CAMBIA LINGUA

La neve c’è : Piz.Lunghin

Non essendo molto sicuro di postare le eoriche gesta di un ennesima gita, decido di fare una capatina sul BLOG del GAP …
Visti gli ultimi post decido che qui c’è da ribattere su cio che affermano questi alpinisti di poca fede.
Ebbene secondo Questi la neve non c’è…Ma non c’è dappertutto?E no,in Svizzera, la neve c’è sempre, così dopo un ordinario sabato di proposte, inviti, cambi di programma, valutazione delle condizione del meteo, del manto nevoso(sempre che ci sia)… ecc ecc con Antonio la meta è fissata:Svizzera. Questo era tutto quello che sapevo, quindi il giorno dopo la sveglia suona alle 4.30. Ai soliti due “pirati”(tratto da “Pirati scialpinisti in libertà” di Nando C.) si aggiungo due componenti della famigerata compagnia di Presezzo:Ambrogio e Maurizio (due assidui praticanti di alpinismio che “I va’ compaign di treni”).
Come al solito durante il viaggio ci si ferma per il celeberrimo “Brioches e cappuccio”, dopodichè giunti al Passo del Maloja 1809m Antonio decide una meta più specifica: Il Piz Lunghin 2780m.
Stranamente sono il primo ad essere già pronto, sci ai piedi e mi avvio solitario tra la prima “Vera” neve della stagione. Fin da subito si intuisce che la neve non è quella incontrata a Lizzola, Colere o del Barbarossa: per prima cosa è piuttosto pesante, ma soprattutto tanta. Essendo piuttosto presto (partenza ore 8.00 dal parcheggio) siamo i primi e non troviamo nessuna traccia, quindi la facciamo noi. Salendo tra cartine, GPS, guide e relazioni incontriamo un quartetto di Svizzeri e decidiamo di accodarci lasciandoli “faticare “.Con il repentineo rombo delle scosse di assestamento di sottofondo e circondati da un paesaggio bellissimo rischiarato dal sole che fa capolino arriviamo al Lago Lunghin 2498m, nei pressi del quale siamo costretti ad abbandonare il disperato Antonio vittima dei suoi stessi (nuovi) scarponi che gli causano un dolore tale da rifiutare l’ascesa alla vetta. Io e gli altri due, invece arriviamo fino alla croce, da qui lungo un canalino arriviamo all’attacco della vetta dove il sottoscritto rifiuta la vetta per mancanza di ramponi che qualcuno (Chissa chi?) non gli aveva detto di portare. Dopo essermi rifocillato i due compagni tornano vittoriosi e via: si scende. La discesa sortisce gli effetti di una neve molto pesante e le gambe si fanno sentire, tuttavia recuperato Antonio arriviamo alla macchina dopo un po’ di curvette riappaganti dello sforzo immane e della levataccia.

Un saluto

Lorenzo

Ps: Visto Nando?… Miscredente!
Non ci credi? Ada che i foto (forse non possono essere una prova valida dato il livello di dettaglio…)
Purtroppo (ancora una volta manca la “foto in vetta piegati sulla piccozza”, pasiensa)

Maloja ancora addormentato.

Le prime indecisioni… Notare “quelli forti” con il caschetto DYNAFIT



Il Lago Lunghin

Ed ecco la vetta: Piz Lunghin!

Le inversioni secondo “Il Tone”
with NEW SCARPA MAESTRALE(Con maldipiedi integrato)

Tornadino di neve

Giovani Sciatori e soliti noti al Corso GAP

Domenica prima giornata del corso
di sci per ragazzi. Oltre trenta i partecipanti. Il nostro autobus fa un po’ di
coda sulle curve degli spiazzi, poi scarica i bambini nel piazzale, si
organizzano nel gelo della partenza degli skilift e poi via sulle piste seguiti
dai maestri di sci e curati a vista dal Marco e Sandro, che risalgono a piedi
le piste in aperta polemica con l’inverno e l’assenza di neve. Per noi
Scialpinisti l’ennesima risalita del vodala, il Timogno è assolutamente
impraticabile, ma in buona compagnia ci si diverte comunque.  Dato l’appuntamento istituzionale non si poteva mancare. Speriamo in una
copiosa nevicata per rilanciare l’entusiasmo di tutti, ragazzi e adulti!
Al freddo delle 8.30 ci si prepara!
Ecco i cuccioli del GAP, serpentone dietro al Maestro di Sci
Marco e Sandro insolitamente appiedati :-)

E infine i Savoldi, due volti noti e infaticabili dello scialpinismo GAP!!

