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Coerenza (Concetto di)

La seconda definizione della parola “Coerenza” nel dizionario del Corriere della sera cita quanto segue:

2 fig. Conformità tra le proprie convinzioni e l’agire pratico: c. morale; connessione logica; mancanza di contraddittorietà: c. di un discorso

Qualche tempo fa un noto Alpinista professionista faceva sapere a tutto il mondo tramite svariati media, che rinunciava all’Everest e alla traversata con il Lothse a causa del troppo affollamento ad opera di spedizioni commerciali. Non criticava apertamente le spedizioni, ma criticava la scarsa capacità degli alpinisti che vi prendevano parte. Continuare così è un suicidio diceva.

http://www.montagna.tv/cms/?p=40814

Lo stesso Alpinista professionista recentemente ha aperto un agenzia che si preoccupa di organizzare trekking e spedizioni (commerciali) sulle vette himalayane.

http://www.montagna.tv/cms/?p=39053

“Organizzi quindi anche spedizioni, non solo trekking?
Sì, certo. E’ un mercato importante. Il più importante pacchetto di questa primavera e forse dell’anno è una spedizione di grosse dimensioni all’Everest. In base alla mia esperienza, vedrei un logico espandersi di queste richieste soprattutto a livello europeo. Contattare noi è esattamente come contattare un agenzia in Nepal, non c’è intermediazione o cambio di prezzo. I miei soci sono gli stessi che hanno l’agenzia in Nepal, non c’è un doppio ricarico come avviene per tutte le altre agenzie nazionali.”

La contraddizione è evidente. Che senso ha cercare visibilità sui media per lamentarsi della troppa gente sull’Everest e poi organizzare spedizioni commerciali all’Everest? Se fai parte della macchina non lamentarti della stessa.
Ma forse noi “della domenica” ragioniamo con logiche diverse dai professionisti.

Nando

Tempi di Vendemmia

Quasi in punta di piedi siamo entrati in autunno. Mentre per qualcuno è tempo di vendemmia, altri trovano il tempo di passare una divertente mattinata in parete. Settimana troppo faticosa e tempi troppo stretti per concederci qualcosa in montagna. Optiamo per il classico “antimedale”. Fa una certa impressione, abituati alle dolomiti, tornare su pareti più corte e vegetate. Ma la roccia offre senpre una aderenza fantastica e il sole e il caldo rendono piacevole l’esperienza. 
L’autunno è iniziato, ma la stagione di roccia non è ancora finita. 
Nando
Primi raggi di sole sulla via Chiappa
Terzo tiro: siamo stranamente l’unica cordata sulla via
Per aggiungere “sapore” alla giornata, Elia con coraggio effettua il suo primo “tiro” da capocordata
A fine via, l’immancabile foto di rito

Grande Cir-Via Demetz (IV+,V)

Una giornata semplicemente perfetta. Metti un cielo azzurro, come non lo hai mai visto in montagna. Un sole caldo, ma con un aria frizzante. La compagnia di 4 amici fidati. E una via d’arrampicata classica. Mischia questi ingredienti, come in uno shaker da barman e otterrai una arrampicata fresca e inebriante. Tipo un ottimo mojto. 
Ma se per un cocktail non devi mai esagerare, per la via Demetz, non devi mai abbassare la guardia. La via offre passaggi dal quarto superiore al quinto. L’arrampicata impegna soprattutto perchè la roccia non è mai pulita…ha sempre una fastidiosa patina polverosa ad eccezione degli ultimi due bei tiri in placca. Più in basso passaggi originali, da affrontare sempre con le orecchie belle dritte. 
Anche i partecipanti sono ben assortiti, Alfio, Marco, Chiara ed Elia. Un ottima “biodiversità”  tra navigate volpi della roccia, eleganza femminile, giovane esuberanza in cerca di adrenalina, conoscitori delle crode dolomitiche. 
Un occasione per osservare anche “stili” e “letture” diverse sulla roccia, tra i miei abituali compagni di cordata. E così ognuno supera il tiro chiave con movimenti diversi, leggeri, tecnici, di forza o timorosi. Dove Marco passa con aerea spaccata io indovino un delicato traverso. Dove una cordata “tira dritto” l’altra “smezza” con una sosta. 
E così la roccia diventa la materia prima dove noi disegnamo il nostro modo di essere.
In quel preciso luogo. In quel preciso istante. 
La via

Marco e Nando sul passo di V

4° tiro: Marco in spettacolare spaccata, io traverso delicato

Momenti di arrampicata

Momenti di relax in sosta

Ultimo passaggio impegnativo

Ultimi tiri!

