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Dolomiti coast to coast-Catinaccio

Il tempo orrendo di oggi (già finita l’estate?) non consente altro che raccontare un po’ di montagna sul blog.

Seconda tappa. Dopo le magiche Pale di San Martino recuperiamo un terzo arrampicatore e ci dirigiamo al Catinaccio. Prima di cenare abbiamo tempo di provare la Gandhi-Mosè (IV)  fuori dal rifugio. Via aperta dalla guida gardenese Bernardi., un antipasto attendendo il giorno seguente le Torri del Vajolet.

La via parte molto bene, ma poi si rivela un emerita ciofeca (al solito giudizio personale), roccia cmq onesta tranne sul tiro chiave (non chiodato) che pare decisamente friabile e privo di chiodi.

La via

Assicuro Alfio sul secondo tiro

Il terzo arrampicatore!

Panorami il Catinaccio d’Antermoia, verso il passo Principe

“Piaciuta la via?”….ok facciamo i conti al rifugio….

Giorno secondo, ci alziamo e il tempo è pessimo. Decidiamo cmq di fare due passi al Rif. Re Alberto. Dopo un po’ prendiamo l’acqua, che sarà l’unica dell’intera vacanza. Pranziamo al rifugio e poi giù. Nel pomeriggio torna il sole.Salutiamo Alfio e ci dirigiamo verso il sella…destinazione Val Gardena!

Poco sopra il vajolet inizia a piovere.

Le torri ci tocca vederle dalla finestra. Pazienza.

Dolomiti coast to coast-Pale di San Martino

Finalmente dopo anni in cui a fine stagione mi domandavo…ma perché non ho fatto una vacanza in dolomiti? Riesco nell’intento. Anche quest’anno ho rischiato, tentato dall’Islanda prima e da Londra poi. E invece eccomi a raccontare di una bella esperienza, nove giorni di tempo ottimo o quasi girovagando in territorio dolomitico e decidendo di volta in volta cosa fare il giorno dopo. Pochi programmi, consumando le pagine delle relazioni di arrampicata e delle carte dei sentieri. Il primo week end dedicato alle Pale di S. Martino, poi Catinaccio e Val Gardena, Classico Sella e Odle. Salite di un certo impegno e soddisfazione e belle camminate con paesaggi magnifici. Il tutto coronato a fine giornata con l’immancabile Radler a suggellare la realizzazione di un itinerario o di una scalata, massima soddisfazione. Cordate nuove conosciute qua e là, conoscenze che si fanno sempre facilmente nel confortevole ambiente da rifugio o in parete. Infine una puntatine ad arco, che come ci ricordava Giordano, giovane studente di geologia conosciuto in parete, è sempre trendy. E non appena arrivato a casa già la voglia di ripartire e un progetto,  da realizzare prima della fine della stagione, nel cassetto.

Prima tappa,  Gruppo delle Pale di S. Martino con Alfio. 
Nel pomeriggio, appena arrivati, saliamo la Castiglioni Battisti alla cima Roda, bella classica testiamo la nota roccia delle Pale. Divertente. 

La via risale l’evidente spigolo

Arrampicata bella e divertente, roccia ottima

Uno Sguardo al panorama. poi firma del libro di via.

E’ fatta!

Come riscaldamento niente male. Dormiamo al Rosetta e il giorno dopo ci dedichiamo allo Spigolo Solleder della Cima immnik. Il nome è un programma, 450 m di via difficoltà IV IV+, due tiri di V e V-. Trovo un friend, ma lascio un dado. La via ci impegna e siamo un pò in ansia per il meteo arriviamo belli cotti in cima, anche in discesa occorre concentrazione e raggiunta la base della via un massacro scendere fino a S. Martino. Arriviamo distrutti, ma abbiamo fatto un gran bel vione!

Parte della via e panorami

Alfio sul tiro di V

Passaggi delicati in uscita

In vetta!

