CAMBIA LINGUA

Nuvole olimpiche

Io mi definisco uno sportivo, a dispetto delle birrette, delle serate a volte “sregolate” e dell’età che inesorabilmente avanza. Anche se alla fine non ho mai vinto niente. Neanche la tombola in famiglia a Natale. 
Trovo piacere nell’allenamento, nel sudare, nel fare fatica. Nel condurre tutto sommato una vita sana.
Ho provato tante discipline anche a livello agonistico, senza mai “eccellere” particolarmente in nessuna. A guardare bene prediligo quelle in cui c’è di mezzo la gravità come la pallavolo, lo sci e l’arrampicata e ho una antica e romantica passione per la bicicletta. 
Perchè in bicicletta nascono i primi sogni da ragazzino e le prime libertà. Velocità e muoversi lontano da casa.
La mia bacheca è scarsa, un dolorosissimo secondo posto al campionato U16 di pallavolo, nel lontano 94, dopo aver dominato la stagione…e qualche sudatissimo Podio al Trofeo di Sci del Gruppo, prestigiosa vetrina di paese…battuto dal dominatore incontrastato Bani, o da qualche fresco campione di giornata. 
Provo simpatia per quelle discipline minori, dove si guadagna poco e si fa una fatica enorme. Delle spacconate di Bolt non frega niente.  E’ a vedere Pistorius correre dando il massimo che mi è venuto un groppo in gola. Per il coraggio, la grinta e la dignità s’intende, mica perchè è amputato.
Sono un romantico dicevo e purtroppo penso allo sport come un ragazzino. Una cosa semplice, dove il Campione, capace di gesta memorabili è l’esempio da seguire. E ogni volta che vedo un Campione barare mi sento sconfitto e avvilito.     
Più di tutte le volte che ci ho provato, ma non ho vinto.  
Nando

Buona la prima

Nell’interregno tra le vacanze in montagna e le vacanze al mare mi organizzo per un blitz in Presolana.

Come ogni anno almeno una volta bisogna salirla.

Arrivo dalle dolomiti, sono allenato…dunque approfitto del giovane entusiasmo di Elia e gli propongo il classico spigolo sud. La sua prima via in montagna. 
Il giovine è motivato e non obietta sulla partenza, 6.30 tonde tonde. Puntuali saliamo al passo e alle 7.20 stiamo già camminando zaini in spalla. 
Sudiamo come in sauna per il gran caldo e in un ora e mezza siamo all’attacco. Mi preoccupano un po’ le nebbie, che potrebbero trasformarsi in nuvole e temporali. 
Saliamo veloci e tiro dopo tiro gli squarci di azzurro ci rassicurano. Possiamo salire ragionevolmente sereni. Elia è un po’ teso all’inizio e in fondo lo sono anche io anche se non lo do’ a vedere…di solito condivido la responsabilità del “primo” di cordata con il compagno…questa volta sono io l’unico punto di riferimento. La roccia però ci infonde il giusto grado di serenità. 
Compiamo il nostro piccolo grande viaggio su diversi terreni, parete aperta, roccette e canali, creste e infine la vetta. Mi gusto la pace della vetta e la giusta soddisfazione di Elia. Con ragionevole calma, ma non troppa scendiamo. 
La birra e piadina finale sugella l’impresa. Complimenti a Elia, veloce determinato e sicuro. 
La Presolana sempre “dura” e austera si è dimostrata ancora una volta benevola.

“Buona la prima!”

Nando

                                                                        Primi tiri
Nebbie presolaniche e bivacco Città di Clusone
Foto “Facebook”
Sul traverso del 4 tiro…l’allenamento a Valgua ha il suo perchè
In vetta…ci sono anche io!
Scorci in discesa
                                                                 Ospiti ai cassinelli

ADAMELLO

Solo qualche parola,  qualcuno pubblicherà in modo più completo la relazione su questa nuova avventura

Un sorso dalla borraccia, una corda tesa, la preoccupazione del cammino, la fatica, la pazienza del passo comune, la gioia della vetta, la soddisfazione di condividere questa nostra passione con gli amici di sempre, di oggi, di domani…

Quarantacinquesimo!!!