In cima!

Belli come il sole!

Piz Ciavazes-Via Della Rampa (IV)

C’è un inglese, un tedesco e un italiano.
Sembra l’inizio di una barzelletta. E invece è l’inizio della via della Rampa al Ciavazes.
Siamo in tre cordate io ed Elia, due tedeschi e 3 inglesi.
Aprofittando della ferrata di domenica partiamo venerdì mattina per fare questa via. Mi sembra il giusto compromesso tra la sveglia alle 5.30, i 300 e rotti km di strada e il giovane compagno di cordata, che deve macinare metri ed esperienza.
La salita è molto interessante 310 m di sviluppo su roccia solida, difficoltà mai elevate, ma pur sempre IV dolomitico e il giusto grado di attenzione. Pochi chiodi e tiri sempre da proteggere.
La partenza è un po’ stressante e affollata, la cordata inglese passa abbondantemente i 70 anni e si muove lentamente con metodi di assicurazione mai visti in arrampicata “moderna” e piuttosto rischiosi. Ci mettiamo in coda ai tedeschi, molto veloci. E saliamo senza intralciarci troppo. Come ogni buon alpinista tedesco non proprio “delicati”…mentre loro escono ci regalano una bella scarichetta di sassi che fischiano a poca distanza dalle nostre teste. Forse non hanno ancora digerito i due gol di Balotelli agli europei.
In pochi minuti usciamo anche noi e completiamo la salita in due ore e mezza. Siamo stai bravi, il Bernardi la segnala in 3 ore.

Bello arrampicare in dolomiti, tra tante lingue che si intrecciano, ci sentiamo fortemente “internascional”, come quelli veri!

La linea della via

Primo tiro, l’evidente rampa, in mezzo gli inglesi in alto il tedesco

Elia alla partenza e in azione

Il tiro chiave, un camino di IV, poi sopra la placca più bella

Elia in sosta si cimenta con l’esposizione e l’ambiente


In uscita, il meritato relax belli come il sole!

Doppia in perfetto stile…

Sass Rigais 3025 m. Odle

Da ormai diversi anni la “ferrata” di settembre è sinonimo di bel tempo, divertimento e splendidi panorami dolomitici. Anche quest’anno la tradizione è stata rispettata e domenica siamo saliti in 21 sulla cima più alta del gruppo delle Odle, il mitico Sass Rigais. 
Mitico perchè è stata la mia prima avventura su roccia a 12 anni, 22 anni fa! Pazzesco. Mi ricordo il Gino come mio capocordata, le gambe che tremavano per la paura, la voce agitata e quella sensazione di vuoto allo stomaco sulla forcella poco prima dell’attacco. La ferrata me la ricordavo più lunga, la cima no, me la ricordavo esattamente così come è! Potere della memoria. 
Il gruppo si è mosso agile, sicuro e veloce, anche chi si cimentava per la prima volta con una ferrata. Le donne del gruppo (guai a non citarle) hanno dimostrato ancora una volta grinta da vendere e tenacia notevole, non mollando mai. Una citazione speciale al casco dell’Andrea, del Gigi e del Benny, vere perle di archeologia alpinistica, ma portati con grande stile! 
In vetta strette di mano e complimenti, un gesto semplice, ma ricco di significati, che trovo sempre più raro sulle cime zeppe di frequentatori hi-tech, iperattrezzati e concentrati sulla prestazione. Uno gesto che a noi del GAP piace ancora. 
Dopo la lunga discesa, una pausa con melone e un bicchiere di rosso sui prati alla base delle pareti. Marco e Andrea hanno portato il gustoso carico nello zaino fino in cima! Che dire proprio bravi gli alpinisti di stampo classico!
Al rifugio Juac tra gli splendidi prati sfalciati di fresco abbiamo brindato alla giornata con una radler, poi ci siamo salutati. Qualcuno si è intrattenuto ancora un po’ discutendo di nuovi progetti, idee e salite da fare…gustandosi i primi silenzi del tardo pomeriggio, senza nessuna voglia di tornare a casa.  
In quei momenti, a cavallo tra una salita conclusa e la prossima da progettare, c’è tutta l’essenza delle amicizie nate in montagna e il segreto della nostra meravigliosa passione. 

