CAMBIA LINGUA

Buongiorno Marmotta!

Ieri, per sfuggire all’afa cittadina, ci siamo diretti verso il Rifugio Olmo ai piedi della Presolana di Castione. Il sentiero è stato per buona parte fresco e gradevole, fino a quando di fronte a noi si è aperta la radura e siamo arrivati al varco tra le montagne sotto il sole a picco, arsi dalla
caldazza di quest’estate che è partita con il botto. Stà di fatto che per sfuggirle abbiamo acelerato il passo e abbiamo raggiunto il rifugio prima del previsto.

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Tre occasioni per crescere…un po’

La montagna per i non appassionati è sinonimo di fatica, scomodità, freddo. Tempo mutevole.
L’arrampicata è associata al rischio, al pericolo, all’andarsi a cercare casini.
In realtà anche la vita di tutti i gironi è costellata di fatiche, scomodità e pericoli.
Allora montagna e arrampicata possono offrire qualche spunto di riflessione, che torna utile nella vita di tutti i giorni. Nell’educazione dei ragazzi.
Con questo spirito, da ormai qualche anno collaboriamo con la cooperativa AEPER, tre appuntamenti spesi tra falesie sportive, camminate e pernottamenti in rifugio, con i ragazzi che frequentano i centri di aggregazione giovanili (CAG), le scuole medie e l’oratorio.  Per la prima volta quest’anno si sono uniti anche ragazzi ed educatori di Torre de Roveri. Una bella sfida per il GAP, uscire dal suo ambito consueto per incontrare realtà vicine.
Iniziamo con l’arrampicata a Casazza. Nonostante l’assenza mia e di Gianluca, promotori dell’iniziativa, i giovani rocciatori del GAP si offrono di accompagnare i ragazzi con entusiasmo e spirito d’iniziativa. A loro si uniscono gli affidabili Marco e Chiara da sempre pilastri delle attività coi ragazzi. Un bel gioco di squadra.
Imbrago, caschetto, un po’ di tecnica e via. Si lascia che i ragazzi sperimentano movimenti, gesti, limiti personali e potenzialità. Divertimento e difficoltà si mischiano alla sorpresa di riuscire a muoversi in verticale. Di farcela. O di non farcela, ma di averci comunque provato.
L’arrampicata necessità di ragionamento, di regole da rispettare, di fiducia da dare e di responsabilità da prendere. Una bella palestra per i ragazzi.