Discesa e nubi minacciose

Riorganizzazione materiale, quanto peso!

Dolomiti, Prologo

Un mare fossile meraviglioso, che l’orogenesi alpina ha portato a emergere. Queste sono le dolomiti. La magia di questi territorio nasce principalmente da argilliti e arenarie testimoni di un mare profondo e dalla dolomia, che caratterizzava scogliere coralline di milioni di anni fa.
Visitare le dolomiti rappresenta anche un piccolo viaggio tra i mondi degli uomini. In primis i valligiani, impegnati da secoli a lavorare con fatica e dedizione le proprie terre, preservando il paesaggio del fondovalle. Tra loro forte è il radicamento alla loro tradizione e cultura.
Poi i turisti, per loro conta essere in un luogo famoso, conosciuto, una cartolina da poter esibire e riportare in città, da mettere nella collezione delle vacanze insieme al viaggio alle Maldive, ai castelli della Loira e ad Ibiza. Amano il caos e l’assembramento invece che cercare quiete e contemplazione. Riproducono gli stessi schemi e ritmi, di città, code al bar del rifugio, passeggiata per negozi, aperitivo, struscio cittadino, risultando quasi sempre (a mio avviso) fuori luogo. 
 Infine gli appassionati di montagna,  escursionisti e arrampicatori irresistibilmente attratti da queste montagne, dai loro paesaggi suggestivi e dalla storia degli uomini che ne hanno scalato le cime. Sempre intenti ad osservare qualche via o qualche cima, ma anche qualche piccola meraviglia naturale, un fossile, un fungo, un fiore. Saper osservare e avere la sensibilità per farlo è forse la più grande qualità che andrebbe richiesta a chi si avvicina a queste meraviglie della natura. 
Ma per me, il fascino indiscusso di queste montagne risiede nel fatto che ancora oggi, con la loro bellezza, riescono a far sognare gli uomini, spingendoli a realizzare le loro personali piccole o grandi imprese, ad emozionarsi e a ricercare l’essenziale e il bello nelle cose.

Clusone Ventimiglia

Scusate la pubblicazione fuori tema ma mi sembrava bello postare questo giro in bici.

L’idea è nata dalla mente contorta di Daniela che pensando di andare in vacanza al mare ha pensato bene che come mezzo di locomozione si poteva benissimo usare la bicicletta.

L’errore non è avere queste idee, ma è quello di esporla alle persone sbagliate, del tipo che se proponi una cosa loro subito rilanciano.

Così un caldo Giovedì d’agosto un gruppetto di temerari è partito da Clusone in direzione Ventimiglia senza neanche sapere troppo bene il percorso ma con l’istinto e la voglia di andare al mare.

Dopo un primo giorno di pianura in direzione Ovada dove abbiamo pernottato dopo 240Km abbiamo affrontato il Turchino e la Liguria per un totale di 420Km complessivi.

Prima sosta nei pressi di Pavia il Capo gita e mente del giroDani e Pinu all’attacco sul Turchino

anche io sul Turchino intravedo la meta

verso questo passo devo precisare una piccola cosa:

non è il punto più alto della gita in quanto Clusone da dove siamo partiti e a 648m

nella foto da sinistra io, Giannino (il maestro), Pinu (la Leonessa dello julier) e la Dani

aria di mare… simo ad Alassio da qui manca veramente poco Ventimiglia è solo a 30Km

Ciao

Viaggio in Presolana

Il racconto che merita questa avventura lo pubblicheremo, nel frattempo un primo messaggio a tutti gli amici del GAP.
Quattro giorni per raggiungere la vetta della Presolana, partiti a piedi dalla nostra sede, per dieci ragazzi che realizzano un sogno pensato da qualche anno. Non senza fatica, non senza difficoltà, ma con grinta che non li ha fatti mollare fino alla vetta.
A Giosuè, Paolo, Alessandro, Alberto, Tommaso, Matteo, Giovanni, Francesco, Lorenzo e Sara: GRAZIE!!!