Salendo verso il Sass Rigais

Preparazione alla forcella

Verso l’attacco della ferrata

Ci aspettiamo tutti e poi via!

Momenti di salita

Panorami e protagonisti..

Foto di vetta!

In cima col capocordata Gino 22 anni dopo!

Caschi “vintage”, super Andrea e Gigi “the president”

In discesa si rimane concentrati

Il libor di vetta…

L’ometto ci saluta, ciao Sass Rigais alla prossima!

e per finire, Benny relax.

IL NODO si apre ad aspiranti cronisti

Ciao a tutti,

                 so che lo state aspettando tutti con trepidazione per cui possiamo annunciarvi che presto uscira il Nodo! Vi aspetta un numero spumeggiante e ricco di contenuti!
Nonostante siamo sempre vulcanici e prodighi di idee letterarie, approfonditi editoriali ed articoli, scritti dalle migliori penne del giornalismo di montagna, vorremmo invitarvi a rendere ancora più interessante IL NODO. Pertanto vi incoraggiamo ad inviare i vostri contributi all’indirizzo gruppo.alpinistico.presolana@gmail.com
Accettiamo racconti, cronache di salite e proprie riflessioni personali, ecc ecc.,  seguendo queste semplici regole
  • il testo non deve superare le 3500-4000 battute (circa 3/4 di pagina A4)
  • il testo deve sempre avere un titolo di accompagnamento
  • il testo deve essere corredato da 3-4 fotografie con buona risoluzione 
  • si consiglia di mandare tutt i contributi in formato digitale (an sè nel dùmela)
Naturalmente ci riserveremo di pubblicare gli articoli più interessanti per il nostro folto pubblico di lettori. Sennò che redazione saremmo? :-)
Aspettiamo fiduciosi i vostri contributi e perchè no, nuovi redattori!
p.s. ogni riferimento a giovanissimi sporadici partecipanti di gite GAP è assolutamente voluto. 
ciao

L’altra metà del cielo in Val Maira

La nostra segretaria mi chiede di postare la versione “al femminile” del trekking nelle valli occitane. Con una punta di polemica, le quote rosa sono sempre più presenti e determinate nel Gruppo!

Bravi i nostri ragazzi che hanno
raccontato con umorismo il nostro
trekking in Val Maira: ma quale stupore nel vedere che tutto il cammino è
stato raccontato in sola versione maschile, nessun accenno ( se non di sfuggita
alla sofferenza delle ginocchia di Lucia)  alle 7 donne  partecipanti .
Anche se devo riconoscere che il
senior Angelo è stato il più performer,  noi  donne, nonostante la nostra elevata età media,  abbiamo partecipato con grinta alle discese
ardite e alle risalite su per le valli che aprivano sempre nuovi scenari :
pascoli, postazioni militari, ruscelli in cui rinfrescarsi, vette accattivanti.
Forse noi donne abbiamo sofferto
di più il peso degli zaini e il sole rovente delle ore di punta ma non abbiamo
mai rovinato il sonno dei nostri compagni di viaggio russando o facendo
squillare i cellulari nel cuore della notte.
Ci siamo divertite  con i nostri compagni di viaggio , abbiamo
cantato sulle musiche suonate da Giovanni, abbiamo ammirato il cielo stellato,
abbiamo dormito nel “geco”, abbiamo  goduto di paesaggi inconsueti.
Come ogni anno Marco azzecca
sempre la formula giusta per il trekking di ferragosto, quest’anno baciato
anche dal sole: grazie a lui  e a tutti i partecipanti.
Mariateresa