Alla luce della Luna

La notte del plenilunio, dicembre. Presolana. Una occasione che per alcuni di noi è difficile lasciarsi sfuggire.
Troviamo la proposta nel magico mondo virtuale, il pensiero “perché no?” arriva velocemente. Un paio di telefonate e l’appuntamento è segnato.
A metà pomeriggio ci incontriamo nelle vicinanze del passo con il resto dei partecipanti, giusto in tempo per ammirare il rosso del tramonto che infiamma la parete della Regina.
Un dicembre ballerino ci nega la neve questa sera, i piedi camminano sulla terra ghiacciata e su rari stralci bianchi. Qualche convenevole, qualche presentazione, e si inizia a camminare. È una passeggiata, piacevole, rilassata, senza tempi e senza corse. Pensata come ciaspolata, si adatta anche al terreno nudo.
Bastano dieci minuti e nella mia testa si affaccia un piccolo pensiero pungente: siamo troppi, ci sono troppi rumori, troppe risate. Il cielo si scurisce nel rosso e nell’arancione del tramonto e io temo di non riuscire a godere appieno del bosco e della serata, immersa in un clima troppo festoso. Per fortuna dopo poco la costanza del passo attutisce le chiacchiere, pian piano ci si scalda e anche il freddo della sera non è più fastidioso.  Saliamo piano tenendoci alla sinistra della carrabile, la tagliamo, ci infiliamo nel bosco, costeggiamo pascoli e tagliamo i prati, ci infiliamo di nuovo nel bosco.
In una parola: vagabondiamo. Il cielo precipita nella notte e la luna prende forza. Una luna grande, bianca, quasi piena. Una luna imbarazzante, per quanto è bella. Attraversiamo i prati e le nostre ombre sono nette, nere nere sulla brina ghiacchiata. Cerco di ricordarmi quando ho avuto una luna così, una luce così. Non me lo ricordo.
Arriviamo in breve alla Baita Cassinelli, dove ci aspetta la cena, il caldo della stufa, il sorriso dei rifugisti. Le luci di natale, appese alla grondaia della baita, la fanno
improvvisamente assomigliare ad una capanna nel presepe. Si ride, si scherza, si entra per scaldarsi e mangiare, i profumi della cucina si diffondono anche nell’aria gelida della notte che ormai è scesa del tutto.. però.. però non voglio entrare, subito, dentro. Aspetto, prendo tempo, lascio che la compagnia entri. Mi attardo. Sfilo dito per dito i guanti, tolgo piano lo zaino.
Giro intorno alla baita, il più silenziosamente possibile. Giro l’angolo e mi lascio alle spalle le risate e le chiacchiere . Vado da Lei.
La parete si staglia nel cielo punteggiato da centinaia di stelle che ridono, la roccia nuda, la poca neve rimasta nei canali splende, letteralmente.
Salgo, cercando di frenare il passo, che per qualche strana forza di attrazione gravitazionale quando arrivo lì sotto cerca sempre di sfuggirmi, di tagliarmi il fiato e di farmi correre, il più velocemente possibile. Come se in corpo ci fossero dei piccolissimi frammenti di roccia che vogliono tornare a casa. Niente corse stasera. Stasera si va piano. Salgo e in breve già non sento più i rumori del rifugio, soffocati dal freddo, zittiti dalla luce della luna, tagliati dal rumore del vento. Ecco quello che volevo: i sassi ghiacciati che scricchiolano sotto gli scarponi, il sibilo del vento che si infila nel cappuccio, gli alberi che sospirano e la luce che vibra. La frontale è rimasta in tasca. Non c’è sempre bisogno di una luce artificiale per illuminare i passi, e definire il cammino, a volte basta guardare quello che c’è, naturalmente. Quello che non è forzato, non è chiesto, non si può pretendere e non si ottiene con la
testardaggine. Come una luna piena.
Improvvisamente, mi ritrovo finalmente sola sotto la montagna. C’è anche il tempo di scegliere un sasso, e di sedercisi sopra. C’è il tempo di restare a occhi spalancati a vagare tra le stelle che affollano il cielo. C’è il tempo di scorrere come una lunghissima carezza la faccia della parete, le sue rocce a picco, le ombre scure proiettate dalla luna, le striscie di ghiaccio negli angoli meno esposti.
È bella. È semplicemente bella.
È bello in una notte fredda di metà dicembre potersi sedere da soli ad ascoltare il vento che soffia e a riempirsi gli occhi e il cuore di una meraviglia così grande. È bello sentire il freddo che mordicchia le dita e il viso e sentirsi a casa.
Lì sotto ci sono gli amici che ridono e un fuoco acceso nella stufa che asciugherà i pensieri, e un piatto caldo sul tavolo di legno e uno, due, dieci, quindici volti sorridenti.
E improvvisamente sentire quanto è meraviglioso e semplice tutto questo.

 

Queste cose che succedono
ai piedi della Regina.Anna

Trekking di Ferragosto

Solo qualche immagine del nostro trekking, tra Bosconero, Pelmo, Civetta,
… poi magari qualche altro post descriverà meglio questi giorni insieme…
.
 valli e montagne…
rocce e sentieri…
grandi pareti…
boschi e silenzi…

compagni di avventura…

alla prossima
Chiara e Marco

L’altra metà del cielo in Val Maira

La nostra segretaria mi chiede di postare la versione “al femminile” del trekking nelle valli occitane. Con una punta di polemica, le quote rosa sono sempre più presenti e determinate nel Gruppo!