Buone raccomandazioni e cattivi esempi

Dopo una settimana, elaborata la sconfitta, torniamo per mettere qualche foto del Monte Rosa, iniziando dalle buone raccomandazioni che si incontrano appena usciti dalla funivia dell’Indren…

Dal rifugio il bel cielo blu può trarre in inganno, ma si capisce l’arietta che tirava appena sopra..

La veloce discesa dal rifugio all’Indren ci ha fatto riprovare il gelo dell’alba, quando tentavamo di risalire al colle del Lys.

Ma non siamo tornati proprio a mani vuote: per il picnic siamo saliti nella valle dell’Otro, al bellissimo villaggio walser di Dorf.

Questa domenica è invece prevalsa la voglia di arrampicare: non volevamo combattere con la folla, con i sentieri massacranti fino all’attacco e sopratutto con l’eterna incertezza metereologica di questa estate, per cui abbiamo sfidato il caldo e l’urticante erbaccia della zona di Lecco e siamo andati all’Antimedale sulla via degli Istruttori, per una giornata quasi relax.

Quasi perchè le pareti per definizione sono verticali e un poco di lotta con l’alpe è sempre dovuta… in via eravamo soli, il caldo non era eccessivo e per gli effetti sulla nostra pelle della simpatica erba vedremo domani.

La salita è sempre una bella via, non troppo lunga, che ci riavvicina alla roccia dopo ormai tre (!!!) settimane di digiuno.

PS Una piccola dimenticanza quasi comprometteva la giornata, ma gli insegnamenti dell’Andrea risolvono tutto. Mi raccomando però: controllate bene lo zaino prima di partire e non seguite questi cattivi esempi!!!

Ciao a tutti e buone salite

Chiara e Marco

Monte Rosa – GAP: 2-0

Speravamo di pareggiare il conto con il Monte Rosa, invece un’altra secca sconfitta.
D’altronde i dati meteo della Capanna Margherita, verificati oggi e provati sulla nostra pelle ieri, non lasciavano scampo: vento tra i 90 e 100 km/h e temperature tra i 16 e 17 gradi sotto, proprio in quella finestra tra le ore 4 e le 12 in cui dovevamo salire.
Quindi non c’è stato proprio gioco, con tutti gli atleti, anche noi da un’oretta in campo, ritornati al punto di partenza.
Sarà per la prossima volta? Mah…
Vedendo le ultime domeniche viene voglia di mare!!!
Ciao a tutti
Chiara e Marco

Notizie dall’ultimo mese..

Stazione di Bergamo, ore 7.16. Mentre mi siedo sull’orrido regionale, semiaddormentato, penso che se avessi con me il portatile potrei iniziare a preparare i report da postare sul blog del Gap. Poi mi metto le cuffie e mi addormento. L’inedia del pendolare ha la meglio. Questa scena si ripete da circa un mese. Ma il pc pesa, fa caldo…lo zaino fa sudare la schiena. E il blog resta afoso e desolato, si svuota come le città d’estate. Per fortuna ci pensano Marco e Chiara che come un temporale estivo, lo rinfrescano con un’aria frizzante e dolomitica. 
Eppure con queste poche righe vorrei raccontarvi le novità dell’ultimo mese, nel bene e nel male, tra matrimoni a bizzeffe e abbuffate, “movida” orobica e centinaia di birrette, ci siamo mossi. Non siamo stati con le mani in mano. Al solito in modo oltremodo anarchico e disorganizzato, mettendo in fila le domeniche, la nostra “onesta” attività alpinistica ce la siamo portati a casa. 
 24.06.2011 Resegone.
Se per gli sloveni la montagna è il Triglav…al Lecchese “medio” non toccategli il Resegone. Ad una domenica che si preannuciava camminatoria,sostituiamo la ferrata del Centenario e la De Franco Silvano.  Dopo un sabato pomeriggio orribilmente spiaggiati su un metroquadro di prato al  lago, ci riscattiamo con un bel giretto. In vetta siamo in 4, Francesca Giovanni io e Sara. La ferrata è stata  fatta da me e Sara.