12/01/2012 Luna calante al Vodala…l’hai vista te?

Giovedì sera si va al Vodala,
luna calante ma ancora bella grossa. Prospettiamo di scivolare sugli assi
illuminati dal pallido chiarore lunare. Saliamo forti, registro un ottimo tempo
dal parcheggio al vodala, 35 minuti, spinto dal “tutina” Mattia che mi gironzola
intorno provocandomi come il pugile Mohammed Alì faceva con i suoi avversari. Scatta
mi aspetta, riscatta, scende risale. Non c’è storia cmq, un po’ per il cimitero
di birre sulla panza, un po’ per l’attrezzatura e un po’ diciamolo pure per
l’età. Sono saggio non ho voglia di scoppiare, fondamentalmente perché  “go mia oia de dagà la soddisfasiù”!
Atteggiamento orobico,  se non puoi
vincere, non far vedere che ti scoccia stare dietro. Cmq non mollo e vengo
premiato da un bel tempo. Il vodala serale è piacevole, scialpinisti,
ciaspolatori,  snowboarder…un po’ di
tutto e ambiente familiare. Val Seriana style. Piatto di pasta veloce e
birrettà ed è gia ora di scendere, domani si lavora. Di luna nemmeno l’ombra,
in cambio un bellissimo cielo stellato. Con la frontale accesa scivoliamo
veloci nel cuore della notte, al suono ritmato delle inversioni sulla neve dura,
ma non gelata. Momenti di montagna diversi dal solito, ma comunque piacevoli.
Una breve fuga dalla quotidianità cittadina per ricaricarsi. La mattina
seguente la sveglia suonerà un po’ meno amaramente.
Piatto di pasta sudato e guadagnato.
 Potà quelli forti…
 ..e i dilettanti..
Quelli forti in discesa..

Ciao Mario

Ho aspettato un po’ prima di scrivere. Volevo capire se era opportuno o meno, se mi facevo trascinare nel tam tam mediatico….se era come prender parte, scusate il termine “allo show”. Presi come siamo a gironzolare come impazziti tra Tv, siti internet e testate giornalistiche, il dubbio di voler esserci per dire “lo conoscevo” è sempre forte e spesso mancante di rispetto.

Ma le risposte arrivano a volte nel modo più inaspettato. La risposta, per me è arrivata ieri sera, al Vodala. Rifugio pieno, chiassoso e vociante. Come deve essere un rifugio, allegro e confortevole, pieno di felicità. Il gestore d’improvviso chiede un minuto di silenzio per Mario. Il rifugio ammutolisce. Silenzio, vero, sentito, sincero. Ho pensato che quel minuto andava raccontato. In quel silenzio c’è il rispetto di tutta una comunità, la Grande comunità degli alpinisti bergamaschi, quelli “normali”, gli appassionati e basta. In quel silenzio ognuno di noi ha pensato a Mario, ma sono sicuro anche a chi, tra le nostre amicizie e conoscenze, prima di lui ci ha lasciato inseguendo i propri sogni e il proprio amore per le cime. Che poi è anche il nostro. Io Mario non lo conoscevo e la sua morte mi ha colpito, come sempre quando qualcosa di brutto accade in montagna. Per me la montagna è felicità. Per tutti gli alpinisti è felicità. Anche per chi non c’è più.
Ciao Mario. 

Pirati scialpinisti in libertà..

Lunedì mattina. Fermo al semaforo
un vespa mi affianca mentre sto andando a prendere il treno. E’ il Daniele.
“Levataccia per levataccia preferivo quella di ieri!”. Annuisco. Già,  il giorno prima stesso orario e stesso buio.
Destinazione diversa. Colere. Nella magrezza di questo inverno uno dei pochi
posti con speranza di neve sicura, anche se in parte artificiale. Il gruppo è
composto da un manipolo di pochi maledetti e fidati pirati scialpinisti. Grandi
cartelli sulle piste ci fanno intendere che non siamo i benvenuti, pirati
appunto. Perché quando l’alpe è in concessione se paghi sei benvisto,
altrimenti abusivo. Peccato che gli stessi pirati facciano comodo nelle
competizioni sulle piste, nelle gare notturne o nei raduni dove di solito c’è
il pagamento di un’iscrizione che da diritto ad un pettorale, ad un controllo,
ad una classifica, ad un buffet, ad un gadget sponsorizzato. 

