Come da recente tradizione, anche quest’anno organizzo con “Paolino” la gita della vigilia di natale.
Dopo aver controllato il meteo tutta settimana decidiamo di andare al pizzo Arera, sperando di poter risalire qualche canale innevato. Purtroppo però questo è il tipico periodo di cene e festeggiamenti con amici, colleghi, parenti lontani e, a causa di una partenza forzatamente ritardata, arriviamo a Capanna 2000 a metà mattina. Chiediamo informazioni circa la condizione della neve e, sia gli escursionisti che il rifugista stesso, ci consigliano vivamente di risalire dalla via classica.
Niente di grave, dopotutto, il nostro obiettivo è quello di passare una giornata all’aria aperta.
Leghiamo le racchette allo zaino, indossiamo i ramponi e iniziamo la salita, che sembra una gita su ghiacciaio in miniatura.
Arriviamo quindi sudatissimi all’anticima, scendiamo qualche metro e ci troviamo faccia a faccia con il canalino finale, che porta dritto alla croce di vetta. Sono pochi metri, forse nemmeno 100 di dislivello, è però un passaggio di tutto rispetto, con pendenze che richiedono concentrazione e massima attenzione.
Conclusa anche quest’ultima fatica raggiungiamo la cima in totale solitudine, il che ci permette di godere appieno della vista a 360° su tutto l’arco alpino innevato, e anche un po di appennini.
Ah, dimenticavo….
BUON NATALE A TUTTI!
Lorenzo
Grande Lore che ravvivi il blog!! Buon Natale!
Ciao
Ottima salita…….una provocazione per i ” diversamente giovani” a non mollare.
Felice anno nuovo a tutti.