Il Pizzo Redorta mi ha sempre evocato scarpinate inenarrabili e clamorose ritirate.
Fine anni ’90, primo tentativo con Marco e Chiara terminato ad osservare lo splendido ghiaccio vetrato della vedretta di Scais poiché sprovvisti di ramponi. Inizio anni 2000, secondo tentativo con Luca a Novembre dopo le prime nevicate, terminato alla base del canalino con una ritirata a causa della scarsa esperienza su misto, una condizione di forma discutibile e la sensazione che se avessimo proseguito, saremmo finiti nei guai.
Per anni il Redorta è dunque finito nel cassetto dei progetti non completati, senza nemmeno troppa voglia di riprenderlo a causa della ravanata a cui mi sarei sottoposto. La lampadina si è riaccesa quest’anno, così come la voglia di sperimentarsi su distanze non abituali…15 km di sviluppo per circa 1900 m di dislivello positivo. Continue reading