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Dolomiti coast to coast-Pale di San Martino

Finalmente dopo anni in cui a fine stagione mi domandavo…ma perché non ho fatto una vacanza in dolomiti? Riesco nell’intento. Anche quest’anno ho rischiato, tentato dall’Islanda prima e da Londra poi. E invece eccomi a raccontare di una bella esperienza, nove giorni di tempo ottimo o quasi girovagando in territorio dolomitico e decidendo di volta in volta cosa fare il giorno dopo. Pochi programmi, consumando le pagine delle relazioni di arrampicata e delle carte dei sentieri. Il primo week end dedicato alle Pale di S. Martino, poi Catinaccio e Val Gardena, Classico Sella e Odle. Salite di un certo impegno e soddisfazione e belle camminate con paesaggi magnifici. Il tutto coronato a fine giornata con l’immancabile Radler a suggellare la realizzazione di un itinerario o di una scalata, massima soddisfazione. Cordate nuove conosciute qua e là, conoscenze che si fanno sempre facilmente nel confortevole ambiente da rifugio o in parete. Infine una puntatine ad arco, che come ci ricordava Giordano, giovane studente di geologia conosciuto in parete, è sempre trendy. E non appena arrivato a casa già la voglia di ripartire e un progetto,  da realizzare prima della fine della stagione, nel cassetto.

Prima tappa,  Gruppo delle Pale di S. Martino con Alfio. 
Nel pomeriggio, appena arrivati, saliamo la Castiglioni Battisti alla cima Roda, bella classica testiamo la nota roccia delle Pale. Divertente. 

La via risale l’evidente spigolo

Arrampicata bella e divertente, roccia ottima

Uno Sguardo al panorama. poi firma del libro di via.

E’ fatta!

Come riscaldamento niente male. Dormiamo al Rosetta e il giorno dopo ci dedichiamo allo Spigolo Solleder della Cima immnik. Il nome è un programma, 450 m di via difficoltà IV IV+, due tiri di V e V-. Trovo un friend, ma lascio un dado. La via ci impegna e siamo un pò in ansia per il meteo arriviamo belli cotti in cima, anche in discesa occorre concentrazione e raggiunta la base della via un massacro scendere fino a S. Martino. Arriviamo distrutti, ma abbiamo fatto un gran bel vione!

Parte della via e panorami

Alfio sul tiro di V

Passaggi delicati in uscita

In vetta!

Discesa e nubi minacciose

Riorganizzazione materiale, quanto peso!

Dolomiti, Prologo

Un mare fossile meraviglioso, che l’orogenesi alpina ha portato a emergere. Queste sono le dolomiti. La magia di questi territorio nasce principalmente da argilliti e arenarie testimoni di un mare profondo e dalla dolomia, che caratterizzava scogliere coralline di milioni di anni fa.
Visitare le dolomiti rappresenta anche un piccolo viaggio tra i mondi degli uomini. In primis i valligiani, impegnati da secoli a lavorare con fatica e dedizione le proprie terre, preservando il paesaggio del fondovalle. Tra loro forte è il radicamento alla loro tradizione e cultura.
Poi i turisti, per loro conta essere in un luogo famoso, conosciuto, una cartolina da poter esibire e riportare in città, da mettere nella collezione delle vacanze insieme al viaggio alle Maldive, ai castelli della Loira e ad Ibiza. Amano il caos e l’assembramento invece che cercare quiete e contemplazione. Riproducono gli stessi schemi e ritmi, di città, code al bar del rifugio, passeggiata per negozi, aperitivo, struscio cittadino, risultando quasi sempre (a mio avviso) fuori luogo. 
 Infine gli appassionati di montagna,  escursionisti e arrampicatori irresistibilmente attratti da queste montagne, dai loro paesaggi suggestivi e dalla storia degli uomini che ne hanno scalato le cime. Sempre intenti ad osservare qualche via o qualche cima, ma anche qualche piccola meraviglia naturale, un fossile, un fungo, un fiore. Saper osservare e avere la sensibilità per farlo è forse la più grande qualità che andrebbe richiesta a chi si avvicina a queste meraviglie della natura. 
Ma per me, il fascino indiscusso di queste montagne risiede nel fatto che ancora oggi, con la loro bellezza, riescono a far sognare gli uomini, spingendoli a realizzare le loro personali piccole o grandi imprese, ad emozionarsi e a ricercare l’essenziale e il bello nelle cose.

Clusone Ventimiglia

Scusate la pubblicazione fuori tema ma mi sembrava bello postare questo giro in bici.

L’idea è nata dalla mente contorta di Daniela che pensando di andare in vacanza al mare ha pensato bene che come mezzo di locomozione si poteva benissimo usare la bicicletta.

L’errore non è avere queste idee, ma è quello di esporla alle persone sbagliate, del tipo che se proponi una cosa loro subito rilanciano.

Così un caldo Giovedì d’agosto un gruppetto di temerari è partito da Clusone in direzione Ventimiglia senza neanche sapere troppo bene il percorso ma con l’istinto e la voglia di andare al mare.

Dopo un primo giorno di pianura in direzione Ovada dove abbiamo pernottato dopo 240Km abbiamo affrontato il Turchino e la Liguria per un totale di 420Km complessivi.

Prima sosta nei pressi di Pavia il Capo gita e mente del giroDani e Pinu all’attacco sul Turchino

anche io sul Turchino intravedo la meta

verso questo passo devo precisare una piccola cosa:

non è il punto più alto della gita in quanto Clusone da dove siamo partiti e a 648m

nella foto da sinistra io, Giannino (il maestro), Pinu (la Leonessa dello julier) e la Dani

aria di mare… simo ad Alassio da qui manca veramente poco Ventimiglia è solo a 30Km

Ciao

Viaggio in Presolana

Il racconto che merita questa avventura lo pubblicheremo, nel frattempo un primo messaggio a tutti gli amici del GAP.
Quattro giorni per raggiungere la vetta della Presolana, partiti a piedi dalla nostra sede, per dieci ragazzi che realizzano un sogno pensato da qualche anno. Non senza fatica, non senza difficoltà, ma con grinta che non li ha fatti mollare fino alla vetta.
A Giosuè, Paolo, Alessandro, Alberto, Tommaso, Matteo, Giovanni, Francesco, Lorenzo e Sara: GRAZIE!!!