Reduce da un week-end passato nella valle del Sarca, vicino ad Arco di Trento, senza però ‒ e mi vergogno un po’ a dirlo ‒ aver scalato nulla; non vi nascondo che, sebbene abbia passato una bellissima domenica, sono rimasto con la voglia di arrampicare. Una specie di prurito mi saliva incrociando persone con la corda in spalla, o gettando lo sguardo sulle splendide placche di calcare grigie e gialle che sovrastano la vallata. Colgo quindi l’occasione per completare il racconto sull’uscita della scorsa domenica e pubblicare il mio primo post sul blog. Continue reading
Bellezza della Venere (IV+), Cime alle Coste Sud, Dro (TN)
Progressi primaverili
La primavera può essere flagellata dai monsoni orobici, ma non sembra sia il caso di quest’anno.
Via Aphrodite (V+, VI-), Parete San Paolo, Arco (TN)
Poco attratti da questo importante megaraduno (a mio avviso sempre più omologato), optiamo per una scelta diversa…e riapriamo la stagione dove l’abbiamo terminata l’anno scorso.
Si parte subito con un tiro bellissimo, che ci fa capire che oggi non si scherza: traverso, diedro fessura ancora traverso. Sosta. Si prosegue poi con un tiro tecnico e fastidioso, con appigli svasi, piccole tacche e appoggi per i piedi sempre in aderenza.
Il terzo tiro offre un singolo atletico con una piccola lama da tirare, poi la parte centrale della via interrompe la continuità e offre qualche tiro con roccia non buonissima, dove prestare un po’ d’attenzione.
Il tiro chiave è una placca compattissima, molto bella, molto di testa. Qui Arco mi presenta il conto e volo impietosamente da secondo. Un’ennesimo traverso ed un diedro in uscita, chiude il penultimo tiro. La via termina con ostico spigoletto da aggirare, dove questa volta a volare è Alessandro, e alcuni risalti prima del meritato riposo.
Il lavoro dei piedi, alla costante ricerca di appoggi poco evidenti, e scarse prese buone per le mani, sono gli elementi dominanti dell’intera via.
Elia con grande tenacia e determinazione si è preso l’onere e l’onore di tirarsela tutta..dimostrando una bella testa e una buona maturità alpinistica. Chapeau!
Quanto al sottoscritto ed Alessandro l’imperativo è unico.Allenarsi.

Parete S. Paolo, Fuga dall’Hades (V, VI)
Fuga dall’ Hades. Il nome nell’intenzione degli apritori richiama la voglia di scappare dal mondo materiale per un mondo più spirituale e più libero. Forse in questo periodo di impegni lavorativi di fine anno e l’imminente stress natalizio, ne sentiamo anche noi un gran bisogno e scegliamo questa via.
Poker a Lantana
Antimedale – Via degli Istruttori (V+, VI)
Via Gandin (V+/IV+, A0), Via Lecco (IV, IV+) Magnaghi Centrale, Settentrionale – Grigna
Via Amazzonia (IV+, V+) – Piccolo Dain, Parete del Limarò
Presolana, Via Longo (IV, V).
La seconda cordata ci segue a breve, riusciamo anche a far due chiacchiere e scherzare. Sul traverso evito l’orrendo spit messo per banalizzare il passaggio, in nome di una sicurezza maggiore, tutta da dimostrare. Le classiche, come certi dipinti d’autore possono essere certamente restaurate, ma non stravolte. Chi è abituato alle classiche e si muove sulle difficoltà che sa gestire, non ha certo bisogno di uno spit a un metro da un altro chiodo ben messo, per sentirsi sicuro.
Ben presto siamo fuori dal tratto tecnicamente più difficile e dobbiamo affrontare quello con difficoltà più contenute, ma più infido per la qualità della roccia e l’orientamento che richiede un pò di esperienza e intuizione.
Qui il meccanismo si inceppa e Aldo e soci ci avvisano che hanno problemi di grovigli con le corde.
Sorrido, chissà che cosa hanno combinato. Aspettiamo un po’. I minuti di attesa sembrano lunghissimi e divento impaziente. Chiedo come va, la situazione non sembra migliorare. La strada da fare è ancora molta, il tempo sta cambiando, il tempo passa. Alla fine decidono di calarsi e ci danno il via libera per proseguire senza di loro.
L’appuntamento è ai Cassinelli, recuperiamo concentrazione e partiamo per la seconda parte del viaggio. Dopo un paio di tiri, ritrovo memoria e riferimenti visivi e ben presto attacchiamo le creste finali dello spigolo, con un mare di nubi attorno a noi che lasciano ampi squarci di panorami, sembra quasi di volare. Ancora un po’ di rocce e canali erbosi, e la Presolana d’un tratto finisce…non ce n’è più siamo in cresta, di lì a poco la vetta. La felicità è sempre grande, aumentata dalla soddisfazione che leggo negli occhi dei miei giovani soci.
Peccato che gli altri abbiano avuto problemi.
Scendiamo dal canale Bendotti, dove veniamo colti da una pioggia intensa poco oltre le difficoltà. Decidiamo di seguire il sentiero che costeggia le pareti, data la scarsa visibilità. Sono un po’ in apprensione perchè temo che gli altri, ai Cassinelli, siano preoccupati per noi dato il peggioramento del meteo.
Passando sotto la sud, vediamo i ragazzi del corso che si stanno calando, chiedo dei nostri soci e con grande sorpresa ci dicono che sono ancora in parete, stanno per effettuare l’ultima doppia. Hanno trovato traffico e sono rimasti appesi tre ore buone.
Li aspettiamo, chiacchierando con i corsisti.
Alla fine arrivano anche loro…ancora qualche battuta poi filiamo giù, verso la meritata birra.
La Presolana sa regalare sempre momenti intensi, o forse sono i compagni di scalata che la rendono di volta in volta un po’ speciale.
Spigolo tra gli abeti, i magnifici 6, il pilastro da sotto