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Zillertaler e Sass d’Ortiga = Austria e contorno

Dal menù di ferragosto possiamo finalmente servire il trekking, con abbondanti partecipanti (davvero per tutti i gusti), nelle non proprio assolate valli austriache delle Alpi a sud di Innsbruck.
Dall’immagine del lago di partenza, dal nome naturalmente impronunciabile, si può cogliere il clima (atmosferico, non della compagnia) che ci accompagnerà praticamente per tutti e cinque i giorni.

Ma il conforto l’abbiamo avuto nei rifugi, anche se non tutti così imponenti, dove siamo stati accolti da fiumi di birra, strudel e cena alle “funf und halbe” (cinque e mezza!!!).

Comunque il sorriso, nonostante il meteo, non è mancato anche qui, pronti a varcare una “porta alpina” simbolica, nel nostro viaggio sulle Alpi, iniziato ormai tanti anni fà.

Anche qualche panorama non è mancato, tanto per farci rendere conto di quanto mancava per arrivare al termine della tappa, prima che la nebbia calasse di nuovo.

Anche il cielo azzurro si è fatto vedere, apparizione un poco fugace per noi abituati al sole del sud delle Alpi, in qualche momento durante la mattina, per poi scomparire dietro ad altre nubi.
Il resoconto dettagliato con tutte le immagini lo condivideremo prossimamente in sede, per meglio illustare questa nuova avventura.

Sulla strada del ritorno, per concludere le ferie, per qualcuno oltre al piatto forte c’è stato anche il contorno, o la ciliegina sulla torta per dirla come i più golosi: il Sass d’Ortiga con il suo spigolo ovest, in val Canali nelle Pale di San Martino (nella foto è quello al centro, in alto).
La salita non è certo da falesisti, non fosse altro per l’attacco (due ore di fatica ed attenzione dal rifugio Treviso) e la chiodatura (i chiodi sui tiri si contano su una mano) e a giusto titolo compete con il più famoso spigolo del Velo per bellezza, esposizione, ambiente e roccia eccezionale, eleganza della salita.
Le difficoltà sono costanti sul quarto grado, con percorso lasciato all’estro personale e solo nel tiro più impegnativo, che qui Chiara sta brillantemente superando, si alzano un poco.
Così terminiamo felici le nostre ferie nei territori delle Alpi Orientali, con un rientro a casa pronti per nuove avventure…
Saluti a tutti e … a presto!
Chiara e Marco

Monte (zio) Emilius

Gita sociale in Val d’Aosta, al cospetto delle grandi montagne delle Alpi Occidentali, con partecipanti pochi, ma buoni… su una vetta che mi aveva sempre incuriosito, non fosse altro che per il nome!

Salita tranquilla al rifugio, con divagazione per arrivare all’ora della merenda (torte buone!!) e cena in allegria.

Al mattino, neppure troppo presto ci si incammina verso la montagna, niente neve, ma sentiero ben tracciato, abbandonando l’idea di salire la ferrata che si era studiata salendo al rifugio scelta fatta responsabilmente per non dividere il gruppo (e non ridiscendere per 300 metri di quota!!!).


La cresta che porta in vetta può essere considerata anche una divertente e elementare arrampicata, mai esposta, in base al percorso scelto.
La vetta veramente ripaga la fatica, con un panorama a 360°, in una giornata magnifica: ecco il gruppo del Monte Bianco, al centro di un circo di cime: Gran Paradiso, Grivola, Rutor, Bianco, Gran Combin, Dent d’Herens, Cervino, Monte Rosa.
Discesa al rifugio, pranzo con bottiglia di vino locale offerta dal gestore e quindi discesa (non proprio sobri) a Pila, nostro punto di partenza e ritorno a casa.


P.S. la domenica successiva, cioè oggi, la voglia di arrampicare ci ha portato, causa coda già in salita in Valseriana, non molto lontano, cioè in Cornagiera: dalla foto di queste scarpette indovinate chi c’era con noi?

Saluti a tutti
Chiara e Marco