Bravi i nostri ragazzi che hanno
raccontato con umorismo il nostro
trekking in Val Maira: ma quale stupore nel vedere che tutto il cammino è
stato raccontato in sola versione maschile, nessun accenno ( se non di sfuggita
alla sofferenza delle ginocchia di Lucia)  alle 7 donne  partecipanti .
Anche se devo riconoscere che il
senior Angelo è stato il più performer,  noi  donne, nonostante la nostra elevata età media,  abbiamo partecipato con grinta alle discese
ardite e alle risalite su per le valli che aprivano sempre nuovi scenari :
pascoli, postazioni militari, ruscelli in cui rinfrescarsi, vette accattivanti.
Forse noi donne abbiamo sofferto
di più il peso degli zaini e il sole rovente delle ore di punta ma non abbiamo
mai rovinato il sonno dei nostri compagni di viaggio russando o facendo
squillare i cellulari nel cuore della notte.
Ci siamo divertite  con i nostri compagni di viaggio , abbiamo
cantato sulle musiche suonate da Giovanni, abbiamo ammirato il cielo stellato,
abbiamo dormito nel “geco”, abbiamo  goduto di paesaggi inconsueti.
Come ogni anno Marco azzecca
sempre la formula giusta per il trekking di ferragosto, quest’anno baciato
anche dal sole: grazie a lui  e a tutti i partecipanti.
Mariateresa

Il Bepi fa il suo giro

“La cãdensa l’hÖ  ciãpäda”

“Durante il
periodo estivo agli scolari è concesso un periodo di vacanza. In quest’arco
dell’anno anche la loro più grande nemica, la sveglia, passa il tempo
rilassandosi. Ci sono occasioni in cui purtroppo entrambi devono compiere del
lavoro straordinario, come nel caso di sabato 18 agosto 2012. La sveglia suona e
ci fa sobbalzare dal letto mostrando cifre sul display che sembrano uscite da
un’estrazione del lotto. Ma in verità sono proprio le 5 di mattina e bisogna
alzarsi essendo oggi il primo giorno di TREKKING. Detto fatto, eccoci ON THE
ROAD: destinazione Elva di Val Maira (1637 mslm). Giunti sul posto incontriamo l’ultimo
componente della spedizione che ci attende calmo e placido seduto sul camper. L’orario
della partenza suscita da subito rivolte e lamentele da parte dell’intero
gruppo, ma dopo una sosta ristoratrice riprendiamo il cammino verso Colle
Bicocca (2285 mslm). Le note del Bepi e di P. Daniele ci accompagnano con le
loro canzoni dalla CADENSA tipica. Arriviamo quindi ad arrestare il cammino in
un antico borgo nel quale scopriamo tratti tipici della cultura occitana, a noi
sconosciuta. La risalita della valle ci abbatte fino allo sfinimento, ma alla
vista del rifugio Melezè (1.812 mslm) ritroviamo la forza per compiere gli
ultimi 50 m. Durante la permanenza al rifugio 
facciamo conoscenza dei valorosi alpinisti che compongono la spedizione.
Questo ci permette di stilare una prima ed approssimativa classifica. Dal punto
di vista gastronomico il pasto presenta difficoltà durante l’assaggio del purè.
La mattina seguente, sfogliando il programma, ci deprimiamo alla vista di quei
numeri soprannaturali. Lasciamo la comodità del rifugio e ci dirigiamo verso
Colle del Bellino (2804 mslm), e subito la compagnia FINE CORSA prende
posizione e si fa attardare con tanto di bandierine. Mentre il gruppo fuggitivi
(tutti tranne noi) avanza inarrestabile e noi programmiamo una sosta tattica
per impasticcarci con integratori  e
altre porcherie. Carichi ed esuberanti intortiamo la concorrenza e ci
riportiamo in prima posizione conquistando il GPM. Dopo una breve pausa sulla
sommità imbocchiamo la discesa con estrema cautela e a termine del tratto più
ripido viene stabilito il punto di sosta per il pranzo accanto ad un bel
torrente. Subito si presentano difficoltà nella fase di idratazione causata
dalla mancanza di acqua potabile anche se Angelo suggerisce essere comunque
PORTABILE. La discesa si rivela tranquilla e ormai siamo diventati come zombie
che si strascicano fino alla meta. Giunti al Rifugio Campobase appuriamo che il
servizio alloggio corrisponde ad una semplice tenda con brandine. Visto l’orario
piuttosto anticipato ci rinfreschiamo con una doccia e bibite aspettando la
cena. L’attesa si rivela insopportabile e Giovanni ci delizia con canzoni
quali: “Il cacciatore” , “Don Raffaes” e tante altre accompagnate dal suono del
suo UNGULETOR 3000. La nottata trascorre in agonia e
sofferenza a causa del freddo insopportabile. Il giorno seguente il servizio
ristorazione presenta notevoli carenze che ci spingono a compiere atti barbarici.
Un altro imprevisto disturba la nostra condizione psicofisica: l’incertezza di
un vero pranzo per via della scarsità di attività economiche all’interno del
povero paese di Chiappera(1614
mslm). Fortunatamente veniamo ripagati dalla magnificenza delle sorgenti del
Maira per poi riprendere la salita verso il colle Ciarbonet (2206 mslm) , primo
GPM di giornata. Da qui affrontiamo la discesa guidati dallo specialista dei TAGLIAGAMBE
e detentore della maglia “N*****o più potente” Angelo. Sopraggiunti in una
radura attraversata da un torrente condividiamo le poche provviste rimaste e
ancora una volta l’esperienza di Angelo si rivela favorevole grazie ad un suo ricostituente
intruglio a base di Carcadeus®. Ben
rinvigoriti dopo la giornaliera farcitura di sozzure si riparte in direzione
Passo della Gardetta (2437 mslm) circondati da un paesaggio segnato dagli
eventi bellici. Stranamente aggrediamo la salita con determinazione e perveniamo
al secondo e ultimo GPM dal quale siamo ormai in  vista del Rifugio Gardetta(2235 mslm) circondati
da nuvole maligne. Veniamo accolti da cani pastori con cui attendiamo ansiosi
la cena. Durante la notte per la seconda volta la sventura si inferocisce su
Vincenzo vittima del suo stesso sacco-letto-burka e del rombo delle russa di
Pasquale, ma noi riposiamo in tutta tranquillità. Ed eccoci all’inizio dell’ultimo
giorno  e molti seniores ci illudono
riguardo la facilità di questa tappa. Dopo un tratto in discesa incominciamo la
salita verso il Colle Margherina (2420 mslm) e proseguiamo solitari in testa al
gruppo fino al Colle del Mulo (2527 mslm) . La discesa ci devasta e le forze
rimaste ci consentono a malapena di giungere al lago Resile (1986 mslm) dove
viene fissata la pausa pranzo. Da questo punto la discesa non concede tregua a
causa delle pendenze e dei precipizi sempre in agguato. Oltre alle solite
vittime (noi) la discesa si adira anche su Lucia che sopporta con difficoltà il
dolore alle gambe ma vinciamo la sfida giungendo infine alla borgata Vernetti (1223
mslm). Rifocillati con bibite e gelati aspettiamo gli autisti e le rispettive
auto con le quali ci riporteremo verso casa.
RIFLESSIONI