Qualche immagine per condividere la bella giornata trascorsa insieme, con un gruppo davvero numeroso per rendere il giusto omaggio alla nostra montagna… e fra tutti i partecipanti davvero i complimenti a Paola & Co. che non è voluta mancare all’appuntamento…

 E poi la sera altri dolci festeggiamenti in sede, per il GAP … e per la nostra nazionale…

Jim Bridwell de noattri al Campanile di Valmontanaia

Posto due foto gentilmente concesse dai due protagonisti, dell’impresa dolomitica di Carlo “il
bello” e “il Pezza” partiti in esplorazione settimana scorsa per
le dolomiti Friulane.
Se fossi un giornalista
esalterei con la cronaca, le epiche fatiche, della fortissima cordata che
impavidi, sfidando la montagna in una lotta estenuante, hanno raggiunto la
vetta al Campanile di Valmontanaia, per la via la via glanvell-von
sar. 
Però, verrei smentito dalla
foto di vetta dove i due sembrano paciosi e rilassati. E verrei tradito
dall’improbabile look frikkettone cascogiallo-pantalonegiallo
capellolungo e baffone del Carlo, che mal si conciliano con l’iconografia
classica dell’alpinista eroico e della lotta con l’alpe e più si avvicina al
look dei Californiani “anni 70″.  

Pertanto mi limito a fare i complimenti ai due e, anche se colto da una gelosia “affettiva” nei confornti del pezza che scala con “il mio” socio Carlo…colgo l’occasione di ricordargli, che, magari, se evitano di andare in settimana mi posso aggregare anche io.
Bravi!
Il Campanile di Valmontanaia
Belli come il sole in Vetta!

Dimai Punta Fiames (2240 m), Spigolo Sud Punta Alpini (2380 m)

Si ricomincia. Dopo una primavera
climaticamente balorda arriva il week end perfetto. Venerdì Carlo e “il Pezza”
mi chiamano per aggiornarmi della loro impresa, la “normale” al Campanile di
Val Montanaia (complimenti!), ma io rinchiuso nell’ufficio non cedo
all’invidia. Anche io Sabato e Domenica sarò con Alfio in Dolomiti.
Il nostro obiettivo è la Via
Dimai alla punta Fiames, nel Gruppo di Pomagagnon  a nord di Cortina. Via di IV, ma già un bel
paretone, un ora e mezza per l’attacco, 450 m e 15 tiri di sviluppo…che in
ombra alle prime luci del mattino incute un certo timore. Una via di tutto
rispetto per iniziare la stagione. 
Ci muoviamo bene forse
leggermente rallentati da un’altra cordata …due Alpini del VI reggimento di
istanza a Brunico. Simpatici anche se un po’ marziali nelle manovre. Il feeling
con la roccia e il grado dolomitico va ripreso, sui primi due tiri annaspo un
po’ coi piedi, poi ritrovo ritmo e fluidità. La forma fisica tutto sommato
regge, benedico le brevi sfalesiate a Valgua e dintorni. Saliamo con buon
ritmo, persi in un mondo fatto di diedri, placche, camini, fessure. La parete è
imponente.
Al contrario dei nostri compagni
di avventura parliamo poco, non abbiamo bisogno di urlare, quando siamo “a
vista” basta un cenno della mano per mollare la sicura del compagno o partire
per raggiungerlo in sosta. Tiro dopo tiro guadagnamo metri e quando la
stanchezza inizia a farsi sentire siamo fuori. Da lì in pochi minuti in vetta,
attraverso la ferrata Strobl. Al solito la vista spazia sulle grandi montagne
della storia alpinistica dolomitica, e la mente già s’impegna a fantasticare
nuove vie e nuove salite. Dopo la foto di vetta scendiamo lungo il ghiaione
ripido, ma agevole e in un ora e mezza arriviamo cotti dal sole alla macchina.
Di lì un cambio veloce per
presentarci all’appuntamento mondano a Cortina. Pantaloni corti e maglietta
senza pretese, ci gustiamo la meritata pizza e radler, osservando divertiti e quasi
increduli, la variegata umanità mondana che popola la perla delle dolomiti.
Signorine in abiti succinti e tacco 12 accompagnate da uomini-bancomat, finti
escursionisti in abiti tecnici, profumati e puliti senza un capello fuoriposto.
Raduni di proprietari di auto d’epoca “al cazzeggio” sui passi dolomitici e l’immancabile
coppia di giapponesi con attrezzatura fotografica esagerata. Poiché l’imperativo
è “ostentare” anche io esibisco una splendida abbronzatura da muratore.
L’importante a Cortina è farsi notare. 
Punta Fiames, un bel monolite

