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Dolomiti-Giorno 2- Muro del Pissadù Sperone NE

La mattina seguente di buon ora e con una giornata fantastica lasciamo alle nostre spalle il rifugio, e ci dirigiamo verso l’obiettivo di giornata.
Siamo in tre, io Marco e Chiara. Abbiamo ottenuto una libera uscita direttamente dal “Presidentissimo” e tutto lo statuto maggiore del GAP. Mentre gli altri saliranno verso il Piz Boè, per poi ridiscendere verso il passo Sella, noi ci dedicheremo alla nostra meta, lo sperone NE del Pissadù. Un bel muro con difficoltà contenute (III e IV), ma con una salita decisamente poco attrezzata. Arrampicata d’esplorazione. Sono molto contento, l’anno scorso niente dolomiti, ma oggi l’occasione è ghiottissima.

Lasciamo il rifugio

La via

Lungo la discesa per l’attacco della parete siamo soli a parte una coppia di camosci che svogliatamente si scansano al nostro passaggio. Ci immergiamo in un vallone desolato e magnifico, la val de mezdì e in poco tempo giungiamo la base della parete.

Camoscio Mamma con piccolo, prob. interessanti anche nella versione “con la polenta”

Scendiamo con il naso all’insù

 

Qui facciamo la prima scoperta, l’attacco evidente, segnalato con tanto di ometto non coincide con quello della relazione…dopo una bella mezzoretta di ragionamenti scopriamo la clessidra con cordino da cui parte la via. Ci prepariamo. Marco si propone da primo…giustamente… i gradi se li è guadagnati sul campo quest’anno, mentre il sottoscritto era spiaggiato come una balena a Riccione prima e alle Calanques poi……lui Sass D’Ortiga, Spigolo Nord della Presolana, Torrioni Gemelli in Presolana..io litri di birrette, spritz e mojiti al mare….mi metto dietro con tranquillità…potrò godermi la salita in ottima compagnia, con Chiara si fanno sempre grandi chiacchierate in parete.
A parte il primo tiro un po’ erbosetto e all’ombra, poi la roccia diventa magnifica sempre baciata dal sole e con difficoltà contenute. Marco va su che è un piacere, anzi salta pure le soste a momenti e occorre avvisarlo quando la corda finisce. Io e Chiara seguiamo, precisi, veloci, sicuri. Bello scalare con chi conosci da sempre..dietro di noi seguono altre cordate che non ci raggiungeranno.

Primo tiro fresco ed erboso, sempre delicato “a freddo”

Chiara sul secondo..

Marco in libera interpretazione della via sull spigolo

 

Il bloggatore folle..

Momenti vari di salita

Io e Chiara in sosta, ciacolando..

Però poi saliamo rapidi

Panorami e prospettive…

La via è da cercare…

 Verso Est..da fare con gli sci?

Si continua a macinare metri.

Siamo praticamente soli…la testa si concentra solo sui gesti da fare, via pensieri e preoccupazioni cittadine, si sta proprio bene…..ci godiamo indistintamente paesaggi, roccia e compagnia….la magia delle dolomiti, affascinanti e magnifiche. Dopo 6 tiri po’ la parete si abbatte, rifiatiamo, raccordiamo il salto successivo e in altri due tiri siano sul prato erboso. abbiamo trovato 4 chiodi su 400 m di via di cui 3 di sosta..tutto il resto clessidre e protezioni veloci.

Le difficoltà si abbattono..

Ultimi metri…

Siamo fuori!

Eccoci belli come il sole!!!!

Foto di rito anche alle nostre gomme e suddivisione materiali. Nel mentre una telefonata dagli altri..li rassicuriamo, tutto ok, a breve saremo al rifugio.Birretta di rito. Discesa. Gli altri ci fanno trovare la macchina al passo, gradito regalo (ringrazio sentitamente!). Salgo in macchina e sprofondo nel sedile. Ho gia l’abbiocco. Nel mentre osservo sciura tedesca, “foulard” al collo in stile decisamente “diva” che scende da un Porsche giallo con un cane improponibile, del peso stimato di 100-150 grammi. Altri modi di vivere le dolomiti. Non ho dubbi su quale sia il migliore.

Saluti dal Mithos Team…

p.s. Aspettiamo racconto dell’altra parte dei gitanti!

Dolomiti-Giorno 1- Ferrata delle Mesules

In un sabato piovoso come quello di oggi la mente non può che andare al magnifico week end di settimana scorsa, una due giorni fantastica nelle dolomiti, più precisamente nel gruppo del Sella. L’obiettivo dichiarato, la Ferrata delle Mesules, ha “fatto selezione” per usare un termine ciclistico, la ferrata è classificata come impegnativa, aggettivo certamente azzeccato. A dispetto della grande popolarita che gode “la gita in dolomiti di settembre” quest’anno siamo “soltanto” in 11, ma è già un grande successo dato che ad una settimana dalla gita il tabellone riportava come iscritto solo il capogita (io), l’altro (Marco) non era ancora passato in sede.

