che riempono di vita il vuoto lasciato.

E uno per l’altro possiamo essere maglie di una rete che ci trattiene dal cadere…

M. D.

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Pizzo Bernina (4050 m) – Via Normale Italiana

Più che una salita, un viaggio. Ero stato avvertito che si sarebbe trattato di una “ravanata epica”, ma non mi aspettavo fino a questo punto. La scalata del Bernina, ancorché non difficilissima dal punto di vista tecnico, richiede tutte le specialità dell’alpinismo classico: progressione in conserva su ghiaccio, scalata in canale, cresta con misto, calate in doppia, ferrata. Qui un resoconto di come l’abbiamo affrontata.

 

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Alphubel (4206 m) – Cresta Eisnase (PD) – Ripartiamo dall’entusiasmo dei giovani

Alle prese con lo smart working in un caldo pomeriggio della passata settimana, ricevo quasi in contemporanea tre messaggi WathsApp da Alessandro, Lorenzo e Matteo, i miei compagni di scialpinismo invernale.

E’ chiaro che si sono sentiti, così come è chiaro che hanno voglia di salita importante, anzi la richiesta è piuttosto esplicita…sono a caccia di “quattromila”. Continue reading

Monte Grabiasca e Diavolo di Tenda (quasi). Un week end che profuma di avventura

Tutto ha avuto inizio con un libro, ma non un romanzo o un saggio, tutto ha avuto inizio con una guida, una guida di scialpinismo ricevuta in regalo da mio padre per il Natale di qualche anno fa.

Era una guida fin troppo ambiziosa per il me di allora, “Scialpinismo e freeride” il titolo, una raccolta di gite trentine che prevedono quasi esclusivamente itinerari su pendii ripidi ed esposti. Allora per me sembrava impossibile poter fare certe gite, vuoi per l’esperienza vuoi per la capacità tecnica di affrontare certi itinerari, ma anche per le località in cui si trovavano i percorsi suggeriti.

Passa poco meno di un anno e mi trovo davanti un’altra guida, che questa volta sembra più “accessibile”, una guida sulle gite scialpinistiche in Orobie. “Be dai, almeno queste sono un po’ più abbordabili” penso e così non esito a comprarla. Inizio subito a sfogliarla e mi accorgo che dalle nostre parti si possono trovare percorsi molto affascinanti e per nulla banali. Dopo averla letta tutta però, alcune gite mi colpiscono più di altre, tra cui molte in Val Brembana.

Scopro così che la conca del Calvi è un ottimo posto per fare moltissime gite, a costo però di dormire una notte nel locale invernale del rifugio. L’idea subito mi stuzzica, soprattutto perché il tutto profuma di avventura, come in quei film della Red Bull che vedo ogni tanto per sognare un po’.

Ho dovuto far passare un paio di stagioni secche, ma finalmente quest’anno i tempi erano maturi e ho colto l’attimo.

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Giornata di sole a strapiombo sul Garda

“Una via di roccia orizzontale” così è definito il sentiero dei Contrabbandieri, intitolato a Massimiliano Torti, ragazzo di 23 anni, morto nel 2000 sul Dente del Gigante.

Lunga quasi 3 chilomentri, la via sfrutta una stretta cengia realizzata tempo fa per tracciare una possibile strada che avrebbe dovuto collegare Limone del Garda con la Val di Ledro. Per quanto chiodata, con tratti in artificiale e cavi metallici, il percorso è molto stretto e un passo falso può essere fatale. Abbiamo quindi proceduto in conserva, assicurandoci agli spit con mezzi barcaioli per dare o recuperare corda. Continue reading

AVVISO IMPORTANTE – SOSPENSIONE POLIZZA INFORTUNI

Avviso a tutti i Soci.

A seguito della segnalazione dell’assicuratore stesso, è emerso che l’attuale Polizza infortuni per i Soci del GAP, non è assolutamente vantaggiosa. A fronte di una spesa piuttosto elevata, la copertura per singolo Socio infortunato durante una attività del GAP è estremamente bassa.

Pertanto, dopo aver informato della situazione l’Assemblea dei Soci (Maggio 2019) e aver discusso nel successivo consiglio la questione (Giugno 2019), ho ritenuto di procedere alla richiesta di sospensione della Polizza infortuni GAP.

La soluzione verso cui volgiamo andare è la possibilità di stipulare una polizza personale per ciascun Socio, a prezzi più vantaggiosi di una stipula individuale, in funzione di quanti Soci aderiranno.

Pertanto prossimamente verrete chiamati a decidere se aderire a questa opzione o meno.

Grazie,

Fernando Bellotti,

Primo maggio al Palù (3901m).

Che sorpresa questa primavera!

Dopo un inverno avaro di precipitazioni, la fase primaverile di questa stagione scialpinistica sembra appartenere ad un’altra epoca!

Grazie alle nevicate di aprile non ci troviamo ancora a sciare sul tipico firn ma è invece più facile incontrare una bella neve polverosa, tipica dei mesi invernali… almeno a quote un po’ più sostenute.

Proprio per questo motivo ( e anche perchè per il week end prevedono brutto), con Nando e Chiara, decidiamo di andare al Piz Palù per trascorrere il primo maggio lontano dalle “peccaminose” grigliate al parco.

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