Facciamo un poco fatica ad esprimere con le parole l’emozione di salire in inverno una delle montagne simbolo delle Dolomiti e raggiungerne la vetta con gli sci ai piedi.
L’avevamo già salita in estate, ma in inverno non si era ancora concessa a noi, lì, in fondo all’Alpe di Siusi, a chiudere con il Sassolungo la bellissima Val Gardena.
Questa volta le condizioni erano buone e la nostra idea di salirla si è potuta realizzare, anche grazie ai consigli degli amici del Aiut Alpin di Ortisei, che siamo passati a salutare il venerdì, accolti dall’ineguagliabile ospitalità ladina.
Dopo aver pernottato al rifugio Zallinger davanti non abbiamo nessuno, la salita non è faticosa, la traccia è regolare, anche se un poco ripida (d’altronde è come salire un piano inclinato a 30-35° per quasi 600 metri di dislivello). Allora sono le emozioni ad avvolgerci e si è sospesi in mezzo ad un panorama unico: man mano si sale le baite dell’Alpe si fanno piccole, tutto si allontana, attorno non c’è più nulla, solo la vetta si avvicina…
Sulla vetta ci accolgono la croce, il Sassolungo alle nostre spalle e tutte le cime delle Dolomiti. Siamo ancora soli e vorremmo fermarci a lungo qui, nonostante l’espozione metta un poco timore.

Lo sguardo verso il basso ci richiama all’altra metà della vetta, la discesa, che richiede la giusta attenzione. Su questo pendio così aperto il vento fa il suo dovere e sono sufficienti poche ore per trasformare un splendida polvere in una neve appena insidiosa.

Negli ultimi pendii prima del rifugio l’esposizione è favorevole e la sciata si può liberare, permettendo anche a noi di lasciare qualche traccia che testimonia la felicità di questa salita.
Ciao a tutti
Chiara e Marco