CAMBIA LINGUA

Visolo, per caso ma non troppo.

Sabato corteggiato come una “prima ballerina alla scala” ho ricevuto numerose proposte di gite. Come una ballerina che si rispetti, sono stato gentile, ma evasivo tenendo fino all’ultimo aperte varie strade.
Infine, dribblando un po’ tutti mi sono accordato con i fortissimi fratelli Mutti, i “Favresse” nostrani dell’arrampicata. Con loro c’è Robi, cascatista esperto ed elegante scialpinista, come avrò modo di vedere, e ci accordiamo per il Corzene, dalla valle dell’ombra.
Poco sotto ai Cassinelli ci rendiamo conto che il Visolo è in condizione, ci facciamo ingolosire.
Del resto se d’estate è una noiosa sfacchinata risalire i pendii verso la Cima, in inverno il Visolo offre un favoloso pendio di 1100 m continuo, a tratti esposto, con pendenze costanti, che necessità di un buon allenamento e abitudine all’ambiente esposto.
E naturalmente una buona tecnica sciistica.
Non è facile trovarlo in condizione. Esposto a sud,  spesso con poca neve; se è ghiacciato i rampanti sono quasi obbligati, se è carico il rischio valanghe assicurato.
Insomma una bella montagna, una salita classica 100% orobica che nel Carnet non può mancare.
Da tempo ci pensavo e adesso, per caso ma non troppo, sono lì sotto, sui primi pendii fuori dal bosco. Sono convinto che inconsciamente era la meta non dichiarata della giornata.
In un primo momento fingiamo di accontentarci, rimaniamo sull’idea originale. Ma i miei soci, affermati “big” della valle, quando fiutano la Cima meritevole, non si tirano indietro.
Con piacevoli diagonali, via via più faticosi guadagniamo metri, e il panorama si apre intorno a noi… Val di Scalve, Adamello, Pora, il Passo, la Valle dell’Ombra, il Corzene. E naturalmente la Presolana Centrale e Orientale.
La fatica fisica libera la mente. In equilibrio sugli sci e con se stessi. Si respira.
La compagnia è divertente e affiatata anche se è la prima volta che ci si vede sugli sci.
Si sale con buon ritmo e in un paio di ore scarse raggiungiamo la cima. Foto di rito poi la discesa. La pala è uno spettacolo, “remolla” da pennellare e curve a due passi dal vuoto del versante nord, quasi un trampolino verso la Val di Scalve che è meglio non sperimentare.
Il canale a sx della spalla è in condizioni meravigliose…neve trasformata stile pista da sci, qualcuno è sceso, ma noi non ci fidiamo.
Dopo le curve tra i pinetti, la neve finisce a pochi metri sotto le baite dietro l’albergo grotta.
Soddisfatti ci godiamo una Radler al passo.
Aspettando la prossima imminente tre giorni Scialpinistica…
Nando

Fuori dal bosco, puntiamo il Visolo
Stile da duri. Quelli veri.

 

Da sx,Aldo, Robi, Marcello
La Valle dell’Ombra, Il Visolo, Val di Scalve

 

 

La pala finale Marcello, nonostante la fatica non perde l’allegria
Ci raggiungono anche gli altri
Foto di gruppo in vetta!
E poi giù!

 

 

Filmatino taac.

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