Finalmente dopo tanta attesa sempre con un occhio al meteo ballerino, siamo riusciti a realizzare la gita “regina” del calendario di uscite del Gap di quest’anno.
Piazziamo la salita nell’unica finestra di bel tempo, in mezzo a tanta variabilità metereologica. Per vari motivi perdiamo un po’ di iscritti prenotati per luglio. La settimana è in effetti in periodo vacanziero profondo. Siamo comunque in undici e circa la metà di noi è al cospetto del suo primo “4000”.
Lasciamo Scanzo con un tempo infame e nonostante il meteo sia buono per il giorno seguente, l’incertezza e i dubbi sono davvero molti. Ma l’ottimismo del Gigi e del Marco non ci fanno disperare troppo..e con un po’ di follia partiamo. In effetti in Val d’Aosta il tempo è migliore con ampi squarci di cielo azzurro e sole. E soprattutto niente acqua.
Il primo giorno risaliamo una scomoda pietraia che si trasforma in cresta rocciosa prima dell’arrivo al rifugio Sella. Il secondo giorno sveglia alle cinque, calziamo i ramponi fuori dal rifugio e risaliamo il ghiacciaio del Felik. Da lì al colle omonimo che ci porterà verso le creste finali e la vetta.
Non vorrei scrivere la cronaca di questa gita, preferirei lasciar parlare le immagini, affinchè ognuno dei participanti vi ritrovi le emozioni che ha vissuto e chi non ci è stato e ci segue virtualmente, possa godere dei paesaggi, nel modo silenzioso e un po’ ovattato tipico di questi ambienti.
Per me il fascino dell’alta quota risiede nel misurare se stessi sopra la fatidica altezza dei 4000 metri, a diretto contatto con gli elementi naturali, i ghiacciai, il freddo, l’aria “fine”. Mette a nudo ciascuno di noi, saggiando la propria condizione fisica, la naturale capacità di reagire alla scarsità d’ossigeno e la determinazione mentale di affrontare la fatica e l’ambiente circostante.
In alta quota, quando si raggiunge la vetta, la stretta di mano con i nostri compagni di avventura è sempre un po’ più emozionante e il pensiero per chi è a casa, più forte.
Nando