CAMBIA LINGUA

Polluce 4091m. Una gita completa

Dopo aver raggiunto la vetta del Monte Bianco, a inizio agosto, avevo deciso di prendermi un mese sabbatico dalla montagna e che prima di fare un’altra faticaccia del genere, sarebbe passato un bel po’ di tempo… e niente… mi son lasciato fregare.

In piena fase preparatoria per viaggi verso mete esotiche, Nando mi propone di aggregarmi a lui e Chiara per andare al Polluce, nel gruppo del Monte Rosa. All’inizio sono un po’ titubante, in quanto avevo fiutato un “ravanage” di proporzioni cosmiche, ma alla fine,  l’idea di tornare in quegli ambienti unici, fatti di ghiaccio e avventura ha prevalso sulla pigrizia.

Poi, quasi all’ultimo, si aggiunge al gruppo Ferra, che agli impegni accademici ha preferito trascorrere un week end in alta quota.

Partiamo così sabato 8 alla volta di Saint Jacques, in Val d’Ayas,senza aver voglia di correre; dopotutto, ci aspetta una salita di 1700m D+ e l’obiettivo della giornata è solamente raggiungere il rifugio, quindi anche arrivare nel tardo pomeriggio non è un problema.

Risaliamo la lunga valle glaciale, prima in un bosco di larici, fino a raggiungere i Pian di Verra, poi in cresta a una morena, che nemmeno troppo tempo fa stava ai bordi della lunga lingua glaciale del ghiacciaio di Verra, che ormai purtroppo non c’è più.

Lago Blu

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Ambienti Glaciali

Ambienti Glaciali

Dopo ore di cammino inizia a intravedersi un casetta, ma so che non è la nostra meta, bensì il rifugio Mezzalama.

Da li però inizia il tratto di roccia e “sfasciumi” quindi intuisco che non deve mancare molto al nostro obiettivo di giornata. Infatti, dopo un’oretta, intravediamo, appollaiato in cima a una parete rocciosa, il rifugio Guide Val d’Ayas.

Dopo esserci sistemati nella camerata, ci gustiamo la meritata birra e ci rilassiamo un attimo prima di mettere le gambe sotto al tavolo per la cena.

Quindi, dopo un ricco pasto (che pagherò a caro prezzo durante la notte), risate continue, qualche battuta scambiata coi vicini di tavolo e un giro di amari, andiamo a dormire in attesa della salita del giorno dopo.

Durante il relax ci mettiamo a fare foto in stile album musicale

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Ma non disdegnamo un sguardo al panorama che ci circonda

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La sveglia fortunatamente non è a orari impossibili e nonostante tutto la notte riesco a riposarmi abbastanza, pronto per attrezzarmi a dovere per affrontare la salita al Polluce.

Partiamo che praticamente è l’alba e dopo poco spegniamo tutti le pile frontali. La vista sul fondovalle è molto suggestiva, con le nuvole basse da cui svettano tutte le montagne attorno.

Per qualcuno è una mattina di brutto tempo

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In poco tempo risaliamo il ghiacciaio fino a raggiungere i piedi monte vero e proprio. Per evitare un tratto di ghiaione, decidiamo di risalire un canalino che ci porta direttamente al tratto tecnico della salita.

Attraversiamo un piccolo traverso, in apparenza banale (e lo è), ma che come tutti i traversi, mi crea un po’ di problemi, per proseguire poi lungo un camino che porta direttamente alla paretina finale.

Pochi passaggi semplici (II grado al massimo) e raggiungiamo la cresta finale che conduce alla vetta.

In posa ai piedi del Polluce.

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Verticali.

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L’ultimo tratto di arrampicata.

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La vista dalla cima è perfetta, quasi nessuna nuvola a coprirci il panorama che copre tutte le alpi valdostane fino a quelle piemontesi.

Rivedo il mio primo 4000, il Castore, con la sua parete ovest che ci suggerisce una papabile futura gita di sci alpinismo, i due Lyskamm che ci intrigano ancora di più, le vette principali del gruppo del Rosa, il Cervino e il Bianco.

La temperatura è perfetta e ci permette di scattare le foto di rito e di mangiare qualcosa senza troppa fretta.

In vetta!

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I partecipanti: Nando, Chiara, Matteo, Io, e il panorama circostante.

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Durante la fase di discesa evitiamo di arrampicare preferendo fare una discesa in corda doppia, rendendo la gita completa di tutto: risalita su ghiacciaio, canale, arrampicata, cresta finale affilata e discesa in corda doppia.

Si scende!

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Raggiungiamo il rifugio per l’ora di pranzo dove ci gustiamo un tagliere più che abbondante, pieno di formaggi e salumi, per affrontare poi l’interminabile discesa verso la macchina.

 

Lorenzo

Un commento a "Polluce 4091m. Una gita completa"

  1. Fernando Bellotti scrive:

    Grande avventura, è stata un piacere condividerla con voi!

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