Mi è capitato di sbagliare un attacco, o qualche tiro di una via.
Una parete mai.
Il bello è che se ne accorge Enrico, che aprendo il libro di vetta…
- “Libro di vetta, Torre Juac!!”
- “Come Torre Juac? si vede che la chiamano così quelli del rifugio, sulla guida del Bernardi è la torre Firenze”
Enrico va avanti a leggere.
- “..via che speriamo possa diventare una classica ripetuta, primi salitori ignoti, riattrezzata di recente…”
- “Mauro Bernardi”
- “ah”.
Alziamo la testa e vediamo cordate impegnate sulla torre di fronte, quella giusta.
- “fi#@@! Enrico ho sbagliato montagna! cominciamo bene!”
Ecco. Liscio clamorosamente la parete. Sono un tarello, la torre l’ho guardata mille volte dal Rif. Firenze. A parziale discolpa arriviamo da una posizione diversa e la descrizione dell’avvicinamento non era chiarissimo e in effetti la relazione non è che torni un granchè…ma alla fine con un po’ di pazienza, tiriamo fuori la nostra linea, grazie alle difficoltà modeste che propone (max IV). Altrimento doppie e orecchie basse. A casa con calma ricostruiamo l’itinerario. La via del rifugio secondo noi. Probabilmente con qualche variante Bellotti-Corna.
Del resto anche così nascono gli aneddoti da raccontare in sede al GAP.Sperando che i senatori non mi straccino la tessera…
Nando
La torre Juac (fonte www.valgardena-groeden.com)
Fasi di scalata
Fuori dalla Via…un po’ perplessi. Ma poi una radler allo Stevia ci sistemerà l’umore.
p.s. la via alla fine non è male, ma c’è sicuramente di meglio. Primo tiro su roccia marciotta e da pulire. Secondo tiro da intuire di brutto (del resto senza relazione). Dal terzo in poi molto meglio. La parte alta è su roccia buona se si segue il filo dello spigolo. Soste attrezzate con fittone cementato, qualche chiodo dove serve e cordini su clessidre qua e là. Un tiro spittato (variante?) che noi abbiamo evitato come la peste. 11 tiri totali.
Che poi non è tanto lo sbagliare,o no, una parete, un tiro, un attacco…basta accorgersi!!!!!! Intendo accorgersi prima di arrivare in cima…