Le Torri del Sella, la ferrata è spostata a sx

La giornata è di quelle semplicemente magnifiche, non una nuvola in cielo, temperatura più che gradevole…dopo un breve spuntino, ci prepariamo alla battaglia, e praticamente a distanza di 100 m dalla macchina, ci imbraghiamo. Segno che la squadra è carica e motivata! Per scrupolo procedo con le consuete verifiche di routine alla dotazione tecnica dei partecipanti. Come al solito controllare l’attrezzatura equivale a fare un viaggio nello sviluppo “tecnico” dei materiali per alpinismo degli ultimi 30 anni. Oltre che ad ineccepibili materiali ultimo modello, non mancano imbraghi “vintage”, caschi a elmetto, moschettoni del bisnonno, staffe del Comici. Passo in rassegna gli anni ’70, ’80, ’90. Quasi quasi di qualcuno potrei tirare a indovinare l’anno in cui ha appeso le scarpette al chiodo…..ma in fondo molto meglio così, attrezzi “vissuti” per alpinisti veri e non usciti dal negozio trendy sottocasa il giorno prima, come spesso si notano in queste rinomate località dolomitiche!

Prova imbrago…ooooooophlà!

 
Fortunatamente nessuno ha da ridire sul mio set da ferrata del quale sarebbe stato imbarazzante giustificarne l’adozione…..un fantastico canapone “diametro 11″ giuntato con “nodo piano” ad un cordino “del 10″…rigorosamente senza freno dissipatore……..faccio finta di non pensare a cosa succederebbe in caso di caduta…..anche se il pensiero mi accompagnerà “serenamente e con gioia” per tutta la salita!
Giunti all’attacco il commento generale si può riassumere come segue: “an gà de pasà so de le?”. Ed effettivamente è decisamente “diritto” per una ferrata…
Da “snobbino” arrampicatore osservo “i bisonti” che hanno attaccato prima di noi e storco un po’ il naso…il puro e cristallino gesto arrampicatorio, svilito da cavi, funi, scalette e pioli. Poi ripenso alla strizza che avevo quando a 12 anni mi avevano portato a fare la ferrata del Sass Rigais…alle mie gambe tremolanti e il fiato corto, la paura bestia e la grande soddisfazione della cima. Quel giorno per la prima volta avevo assaggiato una parete, spostando un po’ più in là i miei limiti. Effettvamente anche le ferrate hanno il loro perchè.
La cronaca della salita è molto semplice, un susseguirsi di “moschettona” e “smoschettona”, su per la parete, sempre verticale ed esposta tranne qualche tratto di raccordo. Salgono tutti senza problemi, con grande attenzione e concentrazione.

Giovanna  in posa plastica sui primi passaggi…

I senatori impegnati nel diedro…

E quelli diedro..no cioè dietro…

Diedro-camino “old style”

Sguardi e gesti di grande concentrazione…

Esposizione interessante!

In uscita dal primo tratto…notate il look “vintage” del benni!!

Presidente che retoricamente osserva la strada da percorrere..

Ultimi metri…

 Ecco i tre furbetti del giorno dopo!

In uscita!

Questa è la nostra ricompensa!


Le emozioni provate le lascio ai commenti di chi era presente e sta leggendo (se ci saranno!). Certo è che la cima è un bel momento di soddisfazione per tutti, e in fondo, saremo romantici..ma noi ci piace andare in montagna soprattutto per la stretta di mano in vetta, con i compagni di cordata e gli amici di tante salite.

E belli come il sole in vetta!

Ancora un bel pezzo di strada ci separa dal rifugio…percorriamo nel sole un paesaggio lunare…ci godiamo qualche momento di relax agli ultimi raggi UV e poi scendiamo verso la birretta, la cena, le risate e la piacevole atmosfera del rifugio.

Chiara sul suolo lunare…

Il Sass Rigais al centro delle Odle

Ultimi traversi…

Momento relax..

Ecco il rifugio Cavazza!

Per la verità non facciamo un gran casino, siamo tutti belli cotti. Dopo cena abbiamo il tempo per fumare un sigaro in amicizia e guardare il cielo stellato. Poi riposo…anche domani ci attende una giornata impegnativa!

