CAMBIA LINGUA

Meteo avverso..

Ci girano le scatole, ma era previsto. Nonostante un nubifragio che sbarra strada ed entusiasmo in quel di Cene, animati da un ottimismo che rasenta la cieca ignoranza andiamo oltre. Obiettivo minimo di giornata: colazione a Ponte Nossa. Lì sembra meglio e proseguiamo verso Valgoglio e il Lagonero. Avvolti nelle nebbie del Monsone orobico dopo un paio d’ore sbuchiamo nei pressi del rifugio. Siamo intenzionati ad arrampicare nonostante l’evidente impraticabilità, dato che ci siamo tirati sui kg di materiali. Proviamo qualche tiro, in condizioni da Svalbard, ma in realtà non vediamo l’ora che il rifugista ci chiami per il pranzo.
Lì le prestazioni migliorano nettamente, pasta, formagella, vino rosso, torte, caffè grappa e il proverbiale e pericolosissimo genepì.
Non è che abbiamo combinato granché, a parte una discreta sfacchinata. Ma ci siamo fatti delle grandi risate passando una bella giornata in compagnia. In attesa di cose più importanti, nel proseguo della stagione.

Poker a Lantana

Come in una partita di poker poteva essere un grande Bluff, o si poteva rimanere in mutande.
Partiamo domenica pomeriggio sfruttando quel poco di sole rimasto, dopo il sabato di piogge intense, sperando di trovare la parete asciutta. Quasi utopia. In realtà il piano B l’avevamo, buttarsi sulla plastica della palestra di Castione. Struttura bellissima per carità, però..tristezza.
Il sentiero per la falesia è fango puro e a terra ci sono pure i resti della grandine della sera prima. Intorno montagne imbiancate e boschi nei colori caldi tardo autunnali.
La parete è bagnata, ma qualche linea asciutta o cmq scalabile la troviamo. In un silenzio surreale , davvero raro per lantana, scaliamo completamente soli, assaporando forse gli ultimi movimenti su roccia della stagione. Anche se qualche altra puntata d’azzardo, avremmo voglia di farla.
Rimediamo un bel poker di vie.
Non male, considerato le poche ore di luce a disposizione.