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News!! Manolo ospite del GAP


Attenzione a tutti gli amici.
Confermiamo: Maurizio Zanolla “Manolo” ospite del GAP per la tradizionale serata con i grandi della montagna, a Scanzorosciate, sabato 13 novembre.
Diffondete già da adesso la voce e non mancate!!
Ciao a tutti
Chiara e Marco

Dolomiti-Giorno 2- Muro del Pissadù Sperone NE

La mattina seguente di buon ora e con una giornata fantastica lasciamo alle nostre spalle il rifugio, e ci dirigiamo verso l’obiettivo di giornata.
Siamo in tre, io Marco e Chiara. Abbiamo ottenuto una libera uscita direttamente dal “Presidentissimo” e tutto lo statuto maggiore del GAP. Mentre gli altri saliranno verso il Piz Boè, per poi ridiscendere verso il passo Sella, noi ci dedicheremo alla nostra meta, lo sperone NE del Pissadù. Un bel muro con difficoltà contenute (III e IV), ma con una salita decisamente poco attrezzata. Arrampicata d’esplorazione. Sono molto contento, l’anno scorso niente dolomiti, ma oggi l’occasione è ghiottissima.

Lasciamo il rifugio

La via

Lungo la discesa per l’attacco della parete siamo soli a parte una coppia di camosci che svogliatamente si scansano al nostro passaggio. Ci immergiamo in un vallone desolato e magnifico, la val de mezdì e in poco tempo giungiamo la base della parete.

Camoscio Mamma con piccolo, prob. interessanti anche nella versione “con la polenta”

Scendiamo con il naso all’insù

 

Qui facciamo la prima scoperta, l’attacco evidente, segnalato con tanto di ometto non coincide con quello della relazione…dopo una bella mezzoretta di ragionamenti scopriamo la clessidra con cordino da cui parte la via. Ci prepariamo. Marco si propone da primo…giustamente… i gradi se li è guadagnati sul campo quest’anno, mentre il sottoscritto era spiaggiato come una balena a Riccione prima e alle Calanques poi……lui Sass D’Ortiga, Spigolo Nord della Presolana, Torrioni Gemelli in Presolana..io litri di birrette, spritz e mojiti al mare….mi metto dietro con tranquillità…potrò godermi la salita in ottima compagnia, con Chiara si fanno sempre grandi chiacchierate in parete.
A parte il primo tiro un po’ erbosetto e all’ombra, poi la roccia diventa magnifica sempre baciata dal sole e con difficoltà contenute. Marco va su che è un piacere, anzi salta pure le soste a momenti e occorre avvisarlo quando la corda finisce. Io e Chiara seguiamo, precisi, veloci, sicuri. Bello scalare con chi conosci da sempre..dietro di noi seguono altre cordate che non ci raggiungeranno.

Primo tiro fresco ed erboso, sempre delicato “a freddo”

Chiara sul secondo..

Marco in libera interpretazione della via sull spigolo

 

Il bloggatore folle..

Momenti vari di salita

Io e Chiara in sosta, ciacolando..

Però poi saliamo rapidi

Panorami e prospettive…

La via è da cercare…

 Verso Est..da fare con gli sci?

Si continua a macinare metri.

Siamo praticamente soli…la testa si concentra solo sui gesti da fare, via pensieri e preoccupazioni cittadine, si sta proprio bene…..ci godiamo indistintamente paesaggi, roccia e compagnia….la magia delle dolomiti, affascinanti e magnifiche. Dopo 6 tiri po’ la parete si abbatte, rifiatiamo, raccordiamo il salto successivo e in altri due tiri siano sul prato erboso. abbiamo trovato 4 chiodi su 400 m di via di cui 3 di sosta..tutto il resto clessidre e protezioni veloci.

Le difficoltà si abbattono..

Ultimi metri…

Siamo fuori!

Eccoci belli come il sole!!!!

Foto di rito anche alle nostre gomme e suddivisione materiali. Nel mentre una telefonata dagli altri..li rassicuriamo, tutto ok, a breve saremo al rifugio.Birretta di rito. Discesa. Gli altri ci fanno trovare la macchina al passo, gradito regalo (ringrazio sentitamente!). Salgo in macchina e sprofondo nel sedile. Ho gia l’abbiocco. Nel mentre osservo sciura tedesca, “foulard” al collo in stile decisamente “diva” che scende da un Porsche giallo con un cane improponibile, del peso stimato di 100-150 grammi. Altri modi di vivere le dolomiti. Non ho dubbi su quale sia il migliore.

Saluti dal Mithos Team…

p.s. Aspettiamo racconto dell’altra parte dei gitanti!

Dolomiti-Giorno 1- Ferrata delle Mesules

In un sabato piovoso come quello di oggi la mente non può che andare al magnifico week end di settimana scorsa, una due giorni fantastica nelle dolomiti, più precisamente nel gruppo del Sella. L’obiettivo dichiarato, la Ferrata delle Mesules, ha “fatto selezione” per usare un termine ciclistico, la ferrata è classificata come impegnativa, aggettivo certamente azzeccato. A dispetto della grande popolarita che gode “la gita in dolomiti di settembre” quest’anno siamo “soltanto” in 11, ma è già un grande successo dato che ad una settimana dalla gita il tabellone riportava come iscritto solo il capogita (io), l’altro (Marco) non era ancora passato in sede.

