CAMBIA LINGUA

Roda di Vael-Via ferrata, impressioni al femminile

Ciao a tutti, qui di seguito il racconto della ferrata da una “voce” nuova, Mariateresa che esordisce nel suo primo racconto sul blog. Speriamo ne facciano seguito molti altri.  Buona lettura.

Nando

“Sabato 10 e domenica 11 settembre in 23 persone  siamo stati in Val di Fassa per realizzare una ferrata sulla Roda di Vael.
Siamo partiti sabato  alle 8.30 da Scanzo, un po’ di traffico all’altezza del lago di Garda (i soliti appassionati di Gardaland) non ha smorzato il nostro entusiasmo, almeno l’entusiasmo dei neofiti come  me, Pasquale e Lucia .
Uno sguardo veloce al lago Carezza, pranzo al sacco al Passo di Costalunga  e poi su al rifugio Roda di Vael in uno scenario che aiuta a staccarsi dalle quotidiane fatiche.
A gruppi raggiungiamo una piccola vetta a 10 minuti dal rifugio poi i più pigri, come me, passano il pomeriggio al rifugio con radler e torta saracena , i più attivi con la corda e la guida di Marco e Nando si avventurano ad arrampicare una altura a poca distanza.
Al rifugio si cena presto e già alle 18.30 siamo a tavola allegri e una volta tanto sono gli austriaci che soggiornano al rifugio ad essere sopra le righe con urla canti e risa sguaiate.
Forse noi siamo trattenuti dal pudore di violare il dolore della rifugista che un paio di mesi fa ha perso il suo compagno Bruno sulla montagna.
Alle 22.00 tutti a nanna. Dormo nel letto a castello in alto e la domenica mattina ho il privilegio di vedere l’aurora che si leva dietro la cima delle Dolomiti che ci circondano… veloci scendiamo a vedere l’alba in un cielo limpido e sereno :  sarà una giornata stupenda.
Nando, Chiara e Marco (e Alfio ndr) non verranno con noi a fare la ferrata : raggiungeranno la  nostra stessa meta ma arrampicando per una via lunga e dai delicati passaggi.
Alle 8 intraprendiamo il cammino verso l’attacco della nostra ferrata e dopo un’oretta siamo tutti presi a indossare l’imbragatura e ad agganciare il set da ferrata: io come sempre in queste occasioni sono tesa ed emozionata ma so che non sono sola , come al solito Gino o Gianluigi mi assisteranno . Partiamo,  in testa Giovanna che è capogita e mi rendo conto che la salita non è difficile e non è esposta quindi mi rilasso, in più Giovanna sale senza correre e c’è tempo per guardarsi in giro e mettersi in posa per i fotografi del gruppo. In un’ora raggiungiamo la vetta e sono anzi, sicuramente tutti siamo felici:  una veduta spettacolare del mondo dolomitico  ci circonda.  Si affronta poi la discesa e una ferrata sulla parete a picco mi allarma : come faccio , non sono in grado ma alla fine la affrontiamo. Mario mi guida : una mano là un piede qua e alla fine superiamo la parte più difficile . Ci abbiamo impiegato un po’, siamo in 20 ! Uno spuntino e poi si riprende la discesa sempre su una ferrata facile ma un po’ stretta . Mi domando se ce la farà a passare Pasquale che è il più robusto del gruppo ma passa pure lui e quindi in poco tempo siamo di nuovo al rifugio Roda di Vael.
Pranziamo al rifugio , io mi concedo una ciotola di jogurt e mirtilli buonissima e poi… è tempo di scendere . Passiamo dal rifugio Paolina per un caffè e poi in macchina per tornare a casa.
Non abbiamo rivisto Marco, Nando e Chiara:  la loro ascensione è stata più lunga e impegnativa della nostra ma telefonicamente sappiano che sono arrivati al rifugio e quindi tutto si è concluso nel migliore dei modi.

Queste due giornate sono volate … sono grata al Gap che mi ha permesso in questi anni di provare emozioni nuove su montagne che da sola non avrei mai affrontato.”


Mariateresa


Alba presso il rifugio Roda di Vael (Foto: Pasquale)


2 Commenti a "Roda di Vael-Via ferrata, impressioni al femminile"

  1. Pasquale scrive:

    in tanti si chiedevano se sarei passato da quelcanalino largo 50 cm.
    ebbene sì sono passato anche se io sono largo 60 cm.! come ho fatto non lo so, forse il pensiero che se non passavo dovevo rifarla tutta all'indietro!

  2. Gianlu scrive:

    Conplimenti Mariateresa ci voleva una voce femminile sulla gita.

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