Sì, qualcuno è andato al mare…

Ciao a tutti,
                 ecco le mie vacanze in uno dei posti che si leggono su Alp. Le Calanques parco naturale e area di arrampicata in voga sin dagli anni 60. Belle, roccia un po’ untina ma con spunti interessanti…

certo l’è mia montagna…però il sole c’è!

Piove il primo giorno…prendiamo confidenza con la Provenza..l’entusiasmo è alle stelle…

Ecco il Cartello del Parco

Quella a sinistra è la mia che avevo prestato..

Il Pagher marittimo

Avvicinamento bucolico verso En Vau…il secondo calanco

Effettivamente il posto non fa schifo..

Eccomi, so mia chel dol “sector”, però mi difendo…

Un pò di grazia femminile che non guasta…

Questa è retorica!

Au revoir Calanques!

Ah sì dimenticavo! Il mare!

Zillertaler e Sass d’Ortiga = Austria e contorno

Dal menù di ferragosto possiamo finalmente servire il trekking, con abbondanti partecipanti (davvero per tutti i gusti), nelle non proprio assolate valli austriache delle Alpi a sud di Innsbruck.
Dall’immagine del lago di partenza, dal nome naturalmente impronunciabile, si può cogliere il clima (atmosferico, non della compagnia) che ci accompagnerà praticamente per tutti e cinque i giorni.

Ma il conforto l’abbiamo avuto nei rifugi, anche se non tutti così imponenti, dove siamo stati accolti da fiumi di birra, strudel e cena alle “funf und halbe” (cinque e mezza!!!).

Comunque il sorriso, nonostante il meteo, non è mancato anche qui, pronti a varcare una “porta alpina” simbolica, nel nostro viaggio sulle Alpi, iniziato ormai tanti anni fà.

Anche qualche panorama non è mancato, tanto per farci rendere conto di quanto mancava per arrivare al termine della tappa, prima che la nebbia calasse di nuovo.

Anche il cielo azzurro si è fatto vedere, apparizione un poco fugace per noi abituati al sole del sud delle Alpi, in qualche momento durante la mattina, per poi scomparire dietro ad altre nubi.
Il resoconto dettagliato con tutte le immagini lo condivideremo prossimamente in sede, per meglio illustare questa nuova avventura.

Sulla strada del ritorno, per concludere le ferie, per qualcuno oltre al piatto forte c’è stato anche il contorno, o la ciliegina sulla torta per dirla come i più golosi: il Sass d’Ortiga con il suo spigolo ovest, in val Canali nelle Pale di San Martino (nella foto è quello al centro, in alto).
La salita non è certo da falesisti, non fosse altro per l’attacco (due ore di fatica ed attenzione dal rifugio Treviso) e la chiodatura (i chiodi sui tiri si contano su una mano) e a giusto titolo compete con il più famoso spigolo del Velo per bellezza, esposizione, ambiente e roccia eccezionale, eleganza della salita.
Le difficoltà sono costanti sul quarto grado, con percorso lasciato all’estro personale e solo nel tiro più impegnativo, che qui Chiara sta brillantemente superando, si alzano un poco.
Così terminiamo felici le nostre ferie nei territori delle Alpi Orientali, con un rientro a casa pronti per nuove avventure…
Saluti a tutti e … a presto!
Chiara e Marco

Monte (zio) Emilius

Gita sociale in Val d’Aosta, al cospetto delle grandi montagne delle Alpi Occidentali, con partecipanti pochi, ma buoni… su una vetta che mi aveva sempre incuriosito, non fosse altro che per il nome!

Salita tranquilla al rifugio, con divagazione per arrivare all’ora della merenda (torte buone!!) e cena in allegria.

Al mattino, neppure troppo presto ci si incammina verso la montagna, niente neve, ma sentiero ben tracciato, abbandonando l’idea di salire la ferrata che si era studiata salendo al rifugio scelta fatta responsabilmente per non dividere il gruppo (e non ridiscendere per 300 metri di quota!!!).


La cresta che porta in vetta può essere considerata anche una divertente e elementare arrampicata, mai esposta, in base al percorso scelto.
La vetta veramente ripaga la fatica, con un panorama a 360°, in una giornata magnifica: ecco il gruppo del Monte Bianco, al centro di un circo di cime: Gran Paradiso, Grivola, Rutor, Bianco, Gran Combin, Dent d’Herens, Cervino, Monte Rosa.
Discesa al rifugio, pranzo con bottiglia di vino locale offerta dal gestore e quindi discesa (non proprio sobri) a Pila, nostro punto di partenza e ritorno a casa.


P.S. la domenica successiva, cioè oggi, la voglia di arrampicare ci ha portato, causa coda già in salita in Valseriana, non molto lontano, cioè in Cornagiera: dalla foto di queste scarpette indovinate chi c’era con noi?

