CAMBIA LINGUA

Via del Gran Pilastro. Pale di San Martino.

Lunedì, pausa pranzo. 
“Allora cosa hai fatto ieri? Sei andato in montagna?”
“Si.”
“hai scalato ancora? cosa hai fatto?”
“Sono andato alle Pale di San Martino, ho salito la via Gran Pilastro…un vione bello logico ed elegante”
“Elegante?”
“Si.”
 “Ah Ah Ah! Elegante? ma com’è possibile?” …le mie colleghe ridono. 
Eh già…l’eleganza per loro è un bel vestito, la scarpa col tacco i capelli in ordine e un filo di trucco, non troppo. Non certo quello che sono io in quel momento, a Milano, nella settimana di ferragosto. T-Shirt da 10 euro, pantaloncino corto e un’orrendo paio di scarpe da ginnastica bianche, che da sempre ti danno quel tocco un po’ da sfigato. 
Hanno ragione in effetti. Il concetto di eleganza è ormai associato solo alla moda, all’immagine, a un prodotto che ti vogliono rifilare. Noi rocciatori, che diamine, lo usiamo impropriamente se lo associamo a una montagna o a una via di roccia. 
In quel preciso momento, mentre aspetto la pizza, realizzo che mi passa la voglia di spiegare. Capisco che certe salite, che aspettavi da tempo, non hai voglia di sbandierarle a chiunque. A chi volevi farlo sapere, per condividere la tua soddisfazione, hai già mandato un sms. In fondo è una cosa che è nata, tra te, il tuo compagno di arrampicata e la montagna. Quella precisa montagna e quella via. 
Si alimenta giorno dopo giorno, senza che tu stia neanche a pensarci. Ma quell’idea che ti si ficca in
testa la abbandoni solo nel momento in cui la realizzi. E per noi ci è
voluto un anno, ci avevamo già provato, ma le condizioni meteo erano
incerte e noi meno allenati. 
Come ogni salita importante è stata preceduta da una notte pensierosa. Dobbiamo salire veloci, dobbiamo valutare bene il meteo, dobbiamo fare tiri lunghi, dobbiamo azzeccare la via. Difficile prendere sonno tra tutti questi doveri. 
Alla fine la via del Gran Pilastro si è rivelato un gigante benevolo. Probabilmente anche per il fatto che eravamo ben preparati ad affrontarla. Poco materiale tecnico indispensabile, preparato la sera prima, acqua e cibo calcolato. Siamo saliti veloci, con tiri lunghi, proteggendoci il giusto ed evitando qualche trabocchetto.  Non abbiamo sbagliato niente e quando finivamo la corda, una sosta o una clessidra era a portata di mano per recuperare il compagno. 
Immersi in questa vasta parete, senza altre cordate, abbiamo sperimentato il piacere di confrontarci con un grande ambiente, su roccia magnifica… 600 metri di dislivello, 800 m di svilluppo, 16 tiri di III e IV grado.
Su queste dimensioni sperimento per la prima volta anche me stesso. Una via dove non contano solo i muscoli, ma anche una buona dose di esperienza e intuito. Saliamo con un bel ritmo, costanti e determinati e in 6 ore e mezza siamo in vetta. L’idea originale prevedeva il bivacco, ma è presto, il tempo è buono e dopo una breve pausa affrontiamo la temuta discesa. Non banale, assolutamente non banale. Passaggi di II e III grado in discesa, traversi esposti e traccia non proprio segnalata al meglio. Impieghiamo due ore per fare 200 m in linea d’aria. Alla fine usciamo belli stanchi…ancora un ora per il rifugio. Percorriamo il sentiero all’imbrunire tra le nebbie e alle 20.00 siamo al Rosetta. Sono passate 4 ore da quando abbiamo lasciato la cima. 
Mariano, il rifugista ci riconosce…
“Da dove arrivate?”
“Abbiamo fatto il Gran Pilastro”.
“Ah! Bravi….bravi….”
Ci sorride compiaciuto. Ci fermiano a parlare un po’ per qualche dettaglio sulla salita. Se tutti hanno firmato il libro di vetta siamo la quarta cordata a ripeterla quest’anno. Mariano ci informa che è presente una nota guida e lo affronterà con una cliente il giorno dopo. Poi con un pizzico di malizia aggiunge “…si maaa… non sa neanche dov’è la Pala di S. Martino!”. 
Ridiamo insieme.  Mi piace pensare che sia stato il suo modo per farci i complimenti. 
La via (fonte www.pareti.it)

Verso l’attacco

Alfio mi raggiunge sul secondo tiro

Quinto tiro: Inizia la serie dei  Camini (4 tiri)

Persi in un ambiente grandioso

Momenti di arrampicata nella parte alta

Usciamo dalle difficoltà, il bivacco ci annuncia la cima

E’ fatta!

Concentrazione in discesa

Le nebbie ci avvolgono

Su quella cresta siamo fuori dalle difficoltà

Siamo Fuori (affaticati)

Il tratto di discesa complicato

Panorami dal sentiero

Tra le nebbie compare il Rosetta, andata!

Un commento a "Via del Gran Pilastro. Pale di San Martino."

  1. Marco scrive:

    Non è sufficiente farvi i complimenti: è la soddisfazione di aver condiviso con voi l'attesa di questa salita e la gioia della sua realizzazione.
    alla prossima…

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