Primi tiri su roccia buona ma un po’ slavata
Bel paretone, Alfio “disperso” qualche metro sopra di me

Proseguiamo tiro dopo tiro

Quasi in uscita, in sosta

Penultimo tiro

E in vetta belli come il sole!

Discesa tra bei panorami
Giorno due. Dopo una notte in tenda, selvatici e allo stato brado, “colazioniamo” sotto le pareti della Tofana di Rozes, dove resto impressionato per la bellezza e l’eleganza dei suoi tre spigoli.
Le fatiche della giornata precedente si fanno sentire, siamo piuttosto provati e optiamo per una via breve, ma nel complesso non banale. Lo spigolo sud alla Punta alpini, Passo Falzarego. Sette tiri IV, V. Discesa delicata. Il giusto. Saliamo molto più legnosi e macchinosi del giorno prima, ma ci sta del resto…
Soddisfatti ci godiamo un panino e di nuovo una radler al passo e poi giù di ritorno verso casa. Ma la testa e il cuore rimangono lì, sulle crode dolomitiche.

Si ricomincia un’altra stagione. Finalmente. 

Ore 6.30, al grand hotel Falzarego inizia la nostra giornata

Ci alterniamo tra bei tiri e altri meno

Punta Alpini, la nostra cimetta di giornata

Pausa e poi di nuovo in marcia! La radler ci aspetta!

Al passo, una vecchia conoscenza del GAP

Persi nelle piogge. Ma fino a un certo punto…

Primavera piovosa e freddina. A giudicare
dal Blog, sembrava quasi che il GAP si fosse fermato..invece è mancato solo il
tempo di postare le iniziative del gruppo, che come sempre ha continuato la sua
attività, in montagna e in Paese.

Dopo la chiusura della stagione scialpinistica
con due meravigliose salite in val d’Aosta al Breithorn ed Entrelor ci
concediamo un intermezzo musicale, con un quartetto giovanissimo di musicisti.
Sulla cima del Breithorn

Primo Gruppo in vetta all’Entrelor
Antonio rilassato annuncia la fine della stagione
Poi di nuovo via con i ragazzi
del Centro di Aggregazione Giovanile “Zuma” ci buttiamo alla scoperta delle Passioni
Verticali. Tre domeniche con ambienti e gradi di difficoltà crescenti, sempre
più liberi e suggestivi.
Prima uscita: Parco Avventura
Con i ragazzi si prova il free climbing
Foto di Gruppo, due giorni al Rifugio Colombè (magari un minimo di zoom)
Prima di pranzo proviamo qualche passaggio. Ah Se avessi le scarpette!

Prima che le piogge ci annacquino
i week end troviamo anche il tempo per le prime arrampicate in ambiente a Rogno e
qualche giro in falesia, Cornagera, Valgua, Casazza (rigorosamente senza macchina fotografica).
Elia approccia le vie in ambiente

Da sx, Marco, Elia, io e Chiara inuscita di Pastasciutta e Scaloppine

In questi tempi qualche giovane new entry si avvicina
al nostro mondo e incomincia ad avere quella “febbre” per la roccia che ben
conosciamo, regalandoci nuove soddisfazioni. Noi complici consapevoli, ci
auguriamo che il salto verso le avventure in montagna arrivi presto. Nel frattempo
pazientemente ..coltiviamo… J

E per finire … 4000!!!