Vista di Lecco

In “libera” sulla ferrata

All’attacco della De Franco Silvano

Sara in un bel passaggio aereo di III pieno “in libera”…

Il Rifugio e in cima in quattro…

2 e 3 Luglio 2011. Dolomiti.

Magnifico week-end di roccia  In compagnia di Alfio. Le dolomiti meritano un post a sè..qui solo un piccolo assaggio del panorama  delle Cinque torri e della maestosa Nord del Civetta. State tranquilli, siamo stati su vie meno impegnative!

Sua maestà il Civetta

9.07.2011 Rogno,  Pastasciutta e Scaloppine. 
Ogni promessa e debito, essenzialmente per un motivo: non passare per cialtrone da bar. Impegno un caldo sabato mattina per completare un percorso iniziato con Ileana a novembre. Come un modesto, ma navigato capitano di peschereccio, ho traghettato la fanciulla dalle prese di plastica alle fatidiche vie sportive in ambiente, destreggiandomi  tra le “secche” dei monotiri su roccia e le “sirene” dei boulderisti palestrati. La sua soddisfazione in cima e l’ottimo comportamento in via sono stati la ricompensa migliore. Ora non resta che proseguire nelle arrampicate e procedere al tesseramento GAP!

La via Pastasciutta e Scaloppine

Altri sulla mitica “via le mani dal cul”

Ileana si diverte sulla placca finale..

Autoscatto..

10.07.2011 Barbellino Superiore
Sogno la via “A Federico”, ma non ho soci di arrampicata. Mi cospargo il capo di cenere e decido che la camminata sociale al barbellino naturale in fondo può andare. I miei orari alpinistici presto fanno a pugni con i “merenderos” domenicali…sabato sera sono in 3 a tentare di convincermi che l’orario di partenza alle 7.30 è quello giusto. Fiuto la fregatura, che puntualmente avviene. La scena è più o meno quella dei giocatori del gioco delle tre carte. Un prestigiatore e due compari. Tra ritrovi in differita, panini da comprare e appuntamenti con amici di amici, attacchiamo a camminare alle 9.45. Come se non bastasse c’è una gara di sky runners, casino inutile. La mia polemica impressione è questa: 5 fanno classifica, 40 corrono per far scena all’intertempo, 10 hanno buone chance di ammazzarsi in discesa. Sono un talebano della montagna e ne vado fiero. Giornata cmq divertente.

Salendo al barbellino, le cascate del serio asciutte

Bulli delle giostre..

Foto di gruppo al rifugio e al lago

16.07.2011 Presolana (Beffati dalla..).

C’è brutto, ma io e Marco crediamo di farla franca. Obiettivo: via breve con rientro agevole. Candidato: Tramonto di Bozard. Sveglia alle 6.00, sono molto stanco e faccio tanta ma tanta fatica per arrivare all’attacco…cambiamo la maglietta mettiamo l’imbrago e ….acqua a catinelle!!! Mestamente rientriamo scornati alla base, seconda ritirata dell’anno dopo l’antimedale.  Voto 6+ per l’impegno..ma rimarremo tutta la settimana con la voglia!!

Nubi e nebbie salendo alla cappella Savina

L’alpinismo è una attività poco faticosa e rilassante..

Forse ce la caviamo….

E invece no!

17.07.2011 Oggi. Omaggio al Tour, colle Gallo.
Acqua anche in bicicletta!!!

Maledetta pioggia!…

Quattro passi in Dolomiti



Non poche le immagini di questa nostra vacanza in Dolomiti, ma come resistere alla tentazione di condividerle: troppe le emozioni che ti fanno provare queste montagne!!!

