CAMBIA LINGUA

Pizzo Coca in rosa

Ciao a tutti , ecco una nuova la relazione di Mariateresa dal mio profilo. Direi che abbiamo una nuova blogger! Settimana prossima vedremo di renderla autonoma con una apposita serata su come utilizzzare il blog. Per chi fosse interessato l’appuntamento è martedì 11 ore 21 sede GAP.


“Come da programma del
Gap  domenica 25/9 abbiamo raggiunto la
cima più alta delle Orobie:  Cima Coca, m.3.050.
In verità il capogita
Andrea (del secondo capogita Gianluca si è persa traccia) ha proposto di
realizzare l’escursione in 2 giorni ed io ho aderito, ben felice  di godermi ancora un fine settimana soleggiato
in montagna e poi davvero 2.000 metri di salita e 2.000 metri di discesa in una
giornata  mi sembravano un po’ troppi.
Quindi sabato 24/9 in
9 persone abbiamo raggiunto il rifugio Coca : 2 ore circa di cammino su quel
sentiero che non dà mai un attimo di respiro, ma alla fine una birra e una
fetta di torta fanno dimenticare la fatica e la sudata della salita.
Una cenetta niente
male per gli amanti della carne (polenta con stinco)  mentre per me che mi ostino a non mangiare né
carne né formaggio il solito minestrone . Fortunatamente per dessert
niente  budino ma delle ottime torte.
Una nebbia fitta
fitta non ci ha permesso di vedere la luna piena e ha accentuato la
preoccupazione di Andrea di  dover
portare in vetta 7 persone inesperte da solo.
La domenica mattina
il  cielo era limpido e io ero ovviamente
agitata per quel nuovo territorio da affrontare.
Un paio d’ore per
arrivare alla bocchetta dei Camosci e uno sguardo al canale di accesso alla cima
Coca mi ha fatto pensare di rinunciare alla vetta : troppo difficile !!!
Ma Andrea mi ha
legato una corda in vita e via…
Qualche difficoltà a
vedere i bolli una po’ di fiatone per la salita, un po’ di ansia per tutte
quelle pietre ma alla fine ecco la croce e una veduta spettacolare sul Redorta,
sullo Scais (dove un elicottero volteggiava per recuperare  qualcuno in difficoltà )  e sul Gruppo del Bernina che affiorava dalle
nuvole basse.
E poi la discesa che
mi fa ancora più paura della salita .
Se posso fare una
richiesta  al CAI è di non trascurare di
segnalare il tracciato di  questa
importante cima.
Sulla via del ritorno
abbiamo incontrato i magnifici 5 che sono partiti da Valbondione domenica
mattina  alle 6.30 e in giornata hanno
raggiunto la vetta: Gianni l’ho riconosciuto da lontano per il suo look e il passo
inconfondibili , dietro a lui Michele e Lorenzo 2 ragazzi di 15-16 anni
sorridenti e neanche un po’ affaticati, Gigi invece un po’ stanco e Antonio che
avrebbe voluto un po’ di corda per mettersi in sicurezza (ma a chi si legava
poi ? ) .
Una nota a parte per
SUPERMAN GINO : in 4 ore è partito da Valbondione è arrivato alla Cima ed è
ridisceso al rifugio. Ha 60 anni e non vuole che si dica la Sua età !!!!  Ma ha solo di che vantarsi.
Con  tanta tensione sono scesa alla bocchetta dei
Camosci, poi  giù al rifugio per ritemprarsi
con birra e panino e infine  di corsa (si
fa per dire perché ho impiegato quasi 2 ore anche a scendere)  a Valbondione per stare poi in coda in
macchina da Villa d’Ogna a Vertova …
Una nota di rammarico
: Mina avrebbe voluto raggiungere la vetta ma pur avendo l’energia per farlo le
è mancato l’angelo custode che l’aiutasse nei passaggi più impegnativi e
difficili .
Silvia e Renata hanno
rinunciato forse perché stanche e sicuramente perché da sole non avrebbero
saputo come arrivare in vetta .
Un invito a Michele :
continua a venire in montagna con noi !”

                                                                                                       Mariateresa

Il lago di coca all’alba (foto: Sass Baloss)

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