Saluti a tutti
Chiara e Marco

(prologo di …) UN VIAGGIO IN PRESOLANA

Forse ogni romanzo, film, concerto, prima della realizzazione completa, ha un proprio prologo, un trailer, un’anteprima, che anticipa la stesura finale dell’opera.
E così anche quel “viaggio in Presolana” che fantasticavo ed un poco faceva sorridere a chi ne parlavo, forse ha avuto il suo prologo, per potersi magari realizzare completamente in futuro.
Insomma le ferie volgevano al termine e con loro il tempo utile per fare qualcosa.
E allora cominciamo con un primo viaggio in bicicletta il giovedì scorso: eh sì, da Scanzo al passo della Presolana, nessuna impresa, neppure per il più tranquillo cicloamatore, ma almeno una valvola di sfogo per stemperare l’animo inquieto, tantopiù che per me, digiuno come sono di ciclismo, già questa è stata una bella prova (di cui vi risparmio le immagini scattate con l’autoscatto al ritorno).
Ma i sogni che si vogliono realizzare nascono con il cuore, non da altri calcoli, così si trova coinvolta Chiara e scegliamo la via d’accesso più lunga, ma con un fascino unico: la Valzurio. L’auto parcheggiata agli Spinelli e salita con tutta calma al rifugio Albani, per goderci un poco il fresco.

Dopo il temporale notturno, la mattina di domenica la nostra meta, lo spigolo nordovest, ci aspetta in una luce magnifica.


E’ proprio cammin facendo, cioè tiro dopo tiro, che ci caliamo nel piacere di questa salita: le paure sono rimaste all’attacco della via, non c’è nessuna altra cordata, solo l’aquila apparsa dal cengione Bendotti sembra averci dato un saluto.

Anche i tiri più impegnativi li superiamo senza troppa difficoltà e dove il verticale diminuisce possiamo anche alternarci.

La vetta si avvicina e le espressioni sul viso cambiano, arriva anche un sorriso, neppure forzato.

Eccola la vetta, perchè a noi le calate in doppia, anche se ben attrezzate, proprio non piacciono: così ancora un poco di salita in conserva con attenzione e poi la raggiungiamo.

Ci fermiamo un momento, un poco distanti dalla croce affollata, con un pensiero a tutti gli amici che vorremmo qui con noi …

Dalla vetta certo che non è finita: discesa dalla normale, grotta dei Pagani, val dei mulini, rifugio Olmo e discesa al Moschel e di qui alla macchina.

Va beh, se viaggio deve essere…

un saluto a tutti, e … alla prossima
Chiara e Marco

Cartoline Estive

Dai poli “opposti” dell’europa giungono due cartoline di Saluti, che giro ai (pochi?) visitatori del blog estivo..

Sara con alle spalle l’imponente Nord dell’eiger e Stefano dall’affascinante Etna.

 qualcuno è già a spasso come vedete…

seguiranno altre indomabili imprese degli Ufo sulle rocce

Ufo sulla grigna

Domenica 27-06 è stato avvistato un UFO sulla grigna…sono scesi tre individui uno alto e smilzo, una piccola e smilza, uno basso e in sovrappeso. Tra le nebbie si sono diretti ai magnaghi primo e secondo torrione..canale Albertini e Bartesaghi. Discesa dalla normale. Seguono le immagini dell’avvistamento.

Secondo tiro

Uscendo dall’Albertini

Filosoffeggiamenti mentre si attende il turno per il “passo del gatto”

Bartesaghi passaggino di V

La navicella UFO avvistata… e i tre individui..

Ciao ALBERTO!

Oggi un amico se ne è andato…

Alberto è caduto, mi hanno detto.

E’ caduto in montagna, su quelle montagne che tanto amava,
su quelle montagne a lui care, sulle nostre Orobie.

La tua gioia accompagnerà per sempre le nostre gite, cantando e fischiando ci ricorderemo di Alberto,
il piccolo grande uomo che sui sentieri era sempre accanto a te, ovunque tu fossi.

Grazie delle belle gite con te grazie di tutto,
sicuramente in Paradiso continuerai a disegnare le tue inconfondibili serpentine.

Con affetto, i tuoi amici.

Aperitivo e Cena alla festa dello Sport

Ciao a tutti,
                  Giovedi 3 giugno alle ore 19.45, presso la festa dello Sport di Scanzorosciate aperitivo offerto dal GAP e a seguire cena per i Soci del Gruppo Alpinistico Presolana. Al termine presso lo stand del Gruppo, proiezioni di Filmati e immagini di montagna.

Vi Aspettiamo numerosi

Nando.