La prima sfida, motivo o scusa per fuggire una settimana in Valgardena, è stata affrontata in compagnia: 18.000 ciclisti sui quattro passi del Sella Ronda, con le strade libere dal traffico.
Qui in salita verso il passo Sella (il primo dei quattro passi da affrontare per noi), con il Sassolungo che fa da sfondo.

La soddisfazione di concludere il Sella Ronda Bike in condizioni più che discrete (insomma non siamo schiantati a metà percorso), è notevole: qui ormai prossimi all’ultimo passo, il Gardena.
Ma visto che avevamo con noi le bici, perchè non usarle per salirle all’Alpe di Siui, anche qui sulla strada libera dalle auto?

Fatica non banale, ripagata dai piatti preparati in modo unico alla Malga Gostner (mi raccomando segnatevi questo nome e non mancate di farvi visita se siete in zona).


D’accordo la bici ma Dolomiti=roccia: siamo in vacanza, quindi ordine tassativo: niente tribolazioni ma divertimento (nei limiti del possibile…). La scelta ricade su una salita che da tanto tempo puntavamo quando passavamo dalla conca del rifugio Firenze: lo spigolo ovest, via Gluck alla Torre Firenze, che in questa foto appare come il secondo spigolo, in pieno sole, con la baita Juac alla base (altro premio al ritorno dalla salita…)

Via di difficoltà moderate, terzo-quarto grado, non corta, con buona roccia, non troppo continua ma con passaggi anche ben esposti e l’assaggio per quest’anno della chiodatura dolomitica.
Come sempre sugli spigoli più si tiene il filo più l’arrampicata è di soddisfazione, anche se magari un poco aerea…
Sul libro di vetta lasciamo il segno del nostro passaggio, prima di raggiungere per la discesa il magnifico altipiano dello Stevia (personaggio illustre chi ha attaccato la via insieme a noi e che poi ci ha preceduto: a voi lascio la risoluzione dell’enigma…).

Prima di tornarsene a casa, visto le temperature in salita e l’assenza di vento andiamo su di un’altra classica della zona: lo spigolo nord del Pollice: “… lo spigolo più bello della Valgardena, comparabile alla Torre Delago al Vajolet…”.

Non possiamo smentire quello che recita la guida: roccia ottima su difficoltà classiche, espozione notevole, con un piede da una parte e uno dall’altra del filo per quasi tutta la salita!!!

D’altronde il mio pollice destro aveva un conto aperto tre anni fa con la roccia!!!

Un saluto e … buone salite a tutti!!!
Alla prossima
Chiara e Marco

Zucco Pesciola: via Gasparotto

Via d’altri tempi questa Gasparotto sui Piani di Bobbio: sulla carta abbastanza semplice, invece un’arrampicata a cui abbiamo un poco perso l’abitudine: fessure, canalini, diedri, camino, roccia a volte sfuggente, passi di quarto grado non proprio semplici, con l’aggiunta del bel vento da nord che ha tenuto sgombro e terso il cielo tutto il giorno, ma ci ha fatto congelare un poco.
Anche le attese all’attacco e sulla via ricordano i tempi andati… quasi me le ero scordate… d’altronde non c’erano alternative partendo non proprio all’alba.
La compagnia ha contribuito a rendere piacevole questa salita, con Chiara in giornata più che positiva e due giovani ragazze di Milano, Erica e Francesca, in una cordata tutta femminile, con cui abbiamo praticamente condiviso tutta la salita: dopo l’iniziale approccio con il “lei” (rivolto naturalmente a me!!!) si sono sciolte, relegandomi comunque alla figura del vecchio e saggio “zio”… in attesa di giovanotti di belle speranze, sicuramente altrove impegnati…
PS Naturalmente d’altri tempi anche la coda di rientro dalla Val Brembana!!!