Forse non sarà l’ultima gita scialpinistica di questa stagione, comunque come “chiusura” potremmo essere soddisfatti: un “quattromila”, anche se un poco raddolcito dagli impianti è sempre una bella soddisfazione, con il panorama sulle cime del Monte Rosa che si apre dalla vetta del Breithorn.

Lasciamo volentieri il “circo” di Cervinia e dintorni e ci immergiamo nell’ambiente dell’alta montagna, luci, spazi aperti e un poco di fiato corto…

Sua maestà il Cervino ci controlla per tutta la salita e mi ricorda l’avventura vissuta insieme ad Andrea su questa grande montagna…

Ecco la prima curva oltre quota 4000 di Lorenzo (e vedete che spettatore d’eccezione) e dopo oltre 2000 metri di discesa torniamo a valle, per continuare verso la solitaria Val di Rhemes…

Una doccia calda e una buona cena ci rimettono in forma, tanto da potersi sfidare a calcetto!!!

Per completare il weekend ecco la lunga salita alla cima dell’Entrelor, affrontata con il giusto passo che ci ha permesso di gustarci anche la discesa: farina!!!!

La compagnia di questa gita è stata ottima, abbondante e variegata: c’è chi è arrivato e poi è tornato a casa prima e chi è arrivato dopo e comunque è arrivato in vetta: bravi a tutti!!!

La Valletta e San Bernardo

Ecco la nostra meta di ieri: la Punta Valletta nella valle del Gran San Bernardo, raggiunta con la compagnia della “squadra agonistica” di Antonio, Ettore e co., dopo essere stati punzecchiati nella decisione dall’incontenibile nipotino Lorenzo: d’altronde la partenza molto prima dell’alba qualche dubbio lo insinua….

Ma andiamo con ordine: arrivati al parcheggio, dopo qualche incertezza iniziale la decisione è presa: il Monte Flassin ma con salita alternativa, lontano dalla folla che vediamo risalire sull’itinerario “da onicer”. La partenza è subito sugli sci, con itinerario scialpinistico da manuale: fascia di bosco iniziale che superiamo in un canale ormai ben assestato e neppure troppo faticoso: la gola del Citrin…
Arriviamo sopra il bosco, agli alpeggi (del Citrin …), dove ci riscaldiamo al sole e ricompattiamo il gruppo.

Poi su ampi pendii raggiungiamo il colle (Citrin…. naturalmente) e cambiamo vetta: lasciamo alle nostre spalle la cresta che porta al Monte Flassin (sullo sfondo) nostra meta iniziale, poco disposti dal metterci gli sci sullo zaino per almeno 200 metri ed ingolositi dal pendio che ci aspetta alla Punta Valletta.

Certo il pendio non fa sconti, è bello ripido ma ormai molto sicuro.
Eccoci finalmente sull’ampia cresta, con sua maestà il Monte Bianco che appare sullo sfondo…

Dal deposito degli sci solo 50 metri ci separano dalle vetta…
La sottile cresta ci porta al roccione (un poco instabile!!!) della cima, con un panorama incredibile, dal versante del Freney del Monte Bianco alle Gran Jorasses!!!
La discesa è bella ripida, sulla foto d’apertura la si vede sul pendio a destra dalla verticale della vetta. Ecco le prime curve di Paola sul bel pendio di 250-300 metri continui a 35° abbondanti….
Insomma gran bella gita, di piena soddisfazione: forse ho esagerato con il reportage, ma la voglia di condividere le nostre avventure in montagna…

Ciao a tutti e alla prossima…..
Marco e Chiara