Le Torri del Sella, la ferrata è spostata a sx

La giornata è di quelle semplicemente magnifiche, non una nuvola in cielo, temperatura più che gradevole…dopo un breve spuntino, ci prepariamo alla battaglia, e praticamente a distanza di 100 m dalla macchina, ci imbraghiamo. Segno che la squadra è carica e motivata! Per scrupolo procedo con le consuete verifiche di routine alla dotazione tecnica dei partecipanti. Come al solito controllare l’attrezzatura equivale a fare un viaggio nello sviluppo “tecnico” dei materiali per alpinismo degli ultimi 30 anni. Oltre che ad ineccepibili materiali ultimo modello, non mancano imbraghi “vintage”, caschi a elmetto, moschettoni del bisnonno, staffe del Comici. Passo in rassegna gli anni ’70, ’80, ’90. Quasi quasi di qualcuno potrei tirare a indovinare l’anno in cui ha appeso le scarpette al chiodo…..ma in fondo molto meglio così, attrezzi “vissuti” per alpinisti veri e non usciti dal negozio trendy sottocasa il giorno prima, come spesso si notano in queste rinomate località dolomitiche!

Prova imbrago…ooooooophlà!

 
Fortunatamente nessuno ha da ridire sul mio set da ferrata del quale sarebbe stato imbarazzante giustificarne l’adozione…..un fantastico canapone “diametro 11″ giuntato con “nodo piano” ad un cordino “del 10″…rigorosamente senza freno dissipatore……..faccio finta di non pensare a cosa succederebbe in caso di caduta…..anche se il pensiero mi accompagnerà “serenamente e con gioia” per tutta la salita!
Giunti all’attacco il commento generale si può riassumere come segue: “an gà de pasà so de le?”. Ed effettivamente è decisamente “diritto” per una ferrata…
Da “snobbino” arrampicatore osservo “i bisonti” che hanno attaccato prima di noi e storco un po’ il naso…il puro e cristallino gesto arrampicatorio, svilito da cavi, funi, scalette e pioli. Poi ripenso alla strizza che avevo quando a 12 anni mi avevano portato a fare la ferrata del Sass Rigais…alle mie gambe tremolanti e il fiato corto, la paura bestia e la grande soddisfazione della cima. Quel giorno per la prima volta avevo assaggiato una parete, spostando un po’ più in là i miei limiti. Effettvamente anche le ferrate hanno il loro perchè.
La cronaca della salita è molto semplice, un susseguirsi di “moschettona” e “smoschettona”, su per la parete, sempre verticale ed esposta tranne qualche tratto di raccordo. Salgono tutti senza problemi, con grande attenzione e concentrazione.

Giovanna  in posa plastica sui primi passaggi…

I senatori impegnati nel diedro…

E quelli diedro..no cioè dietro…

Diedro-camino “old style”

Sguardi e gesti di grande concentrazione…

Esposizione interessante!

In uscita dal primo tratto…notate il look “vintage” del benni!!

Presidente che retoricamente osserva la strada da percorrere..

Ultimi metri…

 Ecco i tre furbetti del giorno dopo!

In uscita!

Questa è la nostra ricompensa!


Le emozioni provate le lascio ai commenti di chi era presente e sta leggendo (se ci saranno!). Certo è che la cima è un bel momento di soddisfazione per tutti, e in fondo, saremo romantici..ma noi ci piace andare in montagna soprattutto per la stretta di mano in vetta, con i compagni di cordata e gli amici di tante salite.

E belli come il sole in vetta!

Ancora un bel pezzo di strada ci separa dal rifugio…percorriamo nel sole un paesaggio lunare…ci godiamo qualche momento di relax agli ultimi raggi UV e poi scendiamo verso la birretta, la cena, le risate e la piacevole atmosfera del rifugio.

Chiara sul suolo lunare…

Il Sass Rigais al centro delle Odle

Ultimi traversi…

Momento relax..

Ecco il rifugio Cavazza!

Per la verità non facciamo un gran casino, siamo tutti belli cotti. Dopo cena abbiamo il tempo per fumare un sigaro in amicizia e guardare il cielo stellato. Poi riposo…anche domani ci attende una giornata impegnativa!

Sì, qualcuno è andato al mare…

Ciao a tutti,
                 ecco le mie vacanze in uno dei posti che si leggono su Alp. Le Calanques parco naturale e area di arrampicata in voga sin dagli anni 60. Belle, roccia un po’ untina ma con spunti interessanti…

certo l’è mia montagna…però il sole c’è!

Piove il primo giorno…prendiamo confidenza con la Provenza..l’entusiasmo è alle stelle…

Ecco il Cartello del Parco

Quella a sinistra è la mia che avevo prestato..

Il Pagher marittimo

Avvicinamento bucolico verso En Vau…il secondo calanco

Effettivamente il posto non fa schifo..

Eccomi, so mia chel dol “sector”, però mi difendo…

Un pò di grazia femminile che non guasta…

Questa è retorica!

Au revoir Calanques!

Ah sì dimenticavo! Il mare!