L’idea di raggiungere per la prima volta la vetta dell’Arera con gli sci ha stuzzicato i “soliti” buontemponi del sabato. Così altro cambio di compagnia e si parte di buon ora per Oltre il Colle, con la temperatura che lascia qualche dubbio sulla tenuta della neve, più delle nuvolaglie che si aggirano sulle cime.
Comunque l’innevamento consente di calzare presto gli sci: di buon passo si raggiungono le vecchie piste e seguendo la traccia più verticale possibile si arriva a Capanna 2000 giusto per la colazione.

Proseguendo la salita si impenna, ma la neve migliora, neppure troppo dura, se non fosse per il vento e per le nebbie che ci avvolgono (ma che qualcuno ringrazierà per averci nascosto almeno in parte ciò che ci aspettava…)

Arrivati all’antecima c’è d’affrontare il cosidetto “travetto” (per spiegazioni chiedere a Giova), che vorrebbe far desistere qualcuno, ma grazie all’Edo che si avvia verso la cima, ci decidiamo di usare l’attrezzatura portata sulle spalle per quello scopo.

Anche i fratelli Cincera sono ben felici di affrontare il tratto “alpinistico”, che richiede la giusta attenzione ma non è troppo impegnativo.

P.S. Una piccola parentesi personale: nel pomeriggio sono andato a fare il baby sitter alla nipotina e, rivedendo questa immagine della piccola Teresa che ho scattato oggi, mi è tornata in mente un frase sentita sulle nostre montagne da un “orobico doc”: “…. perchè a stà in del lec, te ne fe’ mia del lac… ”