Questa esperienza ci ha portato a
conoscere la particolarità delle terre occitane e ha scoprire le differenze con
altri posti. I dati raccolti durante il viaggio confermano che un grave
problema affligge il Gruppo Alpinistico Presolana: la mancanza di giovani, dato
che l’età media dei partecipanti a questo trekking è di 49 anni.

                                                                 Lorenzo,Michele,Tommaso e Giovanni.

IN COLLABORAZIONE CON:

Amici del purè pastrugnato® – FINE
CORSA ™ – TSC℗ ( Trekking Senza Camminare) –  TSZ℠ (Trekking Senza Zaino) – Trekking a
kilometro 0 – THESAURUS©  – BIEMSì ® –
VitanotturnaDihcoteche℗

CON LA PARTECIPAZIONE DI:

Marco,Angelo,Beppe,Vincenzo,Benigno,Davide,Pasquale,Antonia,Grazia,            Rowena, Giovanna,Lucia,Mina,MariaTeresa,Chiara.

CON LA PARTECIPAZIONE STRAORDINARIA DI
:

Silvio – Mario –Bepi – Bernard(Mia) –
Nemo -Giuno


ATTENZIONE: OGNI RIFERIMENTO A FATTI REALMENTE ACCADUTI E/O A PERSONE REALMENTE ESISTENTI E’ DA RITENERSI PURAMENTE CASUALE.

Il vento fa il suo giro

Di ritorno dal trekking più caldo di questi ultimi anni un saluto ed un grazie a tutti i partecipanti per aver condiviso insieme questi passi in terra occitana…

ps poi qualcuno più diligente pubblicherà un post più approfondito