CAMBIA LINGUA

S. Stefano al Ferrantino e polemiche riflessioni.

Ciao, poichè siete poveri di spirito e di arte letteraria, ancora una volta mi trovo a bloggare la mia umile gita, in quanto le sontuose immagini di posti famosi al di là dei confini orobici, non giungono.
In realtà non giungono nemmeno foto di posti orobici e locali, di semplici gite a piedi, ciaspole e sci…da tempo latitate un pò tutti, anche per i semplici commenti…e il blog, “asfissiato” dalle mie vicissitudini, che forse poco interessano ai più, rischia di soccombere..o venire fortemente limitato. Sebbene sia più “cool” mettere immagini su i vari “social network” esistenti, questo resta pur sempre un p.to di riferimento per i naviganti Gappisti-e-non, che forse avrebbero anche il piacere di vedere questa pagina ricca di altri interventi e non solo e unicamente dei miei.
Cmq, tornando alla cronaca, consci della necessità di smaltire le calorie accumulate durante il giorno di Natale, il giorno seguente (S. Stefano) ci avviciniamo alle solite usuali pendenze della stazione sciistica di Colere, con meta il Ferrantino. La pioggia scesa copiosa nei giorni precedenti anche in alta quota, ha formato un bel manto di neve compatta e gelata, di aspetto granuloso e le nostre pelli, usurate da centinaia di metri di dislivello, non lavorano adeguatamente e ci vedono costretti a calzare fin dalla partenza i rampanti. Saliamo con passo spedito e a buon ritmo, preceduti dal Luigi che fa un’andatura notevole. Sembra un locomotore della Freccia rossa, mentre dietro, annaspiamo io e Fabio come due vagoni regionali. Nei p.ti di scorrevolezza sono dolori. Alla fine i rampanti si rivelano fondamentali per superare l’ultima pala del Ferrantino, che altrimenti sarebbe abbastanza delicata se non addirittura rischiosa. La giornata è velata in pianura, pallida dove ci troviamo noi..al cospetto della presolana solita magnifca e maestosa immagine del versante nord e del mitico spigolo, omonimo.  Le mie gambe che fin lì hanno tenuto cedono completamente in discesa…dopo brevi tratti mi devo fermare. Sono scoppiato. Ma alla fine, in uno stato pietoso…atterrò sull’asfalto del parcheggio…la seconda gita dell’anno è andata. Neve gelata in alto, pessima in fondo. Ma in fondo…bello come sempre.

Buon fine anno a tutti.

Nando

Salendo con la Regina che ci osserva…

Poesia della montagna invernale

Eccoci …panettone smaltito

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