La salita è dura nella prima
parte, complice il “tutina” Mattia che parte fortissimo e fa selezione. Saliamo con
buon passo. Forse abbiamo anche una buona condizione, ma è difficile valutarla
non avendo molte gite classiche di riferimento nelle gambe.
Dopo i primi impianti ci
infiliamo nel bosco e si mette in testa il Gianluigi a fare il passo. Un gran
bel passo, costante e regolare. Nonostante il periodo di magra riusciamo a
godere della solita bellezza dei luoghi. Siamo affamati di neve e d’inverno. In
vetta non ci arriviamo, troppo vento e troppo pelato il Ferrantino. Ci
rifocilliamo al caldo del rifugio. Spelliamo e scendiamo, godendoci le curve. Il
muro sassoso miete vittime tra qualche soletta della compagnia. Veloci
tracciamo le curve l’ultimo muro ghiacciato ci impegna come sempre, come da
quando esiste Colere. Arriviamo all’auto. Tutta la settimana sono controllato,
scrutato, inquadrato, in fila, con tempi da rispettare, scadenze da osservare,
turni da attendere. In montagna voglio essere libero. 
 Finalmente un po’ di fuoripista
 Ferrante, sempre bello e selvaggio
 Fotografia con impostazione “istituzionale”
io e la mia maschera tamarra

E grande finale con prezzemolino Daniele!!

Do you remeber Pila last year?

Tener fede alla nostra tradizionale sciata di S.Stefano qualche settimana fa è stato davvero difficile…per trovar un pó di neve siam andati a “ricaricarci” a Pila.
Manto nevoso ottimo e devo dire che, dopo la presciistica del Gigi, le gambe non hanno avuto problemi anzi, l’acido lattico del giorno seguente è ormai un ricordo lontano.
Altro che “la presciistica non serve a nulla” devo dire che è stata davvero fondementale.
Non abbiam più lo stomaco peró per il bombardino…



			
		

A spasso sul Pora

La neve si fa desiderare quest’anno e lo sci da discesa nelle nostre zone non è così attrattivo.
Quale soluzione migliore per rimettersi in forma prima dell’epifania? Due passi sul Pora.
La neve come previsto scarseggia, i pistaioli sembrano coltivatori intenti ad arare un “campo di patate”, il paesaggio vista lago peró é sempre bello, quasi commovente.
Salendo dal Vareno incrociamo pochi “tutina” e “milanesotteri” e ci godiamo cosí la nostra uscita all’aria aperta. Qui alcune foto per far ingolosire chi è sdraiato su un morbido divano:

Buon 2012

Altri auguri, un poco di ottimismo non guasta mai…
Noi il giorno di Santo Stefano siamo andati a fare due passi in buona compagnia.


Con le genzianelle fiorite in Vodala sembrava Pasquetta….

Poi per prepararci al Capodanno in compagnia di Vincenzo siamo saliti al Tre Signori…

Altro che prati fioriti: non metri di neve, comunque freddo e vento, che ci ha fatto rinunciare a 100 metri dalla vetta.

Comunque gita di soddisfazione, in attesa di altra neve!

S. Silvestro e Capodanno

Si fa quel che si può. Un po’ si scia e un po’ si cammina per salutare il passaggio tra il 2011 e il 2012. Il 31 in compagnia del Mattia rislgo due volte al vodala (ma solo perchè non c’è alternativa!). In serata salgo a piedi al due baite a lizzola per il cenone di natale. Stamattina di nuovo risalita a Lizzola sulle piste, questa volta sci ai piedi, per due curvette di inizio anno. Augurandovi un buon anno a tutti, vi esorto a non mollare. La neve prima o poi arriverà.

Nando

Io e il Mattia, quello che ha fatto la foto non era un fenomeno.

Lizzola by night

Due baite

Sasna stellato

Sasna la mattina, dal due baite, primo giretto con le pelli del 2012